Una scommessa che non dovevo perdere… o forse no

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Segue da parte 1

Volevo continuare quel momento, volevo prolungare quel piacere, e riuscii a trattenermi mentre lei mi stava facendo un pompino spettacolare. Era in ginocchio davanti a me, aveva lasciato andare la gonna che oramai cadeva a cavallo del mio uccello, duro da farmi male. Una mano mi accarezzava, passando dalle palle al culo. Con l’altra stringeva tra indice e pollice il mio uccello alla base, e con la bocca andava avanti e indietro. Lo faceva uscire, lo appoggiava sulle labbra, e lo accarezzava con la mano… fino a farlo gocciolare. Appena usciva una goccia, mi guardava negli occhi sorridendo, la prendeva con la lingua, fermava la mano alla base e se lo infilava in bocca fino in fondo.

Quando entrai nel negozio notai quella ragazza. Pensai che aveva dei modi di fare molto dolci. Scoprire che era anche una pompinara spettacolare e che si stava dando da fare come una troia, non faceva che esaltare il piacere che provavo. Non so quanto andò avanti, quando lei si rialzò avevo perso il senso del tempo. Mi riavvolse l’uccello nelle mutandine di prima, e me lo sistema nel perizoma, riabbassandomi la gonna.

&#034Sicuro che era per una scommessa?&#034 mi sussurra avvicinandosi a me.
&#034Senti… ma tu quando avevi capito che stavo cercando una cosa per me?&#034
&#034Non te lo so dire. E’ stata una sensazione, a volte mi capita, e di solito non sbaglio. Forse per affinità elettive&#034 mi dice con un sorriso malizioso.
&#034In che senso affinità elettive?&#034 le chiedo
Lei non dice nulla e mi guarda come se fosse stupita. &#034Credevo avessi capito…&#034 e mi prende la mano, portandola sulla sua pancia, facendola scivolare verso il basso.

Sotto le mie dita, sento il suo corpo… e mi accorgo che non sento quello che mi sarei aspettato. Arrivato a sentire il bordo della sua biancheria, attraverso il tessuto del suo vestito, capisco di cosa stava parlando. Quella ragazza, così dolce, carina, disinvolta e trasgressiva, aveva qualcosa in più… che era anche bello duro. Oltre ad essere dolce, carina e troia, era anche una trans.

Non avevo mai toccato prima un uccello che non fosse il mio, non ero mai stato attratto dai transessuali, fino a quel momento avrei pensato che la mia reazione non sarebbe stata piacevole, ma non fu così.

Ne fui sorpreso, ma in modo piacevole. Sentire un sesso maschile, duro, attraverso il tessuto di quel vestitino, era una sensazione tra lo sconvolgente e il &#034avrei dovuto capirlo&#034. Ma non mi diede fastidio. E non tolsi la mano. Ero convinto di avere davanti una ragazza carina, disinibita, trasgressiva, generosa, che sapeva fare molto bene la troia e che mi aveva fatto un pompino come mai prima. Mi aveva fatto venire la voglia di renderle il piacere che mi aveva dato, e fino a quel momento pensavo che lo avrei fatto mettendo la mia bocca tra le sue cosce per infilarle la lingua nella figa. Ma ora le cose erano cambiate, e a questo punto volevo farla godere rendendole proprio quello che mi aveva fatto lei poco prima.

Con una disinvolutura che non immaginavo, cominciai ad accarezzarlo. Lei sospirò dal piacere, e si strinse a me. Strinsi il suo uccello attraverso il tessuto, cominciai a masturbarla, in un modo che conoscevo bene, ma che non avevo mai usato su altri.

Mentre la baciavo, la feci girare su se stessa, scambiando le posizioni. Ora era lei con le spalle contro la parete, e mi inginocchiai davanti a lei. Le alzai piano il miniabito. Era attillato, quindi saliva restando stretto, scoprendo piano le gambe, vidi che anche lei aveva autoreggenti, delle mutandine blu, e mi accorsi che erano bagnatissime.

Il vestito era arrivato alla vita, le abbassai le mutandine, avevo il suo uccello davanti a me. Duro e bagnato. Ne sentii il profumo: decisamente piacevole. Sapeva di caldo, di sesso, di desiderio… e cominciai a baciarlo. Piano, sulla punta. Dentro di me una voce diceva &#034FERMO! COSA STAI FACENDO!&#034 ma un’altra rispondeva &#034Sto facendo godere questa troia!&#034

Non sapevo se la troia ero io oppure lei, fatto sta che mentre lo sfioravo con le labbra lei mi mise una mano sulla testa e me lo ritrovai in bocca. Lei cominciò a darmi il ritmo, avanti e indietro. Aveva un buon sapore, era dolce, e sentivo il suo fluido caldo che usciva nella mia bocca. E capii che il quel momento la troia era proprio io.

La cosa era tremendamente eccitante, e non ne capivo il motivo. Fatto sta che ci stavamo bagnando a dismisura entrambi: lei nella mia bocca, e io nelle mie mutandine.

Avevo voglia di farla godere, ma non troppo. Non sapevo come sarebbe stato sentirla venire in bocca, e ne avevo un poco paura, ma capii che lei non aveva nessuna fretta di venire. Come me poco prima. Continuammo a lungo. Con una mano le accarezzavo le palle, che erano rimaste nelle mutandine, con l’altra la masturbavo. Stringevo il suo uccello nella mano, la muovevo piano su e giu. La pelle copriva e scopriva il glande, e quando vedevo uscire una goccia, spingevo la mano in basso per tendere la pelle, e me lo infilavo in bocca facendolo scivolare tra le labbra strette, e arrivato in fondo chiudevo le labbra e succhiavo. Ogni volta la sentivo gemere e sentivo un fluido caldo e dolce scivolarmi nella gola.

Ci giocai con la lingua, me lo scopai con la bocca. Non immaginavo di essere così bravo, ma in fin dei conti stavo facendo tutte quelle cose che pensavo mi sarebbe piaciuto ricevere. Mi resi conto che era più facile fare godere un uccello di una figa. Mi stavo davvero divertendo, la sensazione di potere che avevo nel farla godere era incredibile, ma lei che mi fece rialzare. Se lo risistemò nelle mutandine, e abbassò il vestito.

&#034Aspettami un attimo&#034 mi disse, e andò nel retro del negozio. Tornò dopo un attimo con la sua borsetta. Cercò velocemente qualcosa, e tirò fuori delle bustine e una bottiglietta. Guardai cosa fossero… profilattici e un lubrificate… e comincio a capire…

&#034Ora non dire niente… ma soprattutto non dire di no…&#034 mentre me lo diceva mi alzava la gonna e prese il mio sesso. Era duro, aveva inzuppato le mutandine nelle quali lo aveva avvolto. Aprì un profilattico e me lo fece indossare. Si mise in ginocchio, facendo mettere in ginocchio anche me.

Mi mise il lubrificante in mano. &#034Non credo ti debba dire come usarlo…&#034 e si girò, mettendosi a carponi, appoggiandosi alla sedia che c’era nel camerino. Vista da dietro, inginocchiata a carponi davanti a me, era bellissima ed eccitante. Le misi le mani sulle gambe, cominciai ad accarezzarle. Prima sull’esterno, poi sull’interno delle cosce. Cominciai ad alzarle il vestito, un poco per volta. Le gambe si scoprivano sempre di più, un poco per volta il bordo del vestito arrivò alla balza delle autoreggenti.

Mi tiro un poco indietro per guardare, lo trovavo molto eccitante. Il bordo del vestito era arrivato a metà della balza delle autoreggenti, si vedeva già il perizoma apparire sotto al bordo del vestito. Le metto una mano tra le gambe, e sento le sue palle avvolte dal tessuto del perizoma. Le alzo ancora un poco il bordo del vestito, che le copriva ancora per metà il culo, che non era per niente male.

Lei mise una mano tra le sue gambe, spostando il perizoma lo su un fianco. Presi il lubrificante e le bagnai per bene il buchetto, che era appena sotto al bordo del vestito. Glielo lubrificai bene fin dentro e lubrificai anche il mio uccello. Lo appoggiai nel suo culo, le presi i fianchi per tirarla a me, e piano cominciai a spingerglielo dentro. Trovavo molto intrigante quella visione: il vestito alzato quel tanto che basta per scoprirle il culo, dove le stavo infilando il mio uccello.

Entrò in un attimo. Prima la cappella, poi in fondo, fino alle palle. Aveva un culo fantastico!
Mi muovevo piano, dentro e fuori, sentivo lei che godeva. Lo tirai fuori, altro lubrificante e di nuovo dentro. Rimetterlo dentro fu ancora più piacevole. Guardando in basso vedevo il mio uccello sparire sotto al bordo del vestito, ma lo sentivo uscire e rientrare nel suo culo. Vedevo anche la mia camicetta aperta, il mio reggiseno. Ogni tanto la mia gonna le finiva sul culo, nascondendo alla vista il mio uccello che entrava e usciva, allora la spostavo per guardare.

Poi mi prese la mano e se la portò tra le gambe. Capii cosa voleva, e cercai il suo uccello. Mettendole la mano tra le gambe sentii che il vestito le copriva ancora il pube, allora mi tiro indetro, e mentre continuavo a muovermi dentro e fuori lentamente, le alzai il vestito fino in vita. Il suo perizoma le decorava il culo in un modo stupendo e faceva l’effetto di una freccia, che indicava il punto di maggiore interesse.

Le misi la mano tra le cosce, e cercai il suo cazzo nelle mutandine e cominciai a masturbarla. Era bagnatissimo, facevo quasi fatica a tenerlo tanto mi scivolava. Sentivo il suo piacere salire, cominciai ad farle una sega usando un sistema che usavo anche io quando ero così bagnato: spostai la mano verso l’alto, tenendo stretto nel palmo chiuso la cappella. Capii da come me lo stava spingendo nella mano che le piaceva. Ogni tanto schiudevo la mano per farlo scorrere avanti e indietro, per poi stringerlo di nuovo, e mentre lo facevo continuavo a scoparla nel culo.

Ad un certo punto riuscimmo a prendere un sincronismo incredibile e il piacere divenne irresitibile: un suo gemito più forte e la sentii esplodere nella mia mano, che si riempì di sborra fino a grondarne. Era calda, fluida, mi scivolava tra le dita, ed era tantissima. Non avevo mai sentito una sensazione di questo tipo, fu emozionante al punto da non riuscire a res****re, finendo con il venirle nel culo con una sborrata incredibile. Sentivo la mia sborra fluire a fiotti dal mio uccello. Il suo orgasmo le aveva fatto contrarre l’ano, e questo mi fece sentire ancora più forte i miei schizzi.

Secondi interminabili. Quando le contrazioni finirono restammo fermi per un attimo. Mi rilassai, mi accorsi che la stavo stringendo a me, e le tirai fuori il mio uccello, che non si era ancora rilassato.

Lei si girò per alzarsi, mentre si alzava vidi che si era bagnata tutto il vestito. Non se fosse per la sborrata finale o prima, quando avevo trovato il suo uccello bagnatissimo nelle mutandine, ma sul nero si vedeva molto. Prese le mutandine che aveva usato con me per asciugarsi. Anche io mi alzai, rassettando la gonna.

Ero sconvolto, dopo l’orgasmo gli ormoni erano scesi a zero, e cominciai a rendermi conto di cosa fosse avvenuto, e non capivo ancora come avrei dovuto valutare la cosa.

Avevo davanti a me una ragazza molto carina, e avevo appena scoperto che era un trans e che era una porca incredibile, e me l’ero appena scopato. E mi era pure piaciuto molto.

&#034Bene… credo che tu abbia trovato qualcosa che ti piace e che ti sta bene…&#034 mi disse come se nulla fosse. &#034Se tu dovessi avere bisogno di qualcosa d’altro, abbiamo altri modelli che potrebbero andare bene, quindi ora sai dove trovarli&#034.

&#034Va bene, grazie&#034 le risposi &#034la taglia ora la so, non serve nemmeno provarli più&#034.
&#034Non è detto, se proprio vuoi essere sicuro, sempre meglio provarli. Magari si potrebbe trovare un posto più comodo… e più confortevole…&#034 Lasciò la frase a metà. Le piaceva proprio fare la maliziosa, proprio come una femmina.

Aveva una espressione carinissima, non capivo se stava scherzando o diceva sul serio… ma capii che non stava scherzando. Io non avevo ancora capito se la cosa mi fosse piaciuta, ma di sicuro a lei si.

Mi rivestii come ero arrivato, rimettendo gonna, calze e camicetta nel sacchetto. Una volta rivestito non c’erano più tracce di quello che era avvenuto. Sul suo vestito non si vedeva più nulla e capii che si era bagnato l’interno del suo abito.

Lei prese il reggiseno e il perizoma, lo mise in un sacchetto, aggiunse un brasiliano dicendo che è sempre meglio prendere due parti basse, mise dentro anche le imbottiture in gel. Poi prese le mutandine che erano oramai inzuppate di me e di lei, e se le mise nella borsetta.

&#034Scusa… ma per pagare?&#034
&#034Guarda, oramai la cassa è chiusa, non posso fare uno scontrino a quest’ora. Se vuoi puoi passare domani, ma prima delle 19:30, a quell’ora chiudiamo, e al massimo potrei essere libera per una cena. Se vuoi chiamarmi, io sono Giulia, questo è il mio numero.&#034 e scrisse su un post it il suo numero.

Uscimmo dal retro, e ci salutammo, come se ci conoscessimo da una vita.

Mi resi conto di avere voglia di rivederla, e mi resi conto che non avrei dovuto farlo. Laura mi aveva voluto provocare chiedendomi di vestirmi da donna. Con Giulia ho scoperto quanto questo possa essere intrigante… ma cosa farò domani… devo ancora capirlo…

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