Sono la cagna di mio padre

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Mi padre stava intrattenendosi con un collega, i loro sguardi erano rivolti a me, appena avvicinata riuscii ad ascoltare le ultima frasi, beato te ad avere…&#034 Eccomi a Torino ad accompagnare mio padre per un convegno, ufficialmente sono al sua nuova segretaria.
Arrivati in albergo ci sistemiamo nella camera; letti separati, una veloce doccia e trovandomi lui nudo davanti avrei voluto qual cos’altro, ma non vi era tempo ci attendevano per il ricevimento, indossa un intimo color carne, perizoma sottilissimo e minuscolo reggiseno a balconcino, calze autoreggenti un vestito corto abbastanza scollato sul dietro capelli raccolti, scarpine nere tacco undici. Ben truccata ma non pesantemente, ero pronta non sto a dire quanti complimenti ricevetti dal mio uomo padre, prendemmo il taxi e ci portò a destinazione, appena entrati non vi dico i complimenti che si sprecavano su di me, molti si complimentavano con mio padre, dove hai trovata una segretaria come questa, beato te e altro ancora.
Durante il ricevimento dovetti recarmi in bagno, una signora segretaria di un collega di mio padre si offrì di accompagnarmi dicendomi, vorrei farmi una sigaretta, appena entrate tentai di chiudere la porta, ma, disse, non chiudere, la volta scorsa una collega è rimasta bloccata dentro, mi alzo il vestito, sfilo il perizoma e cerco di fare pipì vedo aprirsi la porta, è lei, dicendomi scusami, ho visto la vigilanza se mi vedono che fumo sono cazzi amari, il suo sguardo si posa sulla mia fica depilata, che bella fica che hai e, senza attendere risposta, prese della carta igienica, chinatasi, iniziò ad asciugarmela io immobile non sapevo che dire, né che fare, lei vedendo il mio stato, disse rilassati ora ti faccio sentire una cosa che non avrai mai provato, inizio a leccarmi la fica, in effetti, sapeva il fatto suo, era un’abile leccatrice, sapeva dove ins****re, poco dopo estrasse dalla borsetta un piccolo vibro, mi disse, sai lo porto sempre con me, è abbastanza utile durante il viaggio, me lo fece leccare e subito dopo me lo trovai infilato nella fica, leccava e mi scopava iniziai godere, prese a leccarmi e succhiarmi il clito facendomi impazzire raggiunsi un orgasmo fenomenale mi disse se ti va potresti ricambiare il favore, accettai e alzatasi il vestito, si mise a pecorina appoggiando le mani sul water, da dietro iniziai a leccarle la fica e il buchetto del culo, rimase meravigliata da come leccavo, si voltò e mi disse: “allora non sei una santarellina sei una bella troietta bisex, ti piace vero?”

“certo…..”, risposi e ripresi il mio lavoro, con il vibratore in mano, iniziai a farmi strada nel suo culetto, vidi che la cosa era di suo gradimento, iniziai a incularla e contemporaneamente leccavo la sua fica, venne inondandomi la faccia con i suoi umori, ci baciammo, rimettemmo a posto il trucco e ritornammo al ricevimento.

Ritornando da mio padre, mi disse: “tutto a posto”, “sì certo” rispose lei, la sua segretaria aveva avuto un leggero mancamento, ma ora era tutto apposto, il ricevimento continuò per diverso tempo, la signora spesso restava ad osservarmi e nel momento di incrociare i nostri sguardi mi sorrideva passandosi la lingua sulle labbra. Finito il tutto chiesi a mio padre che volevo essere accompagnata in albergo, mi chiese che problema avessi, risposi; “nulla e che voglio stare un po’ con te sai ho fame”

“se è fame di lui – rispose indicandomi il pacco – ti accontento subito, chiamo un taxi e partiamo”
Arrivati in camera, mi spogliai subito restando in intimo, lui disse: “dammi il tempo di una rinfres**ta e arrivo subito.”
Lui è dentro la doccia, tolgo l’intimo ed entro anch’io nella doccia, inizio a lavargli le spalle, gli dico: “dai la mamma te lo fa sempre, visto che ora ci sono io te lo posso fare”, inizio a insaponare la schiena, e non solo la schiena, quando arrivo ai suoi glutei gli dico “hai un bel culetto papi, e inizio a insaponare quel bellissimo pezzo di carne.
Anche lui insapona me, parte dalle spalle soffermandosi ai miei seni e poi arriva direttamente alla mia fica, siamo pieni di schiuma, con una sciacquata, inginocchiandomi, gli do un antipasto, prendo a succhiargli il cazzo, lui posa le mani sulla mia testa bloccandomela e inizia scoparmi in bocca. Io nel frattempo mi sparo un ditalino, mentre lui mi scopa in bocca porto una mano al suo sedere, inizio a massaggiare le palle e intrufolando le dita nel solco delle chiappe arrivo al suo buchetto soffermandomi all’ingresso, non so che mi prese, ma iniziai a spingere quel dito nel suo culetto e,con mio stupore, notai che la cosa era di suo gradimento.
Mi chiese di continuare, lui scopava me in bocca, io inculavo lui con il dito, e con l’altra mano mi sditalinavo, venne riempiendomi la bocca di sperma, il mio orgasmo non ci mise molto ad arrivare, ingoiai tutto lo sperma che tenevo in bocca, stremata mi sedetti nel piatto doccia, lui mi baciò in bocca dicendomi “sei stata formidabile, ma questo è solo l’antipasto sapessi, dopo cena ti farò toccare il cielo.”
Tornati in camera, indossai un pantalone a vita bassa color bianco una maglietta corta che lasciava libero l’ombelico, avevo indossato un perizoma rosa, che traspariva abbastanza dal pantalone, uscimmo e ci recammo al ristorante, i camerieri molto gentili ci fecero accomodare, portarono acqua e del vino bianco la cena si svolse tutta a base di pesce, feci una scorpacciata di ostriche, mi disse: sai che stiamo consumando una cena molto afrodisiaca e io di risposta mi tolsi una scarpina e allungai il piede andato a toccare il suo pacco, lui sorrise e mi accarezzò il piede tenendoselo sul pacco che si andava gonfiando. Dovemmo smettere, potevano scoprirci, la cena si protrasse a lungo, la mia eccitazione era alle stelle, sentivo il perizoma inzuppato di umori, alzandomi dissi a papi che avevo necessità di andare in bagno, appena entrata sfilai pantalone e perizoma e iniziai a torturarmi il clito: dovevo godere non ce la facevo più, avevo nella borsetta una bottiglietta di profumo, la presi, la leccai per bene, passandomela tra le tette e subito dopo la infilai dentro la fica, piena di umori, l’accolse tutta , con una mano mi scopava e con l’altra alternavo a toccarmi i capezzoli e il clitoride, dopo un po’ la volli provare anche dietro, mi chinai leggermente in avanti sporgendo il culetto e messa abbastanza saliva iniziai a spingerla dentro il mio forellino. La bottiglietta entrò in un baleno, l’orgasmo stava crescendo, ero quasi all’apice del piacere la bottiglietta stava dando i suoi frutti, alternavo tra il culetto e la conchiglietta, venni esplodendo un orgasmo formidabile, mi girava la testa, per la forte goduta, mi diedi una rimessa appunto e ritornai in sala.
Mio padre stava intrattenendosi con un collega, i loro sguardi erano rivolti a me, appena avvicinata riuscii ad ascoltare le ultime frasi, “beato te ad avere una segretaria come quella, appena mi congiunsi a loro, lui mi disse porgendomi il suo biglietto da visita: signorina se decidi di mollare il tuo datore di lavoro non perdere tempo, telefonami un posto per te lo trovo immediatamente”, accennai ad un piccolo sorriso, avrei voluto buttare le braccia al collo di mio padre baciarlo promettendogli che non sarebbe mai successa una cosa del genere , ma dovevo contenermi, altrimenti scopriva la magagna, erano guai, tornammo a sederci, eravamo solo noi lui mi disse: “ehi porcellina… ti vedo un po’ pallidina sono sicuro che in bagno non hai fatto solo pipì, vero? Dimmi la verità ormai ti conosco troppo bene dal lato sessuale, ti sei masturbata.” Annuii con la testa, “brava qui ne abbiamo ancora per un po’, ma, credo che tra un’oretta sarà tutto finito, poi ci pensa papi a farti un bel regalino, ridemmo e continuammo la cena con tutto il solito tran tran. Finito il tutto e salutati i commensali rientrammo in albergo, giunti in camera mi buttai sotto la doccia, io iniziai a prepararmi, indossai un completino intimo rosso comprendente un perizoma a fiorellini ricamato, un reggiseno a balconcino sempre rosso smerlettato, calze a rete autoreggenti nere con bordo rosso, per l’occasione mi ero portata un paio di sandali tacco nove, sempre rossi, infilai un vestito elasticizzato nero cortissimo arrivava appena sotto i glutei, mi truccai abbastanza pesante,mettendo fard e un rossetto rosso fuoco, una bella pettinata raccogliendo i capelli con delle forcinelle guardandomi allo specchio ero una troia di alta classe, appena apparve alla porta con addosso l’accappatoio aperto, il mio sguardo andò al suo pezzo forte, in un baleno gli venne duro, senza bisogno di toccarlo.
Mi disse “amore mio mi stupisci sempre di più, sei una Venere, vuoi farmi morire, vero? – ed io – “sì amore mio voglio farti morire di piacere” e mi buttò le braccia al collo baciandomi e sfregandomi la lingua in bocca, mi disse: vorresti farmi uno spogliarello?
Dopo aver cercato sul satellite un canale musicale, iniziai a ballare, lui seduto sul letto appoggiato di schiena al muro si gustava il mio gioco, ogni tanto toccava le sue parti intime, mentre stavo sfilandomi l’abito mi disse “aspetta, balla ancora un po’ senza togliertelo di dosso sei troppo bella” , dopo poco si alzò con il suo bel cosone durissimo si avvicinò baciandomi di nuovo, prese a palpare il seno, lentamente fece scendere il vestito liberandomi il seno che subito fu preda della sua bocca, una mano la portò sotto il vestito in cerca della mia nocciolina che trovò allagata di umori, mi prese in braccio e mi posò sul letto, mi allargò le gambe, sfilandomi il perizoma e la sua lingua prese a titillarmi il più bel posto . Lui con la lingua è un maestro sa dove leccarmi, alternava clito interno, fica e culetto, ogni volta che si posava sul mio culetto i brividi di piacere mi arrivavano al cervello e poi, quando cercava di forzarlo infilandomela dentro, allora mi rilassavo e non capivo più nulla, venne sopra di me mettendoci alla classica posizione del 69, presi in bocca il suo membro durissimo, con il movimento del bacino prese a scoparmi in bocca, lavoravo solo con la lingua al resto pensava lui.
La mia dolce albicocca stava scoppiando, voleva essere penetrata: gli dissi “papi ti voglio dentro non resisto più”, scese dal letto, ed io, “papi fai di me quello che vuoi.”
Prese le mie gambe se le poggiò sulle spalle, e presosi il pezzo in mano iniziò a passarmelo sulla passerina soffermandosi sul clito, diedi un urlo dicendogli mettimelo dentro non resisto e subito dopo iniziò a farsi strada dentro di me, mi sentivo aprire nonostante ormai fossi abituata a prenderlo, mi pareva sempre la prima volta, un leggero dolorino, ma subito passò e iniziai a sentire il cielo, mi stava scopando in un modo fantastico, a volte veloce e poi subito rallentava, con le mani mi strapazzava i capezzoli, dopo quasi quindici minuti di scopata nella classica posizione mi disse “cambiamo posizione…., voglio fotterti dappertutto e farta latrare com una vecchia cagna.”
Così presi in mano il suo cazzo guidandomelo dentro e me lo infilai in un sol colpo tutto dentro.Non avrei mai pensato di poter essere così troia.
Era fantastico, salivo e scendevo dal quel palo, ogni volta che scendevo pareva che se ne infilasse sempre di più, con le gambe indolenzite continuai a cavalcare, dovetti arrendermi, mi alzai e senza dire nulla mi misi a pecorina sul letto, lui venne dietro di me e riprese a scoparmi, dopo un po’ sentii i suoi pollici farsi strada nel mio sfintere, era giunto il momento del buchetto.
Dopo averlo allenato preparandolo con le dita, sfilò il cazzo dalla fica e prese lentamente a incularmi, non ci volle molto, infatti, lentamente me lo infilò tutto dentro accusando pochissimo dolore, mi diede delle sensazioni formidabili ogni volta il mio papino mi faceva toccare il cielo. Cambiammo posizione perché le gambe non mi reggevano più.
Ritornammo alla classica posizione del missionario, con le gambe poggiate sulle spalle, riprese ad incularmi, ormai non reagivo più, erano trascorse quasi due ore, le volte che ero venuta non le ricordavo più, e lui sempre duro usciva dal mio culetto ed entrava nella fica, questo per parecchie volte.
Quando ormai anche lui era giunto a capolinea mi disse “dove vuoi essere riempita” – ed io – “su tutto il corpo” così, sfilato il cazzo dal culetto, si posizionò in ginocchio di fronte alla fica e iniziò a masturbarsi e subito mi scaricò addosso ad una marea di sperma, i primi schizzi mi arrivarono in faccia subito tirai fuori la lingua cercando di leccarli, mi trovai tutto il corpo impiastricciato della sua roba, mi venne vicino, con la punta del suo cazzo mi spalmò tutto il suo nettare che avevo sul corpo soffermandosi sui capezzoli, poi con il cazzo in bocca, cercai di raccogliere le ultime gocce di sperma rimaste, quando il cazzo era ormai tornato a riposo, lui mi baciò e senza darmi una ripulita mi addormentai.

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