Le avventure di Davis ed il suo Bingo Bongo

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Un sabato sera a cena da amici, ci fecero gustare del formaggio e del vino eccezionali, chiesi dove era stato comprato, mi indicarono una casa colonica in un paesino vicino e mi dissero che vendevano i loro prodotti anche la domenica, ci ripromettemmo d’andarci già il giorno dopo.
Lungo la strada che porta a quel paesino avevamo già avuto diverse esperienze con dei ragazzi di colore, quindi l’indomani mentre Gioia si accingeva a vestirsi per uscire le dissi di indossare la guepiere e le calze bianche, speravo di vedere le sue gambe inguainate nelle calze bianche strette dietro alla schiena di un negro che la pompava in fica.
Gioia, capite le mie intenzioni, si arrabbiò dicendomi che pensavo sempre ad una cosa e che mai si usciva solo per una passeggiata, e poi aggiunse che non aveva nessuna voglia di chiavare avendo goduto divinamente con me, poche ore prima, per tre volte.
Le promisi: “non ti faccio toccare da nessuno e che non ti chiederò di scoparti nessuno”.
Malvolentieri accettò, solo per farmi piacere disse, di indossare la guepiere ed uscimmo.
Durante il viaggio incrociammo molti negri che, favoriti dalla giornata festiva, passeggiavano per i due paesini che attraversammo, ovviamente neanche a parlarne di far salire qualcuno.
Fatta le compere riprendemmo la via di casa.
“Tesoro, fermo restante che quello che ti ho promesso manterrò, mi dispiace proprio perdere questa ghiotta occasione per eccitarci un po’, perché almeno non facciamo arrapare qualcuno di questi NEGRONI facendogli vedere la tua FICONA ed i tuoi splendidi SENI, dai mi fermo e chiedo solo la solita informazione, dopo non andremo oltre, lo giuro.”
“È inutile che giuri, sono io che assolutamente non voglio andare oltre, sei sempre il solito, quando ti metti in testa una cosa tanto fai che devi ottenerla, lo sai che ti voglio bene e che pur di farti felice alla fine cedo sempre, anche questa volta facciamo come vuoi tu, ma senza scherzi, questa volta VERAMENTE NON HO VOGLIA”.
Le diedi un bacio in bocca e la invitai a scoprirsi.
A malincuore si sfilò gli slip e sbottonò la gonna e la camicia mettendo fuori dalla guepiere le sue splendide mammelle.
“Pensi che vada bene così?” mi chiese.
“Certamente, tesoro, chi avrà la fortuna di vedere tutto questo ben di Dio si infoierà come una bestia”, le risposi sbottonandole ancor di più la gonna.
Nel frattempo era cominciata a venir giù una leggera pioggerellina.
Dopo pochi chilometri vidi un negro che camminava con passo spedito lungo il ciglio della strada, mi fermai, aprii il vetro dello sportello dal lato Gioia e gli chiesi se sapesse indicarmi la strada per una località chiamata La Pineta che sapevo benissimo essere qualche chilometro più avanti.
La situazione prese subito una piega arrapantissima, come prevedevo e speravo, l’amico mentre mi rispondeva fissava alternativamente la fica e le tette di Gioia.
Per prolungare il giochino chiesi un’informazione più dettagliata, l’ubicazione di un ristorante.
L’amico cominciò a fornirci precisissimi dettagli perché, aggiunse, lui abitava nelle vicinanze del ristorante, e poi, poiché la pioggia era diventata scrosciante, mi chiese se volevamo dargli un passaggio a casa.
Felicissimo gli dissi di salire, Gioia, invece si indispettì, si coprì e si spostò appoggiandosi con la schiena allo sportello.
“Sono mai venuto meno ad una promessa? dai divertiamoci solo ad eccitarlo, lo sai quanto mi piace, ti assicuro che non andremo oltre, sei d’accordo?”, le dissi sottovoce.
“Non provarci nemmeno ad andare oltre, se solo mi fai toccare apro lo sportello e scendo, TORNO A CASA A PIEDI”.
“Stai tranquilla”.
Quindi mi rivolsi all’amico e gli chiesi come si chiamava, “Davis, vengo dalla Nigeria” mi rispose.
“Parli bene l’italiano, da quanto tempo sei in Italia?”.
“Da circa un anno, capisco quasi tutto ma non parlo ancora molto bene”.
Decisi di non perder tempo e di andare subito al sodo.
“Noi adesso comunque ti accompagniamo a casa, ma dobbiamo dirti la verità, noi non dobbiamo andare in nessun ristorante ma dobbiamo tornare a casa nostra che si trova proprio nella direzione opposta, abbiamo invertito la marcia a abbiamo finto di chiederti un’informazione perché mia moglie ti ha visto e mi ha detto “guarda che bel ragazzo, perché non trovi una scusa per fermarlo e poi lo invitiamo a venire a casa nostra questa sera?”.
Davis mi guardò stupito, “a fare cosa a casa vostra?” mi chiese.
“Hai ragione, non ne vedi il motivo, ma devi sapere, caro Davis, che Gioia, con mio grande piacere “AMA FARE ALL’AMORE CON più UOMINI”, capisci cosa significa FARE ALL’AMORE?”.
“Si io capisce CHIAVARE”.
“Esatto a mia moglie piace molto CHIAVARE ed ancora di più se gli uomini sono due o più, vuoi venire questa sera a casa nostra e così la CHIAVIAMO insieme?”.
“Si, ma perché non andiamo adesso a casa vostra?”.
“Non è possibile a casa ci sono la madre ed il padre di Gioia, che vanno via oggi pomeriggio, se sei libero passo a prenderti alle nove e poi passeremo la notte a divertirci”.
“Sono libero vieni alle nove”.
“Allora adesso riparti, accompagniamolo a casa e facciamola finita” disse Gioia con voce insofferente.
“Solo qualche minuto ancora e poi andiamo” dissi per calmare la mia signora, quindi rivolto a Davis, “ma non mi hai detto ancora se mia moglie ti piace, guarda che bel visino da angioletto gli dissi accarezzando il volto di Gioia che si ritrasse infastidita.
“Si piace molto”.
“Ma devi sapere che L’ANGIOLETTO appena saremo nudi a letto ti farà un delizioso POMPINO, capisci POMPINO?”.
“No, cosa essere?”.
Infilai il dito medio tra le labbra di Gioia, la guardai implorante e le dissi “fai vedere a Davis cosa è un POMPINO”.
Molto a mala voglia, la mia signora fece roteare la lingua intorno al mio dito e poi l’ingoiò.
“Ho capito è BOCCHINO, tua moglie BOCCHINARA”, esclamò Davis.
“Si, una GRANDISSIMA BOCCHINARA, e non solo, sappi che poi ci stringerà il CAZZO tra i seni”.
“Cosa sono seni?”, mi chiese Davis.
Aprii la camicia a Gioia, mostrandoglieli.
“Le ZIZZE, queste sono ZIZZE, a me piace molto leccare ZIZZE, perché non CHIAVIAMO adesso, io fatto doccia questa mattina”, incalzò l’amico.
“No adesso non è possibile, dobbiamo tornare a casa, siamo già in ritardo”.
A questa mia perentoria frase, vidi Gioia rasserenarsi.
“Non avere fretta, ci rifaremo stasera, ma sappi che mia moglie ci farà morire con i suoi BOCCHINI e con le sue ZIZZE ma anche noi la dovremo far divertire”.
Scostai la gonna della mia SCOPABILISSIMA compagna e le divaricai le cosce mostrando la sua bellissima FICA.
“Per farla divertire dovremmo CHIAVARLA per molte ore, lo farai?”
“Certo, a me piace molto, ma prima io leccare la PUCCHIACCA poi CHIAVARE”.
“Perfetto”.
Invitai Gioia a girarsi in modo da mostrare il suo tondo ed invitante fondoschiena.
“Ma sarà tutto inutile se non la INCULEREMO, lei non ritiene conclusa una SCOPATA se un CAZZO non le sfonda il CULO, le SPACCHERAI IL CULO questa sera?”.
Senza rispondere, con un gesto rapido, Davis si aprì i pantaloni facendo schizzare dalle mutande una VARRA di impressionanti dimensioni, dovetti ammettere che, come quasi tutti i COLOURED, era mostruosamente dotato.
“Facciamolo adesso, vedi io pronto” disse l’amico ACCAREZZANDOSI la dura MAZZA.
“Rivestiti immediatamente, faremo tutto stasera, adesso dobbiamo andare”, dissi con un tono che non ammetteva repliche.
A questo punto con una sfacciataggine degna della più grande delle TROIE, mia moglie disse: “Voglio farti contento, ma sappi che glielo tocco solamente” e, con un gesto repentino, infilò le mani tra i due schienali, e cominciò ad accarezzare le palle ed a SCAPPELLERE la grossa NERCHIA dell’incredulo amico.
“Ma non ti avevo chiesto niente anzi gli avevo detto di rivestirsi” farfugliai.
Non mi rispose, d’altro canto cosa poteva dire la mia adorabile MIGNOTTONA, avrebbe solo dovuto ammettere che ho ragione quando le dico che è una CAZZODIPENDENTE, avrebbe dovuto riconoscere che di fronte ad un grosso CAZZO perde ogni freno inibitore, le sale la libidine al cervello, si comporta come una PUTTANA DA CASINO, si eccita come una cagna in calore.
Però anch’io ero ARRAPATO da impazzire, certamente mi aveva eccitato il programma serale fatto con Davis ma la cosa che mi aveva letteralmente INFIOIATO era stato il comportamento da grandissima ZOCCOLA di mia moglie che d’altro canto non mi meravigliò più di tanto, conoscevo fin troppo bene l’indole da TROIA della mia dolce metà.
La BAGASCIA, nonostante la scomoda posizione, era tutta intenta a fare una lenta ma sapiente SEGA a due mani al negrone che si era completamento lasciato andare sul sedile posteriore dimostrando chiaramente di gradire sia il massaggio ai COGLIONI che il lento su e giù della mano di mia moglie lungo la sua grossa MAZZA.
“Se proprio, per far contento me, devi toccarglielo, fallo in modo comodo, abbassa lo schienale cosi eviti contorsioni inutili”, le dissi.
Guardò in giro per essere sicura che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, spostò Davis, abbassò lo schienale, si stese sul sedile, pancia in sotto e ricominciò il giochino manuale.
Le sollevai la gonna e cominciai ad accarezzarle le rotonde e sode CHIAPPE.
“Davis guarda che bel CULO ha mia moglie, ti ricordi cosa dobbiamo fare questa sera per far felice GIOIA?”.
“Si, dobbiamo ROMPERLE CULO”, rispose con voce roca il mandingo.
Pensai al grido di dolore misto a goduria che avrebbe emesso Gioia se davvero quel SUPERDOTATO negro le avesse sprofondato l’enorme BATACCHIO nello SFINTERE, ciò mi fece aumentare ancor di più la libidine, estrassi il cazzo che ormai non entrava più negli slip e cominciai ad accarezzarmelo.
“Stai facendo attenzione se viene qualcuno?”, mi chiese la SEGAIOLA senza interrompere il suo delicato lavoretto.
“Chi vuoi che vada in giro con questo diluvio, e poi i vetri sono completamente appannati, anche se venisse qualcuno non solo non potrebbe vedere ma neanche immaginare cosa stia facendo una irreprensibile mogliettina ad uno sconosciuto rimorchiato solo da pochi minuti”.
A questa rassicurazione le mia TROISSIMA metà si spostò in avanti e cominciò a leccare la gigantesca CAPPELLA del negro.
Pur conoscendo bene mia moglie, quel gesto, dopo le cose che aveva detto per tutta la mattinata, mi colse di sorpresa, una sorpresa sconvolgentemente eccitante, il mio cuore pulsava al massimo, impugnai a due mani il mio cazzo e cominciai a farmi un pesce in mano.
“Brutta PUTTANONA, anche questo lo fai per far contento me?”, le chiesi arrapatissimo.
Non ebbi risposta, era troppo indaffarata con il BATACCHIO del negrone, l’aveva SCAPPELLATO e come un’indemoniata succhiava la capocchia, sembrava non leccasse un cazzo da una vita, eppure una buona razione gliel’avevo data, lasciandola sfinita, solo poche ore prima.
Poco dopo aprì al massimo le labbra e lentamente cominciò a farselo scivolare in bocca, ne entrò meno della metà, indugiò un attimo in quella posizione e poi iniziò un frenetico su e giù.
Mi sentivo di impazzire, ma mi eccitai ancor di più quando l’amico rovesciò all’indietro la testa della mia signora, si stese sul suo viso e cominciò a
CHIAVARLA IN BOCCA.
Guardavo, impietrito, quel nodoso BASTONE entrare ed uscire dalle labbra alla mia adorabile ZOCCOLONA che, con la a me ben nota maestria, massaggiava i neri TESTICOLI del mandingo.
Per un tempo lunghissimo continuò a POMPARE nella bocca di Gioia facendole arrivare la CAPOCCHIA alla gola, poi smise, si stravaccò sul sedile, “adesso voglio CHIAVARTI, vieni siediti sul mio CAZZO”.
La TROIA sembrava non aspettasse altro, si alzò, scartò il preservativo che subito le diedi, rivestì la svettante mazza dell’amico, gli si mise a cavalcioni, guidò il turgido PALO del negro all’imbocco della BERNARDA e si lasciò andare.
Vidi le sue candide CHIAPPE congiungersi con le nere PALLE dell’amico, le era entrato tutto in corpo.
Emise un lungo gemito di piacere e cominciò a baciare l’INGRIFATO nero che la lasciò fare per qualche secondo poi le bloccò la testa tra le mani, le infilò la lingua in bocca e mosse la testa come a volerla scopare in bocca con la lingua.
A Gioia questo giochino piace da morire, adesso si sollevava quasi a far uscire la VARRA dalla PUCCHIACCA per poi farsela rientrare completamente.
“Ho capito subito che a tua moglie piace CAZZO, perciò messo fuori, sicuro che lei prendere in mano”.
Pensai: ho impiegato anni per scoprire la PUTTANAGGINE di mia moglie mentre questo l’ha intuita subito.
Intanto la mia adorabile MIGNOTTONA, con un ritmo sempre crescente, continuava a cavalcare il grosso BASTONE del negro che accompagnava il movimento di mia moglie con tremendi colpi che le squassavano il corpo.
Gioia era quasi all’apice della goduria, biascicava parole incomprensibili, riuscii a capire solo “FOTTIMI, SONO TUA, SFONDAMIIIIII”.
Ma il MANDINGO era di un altro avviso, con voce perentoria le disse: “adesso io voglio ROMPERE CULO”.
“Certo” gli rispose Gioia che si sollevò sfilandosi la NERCHIA dalla Fica, accarezzò la dura VARRA e la indirizzò verso il BUCO DEL CULO.
“No, adesso tocca anche a me” intervenni deciso, “Tesoro mentre lui ti SFONDA il CULO vieni a farmi un BOCCHINO”.
Mi stesi sul sedile che Gioia aveva poco prima ribaltato, mi abbassai il pantalone della tuta e le mutande alle caviglie e mi scapocchiai il cazzo, “preparati a bere un litro di SBORRA, ho le PALLE che mi scoppiano, sei la più grande PUTTANA del mondo, dimmelo cosa sei, fallo sentire pure a Davis”.
“Si, sono una TROIA, la tua TROIA” mi sussurrò all’orecchio la pudicissima PUTTANONA.
“Devi gridarlo, Davis non ha sentito”.
Quasi come fosse una liberazione urlò: “Si, sono una PUTTANA, una ROTTINCULO, una MIGNOTTA, la tua MIGNOTTA anzi la vostra MIGNOTTA, CHIAVATEMI, INCULATEMI, SBORRATEMI dappertutto.” si sistemò a PECORA e venne ad ingoiarmi la MAZZA.
Davis ansimando si posizionò dietro di lei, lo guardai e quasi mi spaventai, aveva gli occhi rossi, sembrava una bestia inferocita, pensai “ma questo le ROMPE davvero il CULO”.
Ma lungi dal fermarlo, con il classico gesto della mano, invitai l’amico ad INGROPPARLA.
L’INGRIFATURA di quel bestione mi eccitava da impazzire, immaginai la goduria che aveva provato a farsi SBOCCHINARE ed a CHIAVARSI mia moglie, cercai di capire cosa stesse pensando mentre si accingeva a sprofondarlo nel magnifico fondoschiena della mia signora.
Il MANDINGO poggiò la punta del grosso BATACCHIO sul BUCHINO di Gioia ed con un poderoso colpo di reni le SCHIANTO’ la MAZZA nel CULO.
Gioia emise un urlo a****lesco, “Oddio, no, no, ti prego fermati, mi spacchi tutta” gridò.
Il negro era ormai partito, noncurante della supplica della mia signora, sprofondava sempre più il suo enorme BASTONE nell’invitante CULO di Gioia.
Ma come sempre accade in queste circostanze, la ROTTINCULO superata la dolorosissima fase del passaggio della capocchia, cominciò a gustare appieno l’a****lesca MONTA del mandingo infoiato assecondandone i colpi mentre come una DANNATA succhiava e leccava la mia durissima VARRA.
Il negro, che stava dimostrando una resistenza incredibile, continuando ad INGROPPARLA si era piegato su mia moglie aderendole completamente al corpo.
Sembrava di ass****re alla MONTA DI UNA CAGNA, si la mia adorabile e pudica mogliettina, la madre di mio figlio era la CAGNA, una CAGNA IN CALORE tanto in calore, che in una macchina, fregandosene del rischio di essere vista, si stava FACENDO FARE IL CULO da uno sconosciuto leccandomi avidamente pesce e palle.
L’amico adesso le strizzava le tette, le sue grosse mani nere palpavano freneticamente le candide mammelle di Gioia che è sensibilissima a tale tipo di massaggio.
Anche io gustavo a pieno il massaggio alle PALLE che la TROIONA accompagnava al favoloso POMPINO.
“Tesoro, ti piace?” le chiesi.
Gioia sollevò la testa sfilandosi dalla BOCCA la mia durissima MAZZA, “ha un CAZZO meraviglioso e come si muove bene, sto impazzendo, non sento più dolore, adesso sento solo piacere, eppure hai visto quanto è grosso e ad ogni colpo va giù
fino alle PALLE, questo veramente mi sta SFONDANDO il CULO, è bellissimo e poi vedi quanto dura, che bello”, e riprese a SBOCCHINARMI.
“Davis, hai sentito mia moglie, dice di essere una PUTTANA, tu che ne pensi?”
“Si tua moglie grandissima PUTTANA, PUTTANA!, PUTTANA!!, PUTTANA!!!” ripeteva accompagnando l’epiteto con tremende varrate nello sfondatissimo CULO di Gioia, non smettendo di strapazzarle le TETTE.
A questo punto la grande esperienza scopereccia della mia adorata metà le fece capire che l’amico era prossimo a venire, quindi diede inizio ad un lento DITALE, continuando a farmi un delizioso BOCCHINO, attendendo la goduta dell’amico per venire insieme a lui.
Poco dopo il MANDINGO accelerò i colpi ed emettendo un urlo roco le venne in CULO abbattendosi stremato sul suo corpo.
La DEPRAVATA intensificò il DITALE e la POMPA e dimenandosi come un’ossessa venne.
Io le bloccai la testa e le scaricai in gola tutto la mia SBORRA.
Passarono alcuni secondi senza che nessuno si muovesse, eravamo completamente sfiniti, sazi, ma sfiniti.
Quindi ci ripulimmo alla meglio, ci rivestimmo ed accompagnammo il negro a casa promettendogli di rincontrarlo ancora.
Lasciato l’amico, ci avviammo verso casa, Gioia aveva poggiato la testa sulla mia spalla e taceva.
Fui io a rompere il silenzio, “dimmi la verità, non ho ragione quando dico che sei la più grande TROIA del mondo, la mia più grande gioia, neanche una PUTTANA da marciapiedi avrebbe fatto quello che hai fatto tu, ed a pensare che mi hai minacciato di tornartene a casa a piedi se solo ti avessi fatta toccare, poi come mai hai cambiato idea, TROIONA?”
“La colpa è tua, mi hai fatto tanto arrapare con il finto programma della serata ed alla vista di quella bella MAZZA NERA non ho saputo res****re, ma tu di che ti meravigli, come al solito sapevi come sarebbe finita, avevi già a portata di mano il preservativo.”
“Come sempre la colpa è mia, mai una volta che confessi di essere DEPRAVATA fino al midollo, ma è così che mi piaci, PUTTANA ma pudica e CAZZODIPENDENTE, ma adesso dammi un bacio”.

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