La Piccola Giulia

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Avevo giá visto mia cugina in costume, ed a dirla tutta anche con solo la biancheria intima, più di una volta per la precisione, essendo praticamente cresciuti insieme! Ma quella mattina, vedendola con solo una magliettina bianca di cotone leggero e con degli slip microscopici, l’effetto fu diverso. Vederla di spalle, con quelle lunghe gambe affusolate e con qualche pelo che spuntava fuori dalle mutandine, mi provocarono ovviamente una certa eccitazione nelle parti basse. O meglio, il pisello gonfio appena mi sveglio la mattina, é ormai un classico per me, un’abitudine che non sembra voglia abbandonarmi, ma vedere Rita mezza nuda non faceva altro che aumentare la mia erezione! Chiariamoci, sentire ogni mattina il mio cazzo duro, mi rende orgoglioso dell’equipaggiamento che Madre Natura mi ha generosamente regalato, però mi rendevo anche conto che non era proprio cortese mostrarsi in quelle condizioni essendo ospite in casa altrui. Non che non mi piaccia essere osservato, a chi non piace? Le ragazze fanno a gara sul lavoro, per strada, in palestra, a chi mostra di più del suo corpo: gonne cortissime, camicie scollate, costumi microscopici. Perchè per un uomo non deve essere lo stesso? Mi piace indossare costumi aderenti che mostrano il mio &#034pacco&#034 e mi piace girare mezzo nudo per casa. Quindi trovarmi di fronte a Rita in quello stato tutto sommato non mi piaceva, lo trovai fuori luogo. Ma andiamo per ordine.
Siamo alla fine di Agosto di parecchi anni fa, a quel tempo avevo ventidue anni, con un diploma ed in cerca di un’occupazione sicura. In quel periodo frequentavo Alessia, non stavamo proprio insieme, eravamo una di quelle coppie giovani che mentre si guardavano in &#034giro&#034 in cerca della metà perfetta, scopavano nell’attesa. Durante l’estate ovviamente le vacanze erano separate, io andavo verso sud da mia zia e lei faceva altrettanto organizzando con i suoi amici altrove. La mia estate, come del resto le festività di Natale, la trascorrevo quasi sempre dai miei parenti, nel Paese dove sono praticamente cresciuto e dove ho il cinquanta per cento dei miei cugini, anzi cugine. Normalmente in queste occasioni, infatti, alloggio da loro che mi ospitano senza riserve. Mia zia ha due figlie, quasi coetanee, se avete letto i miei precedenti racconti, giá le conoscete: Rita e Sara. Con entrambe ho un rapporto un po’ burrascoso, di quelli da film amore ed odio, spesso ci prendiamo in giro a vicenda, ma abbiamo molta intimità. Per i dettagli, lo ripeto, rileggete le mie precedenti storie ed avrete il quadro completo.
Quando sono al Paese, comunque, spesso me le porto dietro e visto che sono decisamente sveglie come ragazze (oltre che molto carine, questo bisogna ammetterlo) mia zia e mio zio almeno nel periodo estivo che è il più caldo (in tutti i sensi) si sentivano anche più tranquilli. Quando sono da loro, io dormo nella stanza di Rita e lei va dormire in quella di sua sorella. Ed è stato proprio in una delle mie permanenze dai miei parenti, che è successo quanto vi sto per raccontare.
Il caldo ed il sole sembravano non volere lasciare andare l’estate, ed io, le mie cugine e degli amici in comune, avevamo organizzato un ultimo Week End in campeggio. Per questioni organizzative, di auto e soprattutto di tempo, volevamo partire all’alba, così la sera prima mia zia ospitò, oltre a me, anche Giulia, la più piccola di noi ed amica di vecchia data di Rita e Sara. Le tre ragazze passarono la notte nella stanza di Sara, mentre a me toccò dormire in quella di Rita. Il mattino dopo mi alzai presto, volevo ricontrollare le valige con calma e vedere se mi fosse sfuggito qualcosa. I miei zii erano già usciti per andare a lavoro ed in casa eravamo solo noi quattro.
Come sempre avevo dormito solo con i boxer, un po’ per comodità, un po’ per il caldo. E come sempre mi ero alzato con il pisello dritto e gonfio! Mi alzo dal letto, mi spoglio e per qualche secondo mi guardo compiaciuto l’uccello in erezione. Quindi mi rimetto i boxer per andare in bagno a lavarmi i denti, ma il mio cazzo rimane ancora gonfio, non proprio dritto, ma si vede chiaramente l’asta che poggia su un lato dell’inzio coscia. Mi dirigo comunque verso il bagno sperando che il tragitto ed il passare del tempo, me lo ammoscino. Quindi apro la porta e la scena che mi si presenta davanti è da panico puro. Mia cugina Rita mezza nuda che si lava i denti piegata a novanta gradi! L’avevo giá vista in costume mia cugina, ed anche più di una volta essendo praticamente cresciuti insieme. Ma quella mattina, vedendola con solo una magliettina bianca di cotone leggero e con degli slip microscopici, l’effetto fu diverso. Vederla di spalle, con quelle lunghe gambe affusolate e con qualche pelo che spuntava fuori dalle mutandine, mi provocarono ovviamente una certa eccitazione nelle parti basse. O meglio, il pisello gonfio appena mi sveglio la mattina é ormai un classico per me come vi ho detto, un’abitudine che non sembra voglia abbandonarmi, ma vedere Rita mezza nuda non faceva altro che aumentare la mia erezione! Un’erezione che già si vedeva prima, ma che adesso rischiava di esplodermi nei boxer. È questione di secondi prima che lei si giri e mentre il tempo si dilata, io gli faccio la lastra: gambe dritte ed abbronzate, slip microscopico dal quale spuntavano peli neri da tutte le parti e due capezzoli che si intravedevano dalla maglietta. Ma quello che mi stava facendo letteralmente venire nei boxer, era Giulia, seduta sul water che pisciava. In quella frazione di secondo la vedo chiaramente a gambe aperte mentre un filino di pipi esce dalla sua fichetta per cadere rumorosamente nell’acqua del water.
«Ritaaa… tuo cugino… la porta…» grida Giulia mentre si alza mezza nuda.
«Scusate… scusate… pensavo che eravate ancora a letto…» dico balbettanto mentre mi sbattono la porta in faccia. Così ritorno in camera mia, o meglio in quella di Rita, chiudo la porta, mi avvicino alla finestra e leggermemte imbarazzato ripenso alla scena a cui avevo appena assistito. Non posso togliermela dalla tasta mentre sento il mio cazzo esplodere nei boxer. All’improvviso lei, Rita, entra in camera mia… sua. Ha indosso ancora la mogliettina che arrivava a coprirgli giusto le mutande. Mi guarda, osserva per qualche secondo il mio gonfiore e poi si dirige verso l’armadio.
«Scusa… scusa ancora per prima» gli dico mentre la osservo scegliere i vestiti.
«Figurati… non potevi sapere che eravamo già sveglie» risponde lei.
«Spero di non avervi messo a disagio» continuo io mentre gli squadro il suo culo tondo.
«A disagio? Proprio per niente, ma stai ancora così?» mi domanda voltandosi verso di me.
«Se prima non vado in bagno, che mi vesto a fare?» gli rispondo guardando furtivamente i peli della fica che gli uscivano dagli slip.
«Intendevo il tuo coso… si vede lontano un miglio che hai un’erezione» mi dice indicando il mio pacco.
«Ah, scusa… ma è così tutte le mattine» rispondo senza esitazione. A questo punto non volevo passare per un novellino o timido, visto che lei faveva la spaccona.
«Così duro tutte le mattine?» mi chiede alternando lo sguardo dai miei occhi al mio gonfiore basso.
«Proprio così duro tutte le mattine, no… ma stamattina ha avuto un incentivo» gli rispondo avvicinadomi a lei.
«Non dirmi che non hai mai visto due tette o una fica? Lo sò che tu ed Alessia scopate da almeno un anno… me lo ha detto lei più volte e mi ha detto pure che avevi un coso grosso… ma non pensavo così grosso» mi dice allungando una mano e toccandomi il pisello attraverso i boxer.
«Senti… non possiamo cambiare argomemto?» gli chiedo facendo un passo indietro per evitare che continui a torturarmi con le sue palpatine.
«Certo… era così… tanto per dire» mi risponde tornando a cercare qualcosa da mettersi.
Così dall’armadio tira fuori una gonnellina a scacchi, se la infila velocemente e prende un top rosso dal cassetto. Quindi sempre di spalle si sfila la magliettina che gli faceva da pigiama rimanendo nuda nella parte alta. Vorrei vedere le sue tette ora, ma la stronza non si gira lasciandomi solo l’immaginazione. Quindi si infila il top aderente e si volta finalmente verso di me. Ora è vestita, ma i suoi seni sono turgidi, intravedo i capezzoli dritti dare forma alla canottierina rossa. Si era sicuramente eccitata anche lei. A quel punto cerco di uscire dalla stanza per andare finalmente in bagno con il cazzo ancora dritto e gonfio.
«Io e Sara andiamo a comprare i panini, ci vediamo tra un po’… tu intanto fatti una sega o rischi di rimanere così tutto il giorno» mi dice mentre si allaccia le scarpe.
Evitai di replicare, c’era tempo per vendicarmi.
Quando esco dal bagno, finalmente un po’ più rilassato tra le gambe, entro in cucina ancora con indosso i boxer per preparare il caffè. Così nell’attesa che mi fossi cambiato, l’avrei poi trovato pronto. Ma appena varco la soglia della stessa, vedo Giulia giá vestita intenta a scaldare i cornetti. È questione di un attimo, lei si piega a novanta gradi per metterli nel forno e la sua gonnellina corta si tira su quel tanto da farmi vedere il suo culo ed il tanga infilato in mezzo allo spacco. Nella mia mente poi, come in un film, rivedo lei a gambe aperte mentre fá pipì. Forse per una volta avrei dovuto dare retta a mia cugina e masturbarmi giá di prima mattina, magari la ripresa del mio uccello sarebbe stata più lenta, invece non appena vedo un principio di fica, quella di Giulia, in meno di un secondo il cazzo mi diventa nuovamente duro. Lei poi si alza, mette la macchinetta del caffè sul fuoco e sentendo la mia presenza, si gira verso di me. Per un secondo non sà cosa dire, poi allunga lo sguardo sui mie boxer e mi dice:
«Ancora stai messo così? Fatti vedere da un medico Chase!»
«Non so cosa mi sia successo… ma quando sono entrato… ti ho vista chinata e… non potevo non guardare il tuo culo…» gli risposi cercando di sembrare disinibito.
«Ti è diventato duro per un culo? Questo culo?» mi risponde girando il bacino e mostrandomi il suo sedere alzando la gonna «e se avessi vista questa, che cosa poteva accaderti? Si vede allora che è un po’ di tempo che te le fai a mano, eppure le tue cugine mi hanno detto che hai una ragazza… non te la dà più?» continuò alzando questa volta la gonna dalla parte anteriore e mostrandomi la sua fica coperta da un pezzettino di stoffa. &#034È proprio degna di Rita e Sara questa maialina&#034 penso mentre me la mangio con gli occhi.
«A dirla tutta, tecnicamente io la tua fica l’ho già vista… forse tu non hai mai visto un uccello» gli dico questa volta più spavaldo.
«Allora sono in svantaggio, ora devi farmi vedere tu qualcosa…» mi risponde avvicinandosi a me lentamente.
Delicatamente mi poggia le mani sul petto, poi le porta sui miei fianchi e guardandomi negli occhi, mi fa scivolare verso il basso i boxer. Il mio cazzo spunta fuori come una molla, già dritto ed operativo.
«Hey… mamma mia» mi dice inginocchiandosi mentre mi accarezza i testicoli «devo dirtelo… non avevo mai toccato un cazzo così rigido e con una cappella così grande» continua afferrando questa volta l’asta. Le sue mani sono morbide, calde, mentre mi tirano la pelle dietro scoprendo la cappella.
«wow… è davvero enorme» continua lei a commentare ed iniziando a farmi una sega. Ero talmente eccitato e carico, che avvertivo giá la sborra salire lungo l’asta. Allora cerco di prendere tempo e la invito a rialzarsi. Voglio vederla nuda.
Parto dal basso per spogliarla. Ora sono io che mi inginocchio. Gli sfilo il tanga e poi la gonnellina, quindi rimango qualche secondo ad ammirare la sua fica. Non ha molti peli, forse se li rade di tanto in tanto, profuma di fresco, ma non poteva essere altrimenti visto che cinque minuti prima era in bagno, ed ha un aspetto quasi acerbo nell’insieme. La bacio in mezzo allo spacco più volte, mentre stringo il sedere con le mani. Poi mi alzo cercando di togliere il suo top azzurro. Lei mi aiuta e lo butta in una direzione qualunque. Il mio cazzo gonfio, nella risalita, si posiziona tra le sue gambe, gambe che lei stringe provocandomi un brivido ed uno spasmo. Cerco di non venire, non ancora. È troppo presto per innaffiarla.
Le mie mani sono lungo i sui fianchi, poi le porto dietro la schiena e gli slaccio il reggiseno. Vengono fuori due tettine bellissime, i capezzoli sono bellissimi e turgidi. Passo le mani davanti ed inizio ad accarezzarle il seno, tormento quella due ciliegine stringendole tra l’indice ed il pollice. Non sono molto grandi, ad occhio una seconda scarsa, ma sicuramente ben proporzionate e con delle areole pronunciate per quelle dimensioni. Lei intanto mi stringe il cazzo con vigore, sale e scende lentamente con la sua mano per tutta la lunghezza del bastone, a volte mi accarezza le palle, me le prende nella mano e ci gioca per qualche secondo per poi ritornare sul cazzo. Aveva capito che le mie palle erano gonfie e pronte ad esplodere come un vulcano, così dopo un po’ molla la presa, fa un passo indietro, si siede sul tavolo della cucina divaricando le gambe e poggia le sue mani dietro di sè. Lo spettacolo è da cardipalma, il sole che batte sulla sua fica mi fa assaporare ogni millimetro del suo posto più intimo. Mi avvicino a lei e struscio il mio cazzo sulla sua fica, provo ad entrare dentro di lei, o meglio, gli faccio credere che voglio entrare nel suo buchetto, ma in realtà voglio portarla al massimo dell’eccitazione. Così quando la mia cappella incontra le sue grandi labbra, con una mano mi tiro avanti la pelle del cazzo, ed il movimento avanti lascia uscire dal mio buco diverse gocce di sperma. Era quello che volevo. Uso la sborra come lubrificante ed inizio a masturbarla, a fargli un ditalino. Entro ed esco esplorando ogni anfratto del suo posto più intimo, la sgrilletto fino a quando non la sento ansimare ed emettere un gemito.
«É stupendo… ah… non smettere…» balbetta alzando la testa al soffitto «hai un dito che sembra un cazzo» aggiunge lei mentre sento la sua fica pulsare ed inumidirsi.
Continuo a masturbarla per un po’, alternando l’indice con il dito medio, per poi passare ad entrambi, li facevo roteare come se volessi allargarmi la strada in quel piccolo bosco. Contemporaneamente inizio a baciarle i seni ed a leccargli quei capezzoli da favola, mentre lei muoveva il suo bacino facendo strusciare la sua fighetta più in profondità intorno alle mie dita. Il suo buco grondava di piacere, era fradicio, decido di penetrarla. Sfilo le dita e lentamente avvicino il mio cazzo che pulsava di piacere, appoggio la cappella al suo spacco, cerco il buchetto ed una volta trovato, finalmente glielo metto dentro. Scivola al suo interno con facilità, quindi inizio a muovere il bacino avanti ed indietro fino alle sue profondità, cerco di baciarla, non lo avevo ancora fatto e soffoco il suo gemito con la mia lingua che esplora la sua bocca. Sento le miei palle sbattere sull’esterno della sua fica, che unito al rumore del cigolio del tavolo, non fanno che aumentare la mia eccitazione. Spingo sempre più forte, voglio farglielo arrivare in gola.
«aaah… piano… così mi spacchi Chase» mi dice forse più per incitarmi che per una reale dolore. Con una mano afferro il suo culo, mentre con l’altra gioco con i suoi seni, talvolta stuzzico i suoi capezzoli, altre li spremo come una spugna. Quindi è lei che porta le sue mani sul mio culo, mi spinge dentro di sè sempre più. Poi sento improvvisamente il suo dito che si infila nel mio buco del culo, così… di sorpresa. Forse tocca qualcosa, stimola non sò che, o forse ero gonfio da troppo tempo, ma non appena il suo dito si insinua nel mio ano, non trattengo un gemito di piacere seguito da una lunga sborrata dentro di lei.
«Siii… sento il caldo del tuo piacere, non smettere» grida Giulia.
Invece faccio l’esatto contrario, sfilo il mio cazzo mentre lo vedo sgocciolare sperma sul tavolo e cercando di trattenere altre schizzate. La porto in camera di Sara, mi sdraio sul letto e la invito a fare altrettanto. Con il cazzo umido ed ancora pulsante, la voglio sopra di me. Lei non si fà pregare e si siede sulla mia asta. Lentamente se lo infila tutto dentro, centimetro dopo centimetro. La mia posizione supina l’aiuta a sentire il mio cazzo nelle sue profondità.
«Chase… hai un cazzo enorme… ah… lo sento fino ai polmoni» mi dice mentre muove il bacino su e giù lungo l’asta.
Io sono al culmine, l’aver trattenuto la sborrata inizia a crearmi fastidio, sento le palle doloranti, gonfie. Ma è così che mi piace, voglio svuotarmi solo quando ho il carico di sperma al limite. Afferro il suo sedere con le mani, ora sono io che spingo lei e la sua fica su di me, la sua fica che già sento godere, avverto gli spasmi delle sue pareti sul mio cazzo, la sento stringere la mia asta. Anche io ci sono quasi… sento la sborra salire lungo l’asta… sto per venire… percepisco quel brivido che precede la schizzata… eccomi… vengo…
«Non fermarti Giulia…» riesco a dire con voce tremolante. Finalmente vengo, sento lo sperma avvolgere il mio cazzo ed inondare le pareti della fica di Giulia. Schizzo più volte dentro il suo posto intimo… una volta… due… tre… lei non smette di spingere ed io continuo a sborrare come un vulcano… spruzzo non sò quante volte, fino a quando all’ennesimo spasmo del mio cazzo, non emetto un gemito liberatorio di godimento.
Per qualche secondo rimango dentro di lei, il mio cazzo lo sento ancora pulsare ma non avverto altre spruzzate. Sono svuotato. Quindi Giulia si sfila il mio pisello ancora in erezione e si sdraia accanto a me.
«Ci sai fare Chase… ma ricaricati in fretta, devi rifarmi anche il culo» mi chiede accarezzando il mio pisello unto di sperma e passandosi poi la mano pregna di sborra sulle labbra.
«Non preoccuparti, Chase avrà tutto il tempo per farcirti il culo Giulia» disse una voce proveniente dalla soglia della camera da letto.
«Questa è roba vostra?» domandò una seconda voce mentre dei boxer, un top ed una magliettina venivano lanciati sul letto.
Erano Rita e con lei sua sorella Sara che parlavano. Le mie cugine. Presi dal nostro amplesso, io e Giulia non le avevamo sentite rientrare. Entrambi non diciamo nulla, Giulia si rialza velocemente e corre in bagno recuperando la sua roba, io rimango ancora sul letto, con la mia erezione che non accennava a sparire e con lo sperma che ancora colava lungo l’asta. Quindi mi alzo dal letto e rivolgendomi a Rita, rispondo:
«Mi avevi detto di farmi una sega o rischiavo di rimanere tutto il giorno a cazzo dritto… ho pensato che scoparmi la tua amica fosse uguale».
Entrambe non dissero nulla, l’unica cosa che vibrò nell’aria, fu il rumore della porta che mia cugina chiuse violentemente!

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