La nuova estetista

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Come al solito lui torna a casa verso il tardo pomeriggio, dopo aver lavorato tutto il giorno. Sta ancora pensando ad una bella signora dai capelli scuri e gli occhi verdi, che gli si era seduta di fronte nella panineria dell’angolo vicino al suo ufficio. “Sarà la primavera – pensò – ecco perché mi ha fatto quella strana sensazione. Oppure, perché indossava una minigonna svolazzante. Chissà se aveva le mutandine. Bo? Fortunato chi se la scopa!”.

Poco più tardi arrivò anche lei, sua moglie. Camicia scollata, seno piccolo per cui poteva essere indossata anche senza reggiseno. Per quanto riguarda gli slip, invece… non c’era nessun dubbio. Lei non li indossava affatto; figuriamoci in primavera, quando l’aria diventa più tiepida. Una gonna leggera, un po’ sopra il ginocchio era tutto ciò che separava la sua fica con il Mondo.

Lei scappa subito per il bagno… dopo una giornata fuori una pipì kilometrica è il minimo. Lui la raggiunge proprio quando lei si stava alzando e tirando lo sciacquone. “Ciao, amore! Come va?” Mi lavi tu la fichetta per favore? O preferisci leccarla dopo una giornata di sudore e qualche goccia di pipì?”
“Ma che schifo, dai! Sei sempre la solita! Certo che te la lavo io. Lo sai che mi piace farlo”.

Si alzò la gonna, si sedette sul bidet; lui regolò l’acqua e con il sapone profumato e delicato iniziò a lavarle prima la fichetta e poi il buco del culetto. Con due mani; destra e sinistra. La destra strusciava il clitoride e la sinistra tentava di violare l’ingresso posteriore. Lei aveva le mani libere, quindi gli aprì i pantaloni per succhiarli il cazzo, già in fase di crescita.

Ma il telefono squillò e quindi furono costretti a rimandare; rispose lui. Al telefono era una voce femminile, non familiare però già sentita da qualche altra parte. Ma dove? In un secondo, lui le passò la cornetta. Porca miseria, meno male che se era accorta. Aveva dimenticato il portadocumenti, con bancomat e carta di credito, dall’estetista. Avevano recuperato il numero di telefono dal nome tramite Facebook; allora a qualcosa serve, pensò lei; non soltanto a guardare le troiette di 18 anni che si mettono il culo a ponte e le labbra a pompino imminente in attesa e nella speranza che qualcuno se le sbatta.

– “Come? Sei andata dell’estetista? Di nuovo?”
– “Sì”
– “Ma la tua estetista non si chiamava Giovanna?”
– “Questa è un’altra. Fa cose che Giovanna non fa”
– “E cioè?”
– “Sei il solito. Non ti accorgi di niente. Non ti sei accorto che mi sono depilata la fica?”
– “Sai che novità! E poi lo fai perché così quando ti metti i pantaloni attillati o il costume tutti godono dello spettacolo della tua fica con le labbra aperte!”
– “Lo faccio per te, invece. E comunque ti piace che gli altri mi guardano e sbavano. (aveva ragione). “Adesso ho fatto la depilazione definitiva, quella con il laser. Niente più peli, mai più!”
– “Davvero? E come potrei conoscere la differenza? Come potevo vederla con tutto quel sapone?”
– “E’ inutile. Sei uomo, ti fai la barba ogni giorno, ma di peli non ne capisci un cazzo! Dovevi sentirla già con il tatto, no?! Ecco guarda.”
E lei si sedette sul tavolo della cucina, davanti al balcone così l’ultima luce del giorno arriva meglio ma anche perché eventuali vicini guardoni avrebbero approfittato dello spettacolo. Si tirò su la gonna, spalancò le gambe e con le mani si aprì la fica.
– “Vedi? È proprio il caso di dire che non c’è nemmeno l’ombra di un pelo. Adesso leccamela, dai, leccamela e fammi venire prima che arrivi l’estetista.” Gli prese la testa e gliela pigiò contro la fica aperta.
– “Come viene l’estetista? – slurp, slurp – “perché viene l’estetista?”
– “Mi consegna il portadocumenti, ricordi? Lecca, infila la lingua”.

Tutta la zona attorno alla fica aveva sempre dato alla lingua una sensazione di… come dire… scabrezza; certe volte di più certe volte meno, a seconda quanto tempo era passato dall’ultima rasatura. Adesso era perfettamente liscia. Anche il gusto sembrava diverso, sembrava avere un gusto più femminile e giovanile.
Le infilò la lingua per bene, le succhiò il clitoride e poi di nuovo la lingua nella fica tirando verso fuori le labbra esterne in modo tale da allargare il buco e poter raggiungere più comodamente le parti più sensibili. Lei non ci mise molto a venire.

Qualche minuto dopo il citofono suonò. Erano passate già le 19:30. Era l’estetista. “Sali, sali Andrea. Quinto piano a destra.”
– “Come ‘Andrea’? Ma ti sei fatta depilare la fica da un uomo?” Lei non rispose. “Adesso magari mi dici che è una checca e che non è interessato alle donne. Sei proprio una troia, amore mio!”.
– “Che c’è? Fai il geloso? Lo so che ti eccita quando gli altri ci provano ed io sto al loro gioco. E comunque… ecco ‘Andrea’, l’estetista”. Proprio in quell’istante suonò il campanello della porta. “Ma vuoi aprire così, nuda?”. “Non sono nuda – ripose lei – Ho indosso la camicetta”.
– “Sì ma non hai la gonna!!! E poi la camicetta è completamente aperta. Dico, un minimo di…”

Prima che potè finire la frase la porta era già aperta ed ecco ‘Andrea’.
“Ma come – pensò lui – la signora che ho visto a pranzo!!! Non può essere”.
– “Vieni, vieni Andrea… non far caso al disordine. Mio marito ed abbiamo appena finito di…”
– “Non preoccuparti, noi donne siamo sempre così impegnate. Lavoriamo fuori, a casa”
– “Amore, scusa, ma più che non curarsi del disordine dovresti dire di non far caso a come sei vestita, anzi svestita”.
– “Ah, Andrea. Lui è mio marito Ezio. Ezio, ti presento Andrea”.
– “Piacere”. “Piacere – rispose la bella Andrea – Non preoccuparti affatto di essere nuda; a me non fa caso; e poi sei così bella. Perché nascondere le grazie a tuo marito?”
– “Andrea accomodati, ti offro qualcosa da bere” – disse lui e aggiunse: “Mi pare che oggi ci siamo visti da…”
– “Ci siamo visti, sì ci siamo visti. Direi quasi che mi fissavi, altro che. Tuo marito, mia cara, mi guardava per spogliarmi e poi trova strano che tu stia nuda. Oh, gli uomini. Tuttavia, scommetto che hai appena fatto vedere al tuo maritino il bel lavoretto che abbiamo fatto, non è vero?!”
– “Sì, infatti.” – disse lei.
– “ E gli è piaciuto?”
– “Certamente. E lo ha pure ‘assaggiato’ – disse con una risata allegra e gentile.
Anche Andrea rise; lui invece era veramente imbarazzato.

“Credo che sia il caso di fare lo stesso lavoretto anche a te, mio caro. Tu che ne dici, Nina?”.
– “Sono d’accordissimo” – rispose lei – “Sono stufa di masticare peli quando… be ci siamo capiti!”.
E di nuovo risero entrambe; lui sempre più imbarazzato.

“Va bene, allora, quando vuoi mi vieni a trovare e provvediamo a…”
“Non se ne parla assolutamente, ma proprio per niente!!!!” – Disse lui in modo serissimo.
“Guarda, Andrea, dimmi un po’ tu che di uomini te ne intendi più di me (e qui partì un’occhiata malandrina tra le due donne) se gli faccio un pompino quello che mi potrebbe capitare!!!!” – e poi rivoltasi al marito “Vieni qui e abbassati i pantaloni”.
– “Ei, dico. Stiamo su scherzi a parte? Tu sei nuda davanti ad un’estranea e per giunta mi dici di mostrare il mio coso ad una che non ho mai visto in vita mia?!?”
– “Ma se a pranzo mi volevi scopare!” – disse Andrea. “I soliti uomini!”
– “Allora? Dobbiamo aspettare ancora molto?! Tirati giù i pantaloni, così Andrea vedrà come deve farti la depilazione.”

Lui, quasi inebetito, si tirò giù in sol colpo pantaloni e mutande. Venne fuori un pisello piccolo, ma soltanto perché aveva imbarazzo per la situazione.
“Oh, mia cara. Ma tu sei proprio messa male” – disse Andrea a Nina. “Ma riesci a godere con un pisellino primavera findus?”
“Senti, non è così!!! Diglielo tu, Nina, che non è così. Per adesso sono imbarazzato, ecco perché”. Ma l’orgoglio di uomo stava vincendo l’imbarazzo; quella situazione poi! Sua moglie seduta sul divano, cosce allegramente aperte davanti a lui; Andrea con quella gonna svolazzante e forse anche lei senza mutande…. Il pisello iniziò a crescere, a crescere a crescere.

“E adesso? Che si salta in mente” – disse Nina. “Dimmi Andrea, come si può fare un pompino senza ingoiare qualche pelo?”
– “E tu vuoi ingoiare soltanto qualcos’altro, non è vero?!?” Disse Andrea ridendo amabilmente.
“Proprio così! Allora piace anche a te, giusto?”.

Lui riprese la situazione e pensò di ricavarne il massimo del profitto. “Andrea, secondo me e mia moglie che sbaglia i movimenti e così…”
“Ho capito” – lo interruppe Andrea – “Vuoi che provi io? Se tua moglie mi da il permesso… un cazzo non si lascia mai scappare.”
“Certo che puoi” – rispose Nina – “Così ti renderai conto anche tu”.

Andrea si mise a quattro gambe sul divano e non appena lui si avvicinò al bracciolo iniziò a spompinarlo lentamente, ma fino in fondo da vera professionista per capire se effettivamente i peli davano fastidio.

Nel frattempo Nina si godeva il panorama della gonna cortissima di Andrea. “Non ha le mutande, vero?” – Chiese lui alla moglie. “No, non ce le ha” rispose Nina; e subito infilò la testa sotto la gonna di Andrea.
“Ahaa, Nina. Mi stai ricambiando la cortesia?! Brava, brava continua mi piace come lecchi” – disse Andrea e riprese a spompinarle il marito.

Ancora qualche colpo e Andrea chiese “Dove vuoi infilare il tuo cazzo? Da me o da tua moglie? Tra poco esplodi, lo sento con la lingua”.

Nina subito disse che per questioni di ospitalità avrebbe gradito che il cazzo del marito finisse dentro Andrea, ma che avrebbe voluto che Andrea lo prendesse da dietro poiché lei voleva continuare a lavorare da sotto fino a farla venire mentre il marito la inculava.

Lui lasciò la sua posizione, girò dall’altra parte del divano dove la moglie distesa a cosce larghissime si stava sparando un ditalino mentre con la bocca sliguettava sotto la gonna di Andrea. Lui alzo i lembi della gonna vide subito il buco del culo meravigliosamente disegnato come se fosse un richiamo, un bersaglio e senza pensarci infilò il suo cazzo bagnatissimo.
Entrò subito, senza attrito né resistenza.
Colpi su colpi, ma si accorse che la moglie non stava leccando la fica di Andrea. Le stava succhiando il cazzo!!! Andrea era un transessuale!!! Bellissimo,ma transessuale.
Questo lo fece eccitare ancora di più. “Sei proprio una zoccola, amore mio! Mi stai facendo inculare un trans, ma in realtà mi hai inculato tu!”.
Andrea emetteva gridolini vogliosi e venne nella bocca di Nina, che ingoiò tutto. Anche lui venne nel culo di Andrea, assieme a Nina. E mentre Nina non si lasciò scappare una goccia di sborra sia che uscisse ancora dal cazzo del marito, sia che uscisse dal culo di Nina, lui le leccava la fica per assaporarne il succo e per sentire ancora una volta quanto era liscia.

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