Aldo

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Matteo era in vacanza con i genitori, lontano da casa e dai suoi amici si annoiava spesso ma per fortuna aveva portato con se il PC portatile ed aveva conosciuto in chat un bel maschio di cui aveva potuto vedere l’esuberanza solo in cam ed ora il suo culo desiderava essere scopato duramente da Aldo, che sembrava davvero un bel porco. Il suo cazzone era il più grosso che avesse mai visto ed il suo corpo muscoloso e pelosissimo lo eccitava da matti. Avevano giocato alcune volte in cam e Matteo mostrava con quale facilità un flacone di shampoo gli entrava nel buchetto. Così un pomeriggio si posizionò con il motorino davanti al bar dove sapeva che lavorava e sotto una fila di alberi attese sperando di vederlo uscire. Finalmente apparve sul portone, così si avvicinò salutandolo con finto distacco. ‘Ciao Aldo….’ ‘Che cazzo ci fai qui frocetto?’ gli disse quasi sottovoce ‘Son venuto in cerca del tuo cazzo, se ti va….’ sussurrò ‘Seguimi con il motorino ma non farti vedere, se mi sputtani ti rovino’ Lo seguì a debita distanza per circa dieci minuti poi l’auto accostò e lo fece salire ‘Coricati tra i sedili che nessuno ti veda’. Entrarono nel garage della sua casa. ‘Cosi’ hai voglia di cazzo, eh?? Ora ti do tutto il cazzo che vuoi e preparati perché ti rompo davvero il culo, son tre giorni che non scopo con la mia ragazza, devo sfogarmi’. Gli strappò quasi i vestiti di dosso ed anche lui fu subito nudo esibendo il cazzone già duro che come un palo usciva dalla foresta di pelo nero del suo pube. Matteo si inginocchiò per leccare le caviglie, le gambe massicce e poi ingoiare il cazzone. Lui gli teneva le mani sulla testa e lo spingeva fino in gola facendogli uscire le lacrime per lo sforzo mentre con le mani Matteo gli carezzava le gambe ed il culo pelosissimo. ‘Scopami, ti prego scopami, ti voglio nel culo’ ‘Vieni ciuccicazzi, andiamo sul letto’. Ci salì in un balzo posizionandosi a pecorella ed inarcando la schiena per offrirgli il culo.
Invece di sputare sul buco Aldo iniziò a leccarlo mordendogli le chiappe ‘Hai un culo favoloso, meglio della mia ragazza, te lo rompo… te lo rompo sul serio’ e quando fui abbastanza bagnato appoggiò la cappellona grande e morbida e fu dentro. Matteo non urlò perché essendo in casa sua non voleva che nessuno dei vicini sentisse nulla ma si sentì squartare. Fu subito tutto dentro e lo montava con grande forza tenendolo per i fianchi o afferrandolo per i capelli. ‘Troia…troia…troia… sei una gran troia ed il tuo culo è fantastico!’ Matteo lo pregava di fare più piano ma non sentiva ragioni e continuava a cavalcare con tutta la sua forza finché il suo cazzo divenne ancora più grosso e gli allagò il retto. Diede ancora qualche colpo poi si fermò piantato ben dentro mentre prendeva fiato e lo sculacciava con entrambe le mani. Gli mise un braccio attorno alla vita per non uscire da quel caldo culetto e si sedette sul letto per poi coricarsi facendolo impalare sul suo trave. ‘Muoviti cosi’, impalati sul cazzo del tuo stallone preferito che abbiamo solo iniziato a godere…’ Dandogli le spalle iniziò a saltellare sul suo cazzone appoggiando ogni volta il buco sul suo pube per sentirlo entrare fino in fondo. Non accennava a diventare molle e fu fantastico. Poi si girò per guardarlo in faccia mentre dava il ritmo della scopata e lo faceva godere. Toccava il tuo petto muscolosissimo e nero di pelo strizzandogli i capezzoli mentre lui gli infilava le dita in bocca per fargliele succhiare. ‘Alzati, voglio scoparti di nuovo a pecora’, si posizionarono come preferiva e prima di infilargli il cazzo gli infilò le dita muovendole furiosamente facendolo gemere e quasi urlare dal piacere e dal dolore: ‘ Ti avevo avvertito… oggi ti spacco il culo…’ E poi cominciò l’inculata spingendo il cazzo tutto dentro e facendolo uscire completamente per poi buttarlo dentro con un sol colpo. Matteo si sentiva aperto come non mai ed il culo sbrodava come una fontana. Andò avanti così per circa dieci minuti poi riprese a stantuffare con forza sborrando ancora nel suo intestino. Erano esausti ma soddisfatti. Con tre dita nel culetto di Matteo per tenerlo aperto Aldo gli fece raccontare quanto gli piacesse farsi scopare e quanti cazzi avesse preso dall’arrivo in paese e con questi racconti il suo cazzo si inturgidì nuovamente. Si alzarono in piedi e lo prese in braccio faccia a faccia. Matteo si teneva stretto al collo di Aldo mentre lui gli spalancava le gambe e lo infilzava ancora con il suo cazzo: le sue mani sotto le cosce e con tutto il peso del corpo si impalava sul suo trave.
Lo stava spaccando….aveva l’ano che bruciava ma il corpo peloso ed il suo sguardo da perfetto figlio di puttana eccitavano terribilmente Matteo rendendolo troia. La terza sborrata la fece in bocca con un grugnito di piacere che sembrava uscito da una caverna. ‘Resta qui, non abbiamo finito’
Gli diede da bere una coca e poi si fece succhiare ancora il suo cazzone.
Lo volle scopare l’ultima volta a gambe spalancate e coricato sulla schiena, ‘Come una vera troia’, disse ed usava tutto il suo peso per montarlo con forza. Matteo sborrò senza toccarsi mentre gli accarezzava le braccia pelose e si infilavano la lingua in bocca. Lo accompagnò a prendere il motorino ed arrivare fino a casa con il culo rotto fu un’impresa ed ad ogni sobbalzo della strada gli sembrava di avere ancora il suo cazzone dentro.
Il viaggio ritorno a casa, anche se breve, fu impegnativo per il culetto di Matteo che ad ogni sobbalzo gli mandava chiaro il segnale di quanto fosse stato duramente maltrattato. Il suo budello produsse una gran quantità di umori che inzupparono il retro della mutanda lasciando una chiazza evidente anche sui pantaloni. Seduto sul bidet con l’acqua fresca che dava sollievo Matteo verificò che due dita entravano agevolmente e si lavò in profondità. Dovette ripetere questa operazione alcune volte durante le due ore successive ed ogni volta si piegava ed allargava le natiche con le mani per osservare il proprio buco nello specchio del bagno constatando che restava sempre ben aperto. Vedere il buchetto, ormai un “bucone” rosso ed un poco gonfio lo eccitava molto lasciando il suo cazzo in costante erezione. Tre giorni dopo era di nuovo appollaiato sul motorino sotto gli alberi davanti al bar di Aldo in attesa. Erano le due e mezza del pomeriggio, il turno del mattino era terminato ed Aldo stava per tornare a casa. Si guardarono restando ciascuno al di là della strada: bastò un cenno del capo per capirsi. Matteo lo precedette lasciando il motorino legato al solito palo e quando l’auto accostò si infilò subito tra i sedili posteriori. La voce profonda di Aldo lo eccitò all’istante “Allora, frocetto vuoi ancora una dose di cazzo eh? Bene…bene….. ed io sono qui per dartela haahhaah” “Mi è bruciato il culo per due giorni e sono ancora un po’ aperto sai?” “Mmmhhh vedrai che oggi ti apro ancora di più!” Arrivati in garage non era ancora sceso dall’auto che Aldo lo afferrò per i fianchi e giratolo gli infilò la lingua in bocca mangiandogli le labbra per poi leccargli la faccia “Mi ecciti da morire piccolo frocetto, il tuo culetto mi ha stregato…spogliati subito, dai muoviti!” Lo trascinò in salotto e fattolo inginocchiare sulla poltrona con il culo proteso e con la faccia contro lo schienale si tuffò a mangiargli le natiche ed il buchetto. “mmmmmmhhhhhh porco diavolo che culo hai…” mentre con le mani gli allargava le natiche quasi volesse strappargliele via la lingua entrava e le labbra mangiavano la sua rosellina che si apriva.
La barba di due giorni ispida e dura sembrava cartavetro e Matteo quasi rantolava dal piacere. Aldo si staccò solo per spogliarsi: il cazzo grosso e durissimo era pronto a dargli piacere a discapito del culetto di Matteo che restava fermo pronto del suo destino. Una sculacciata lo colpì sulla natica destra. Poi un’altra proprio sul buchetto, ed un’altra ancora. Forti. Decise. Dure. “aiiiohhh cazzo aiiiohhh….fai piano!” “Taci…taci e lasciami fare che ti ammorbidiscoil buco” ancora una sculacciata data, questa volta, dall’alto verso il basso lo fece saltare in piedi mentre il buco andava letteralmente in fiamme. “aiiiooooohhhhhhh mi fai troppo male…dai smettila!” Aldo lo spinse di nuovo nella posizione di prima, Matteo non sapeva se restare o ribellarsi ma l’eccitazione era massima. Nell’instante in cui si era alzato aveva visto di nuovo il corpo nudo di Aldo, pelosissimo, nero, abbronzato con il segno del costume che rendeva ancora più evidente il contrasto del pelo nero sulla pelle bianca e poi c’era quel cazzone durissimo che stava ritto verso l’alto con la cappella che sembrava scoppiare dalla tensione, le palle grosse pendevano pesanti. Si aspettava una nuova forte sculacciata invece il suo buchetto ricevette la lingua di Aldo, le labbra, i baci, le carezze. La lingua tutta dentro per almeno cinque minuti. Poi il cazzone si appoggiò e lentamente, con una lentezza estenuante entrò fino in fondo. La scopata iniziò subito dopo aver toccato con il pube contro il buco largo e bagnato. Matteo aveva voglia di urlare tutto il suo piacere, mai nessuno lo aveva scopato in quel modo. Duro e dolce assieme. “Ti inculo frocetto, ti spacco di nuovo il culo..te lo spacco di nuovo…te lo spacco tutte le volte che vuoi, giuro…” la sborrata arrivò alcuni minuti dopo, Aldo si teneva attaccato direttamente alla poltrona per spingere con più forza. Restò dentro per scaricarsi completamente, il fiato sul collo, la bocca sull’orecchio. Raddrizzò la schiena, inserì le mani sotto le cosce di Matteo e lo sollevò: la schiena contro il suo petto peloso, il cazzone ancora duro piantato tutto dentro. Senza fatica lo portò in cucina, i piedi appoggiati sul tavolo….lui lo sosteneva sotto le cosce mentre il corpo cadeva pesantemente sul cazzone ogni volta che Aldo lo sollevava per poi lasciarlo andare. “Porco cazzo mi stai sfasciando il culo…..continua…continua ti supplico…” la schiena che sfregava sul petto, le braccia pelose e le mani grosse che lo toccavano ovunque senza vergogna, senza pudore. Matteo ebbe il suo terzo orgasmo che colava fori dal cazzo mezzo moscio che sballottava al ritmo della scopata. Un braccio di Aldo attorno alla vita lo tenne fermo mentre un dito che prima accarezzava il suo buchetto pieno di quel cazzo che restava sempre durissimo forzò l’orifizio e si fece strada accanto al cazzone. “Ommmiodddioooo ommmiodddioo che stai facendo???” “ti sto spaccando il culo piccolo mio, ti sto spaccando il culetto ancora di più…” il dito iniziò a salire per poi uscire completamente e rientrare molte volte. La posizione a gambe piegate e la stretta del braccio non gli consentivano alcuno scampo ma forse non si sarebbe mosso nemmeno se avesse potuto….Si sentiva stirare il buchetto come mai era successo e godeva di pari grado. Poi il gioco finì ma solo perché potesse iniziare quello successivo….. Matteo si coricò sul letto di schiena, Aldo accanto a lui non smetteva di baciarlo infilando la lingua e succhiandogli la sua, due, tre e poi quattro dita forzarono il suo culetto bagnate dai suoi umori viscidi. La stessa mano ogni tanto abbandonava il culo per masturbarlo un poco e giocare con i testicoli ma la dilatazione gli lasciva il cazzo duro solo a metà. “mettiti a pecora, ti voglio inculare ancora” Obbedì totalmente affascinato da quel maschio che lo portava all’inferno ed un attimo dopo in paradiso “troia…sei una puttana rotta in culo….porco diavolo quanto mi piace il tuo culo rotto mmmmhhh…ti spacco….ti spacco in due….” mentre con le mani sui fianchi lo tirava verso di sé con tutta la forza che aveva. Gli riempì l’intestino con una nuova sborrata meno potente delle due precedenti ma il culetto era talmente rosso ed irritato che sentì questa ultima monta come la più intesa di tutte. Aldo si lasciò andare sul corpo di Matteo che sotto il suo peso quasi faticava a riprendere fiato ma il braccio pelosissimo accanto al suo viso e l’odore di sesso che emanava gli risvegliò il cazzo premuto contro il materasso…..avrebbero fatto ancora sesso quel giorno, ne era assolutamente certo……..
Il respiro di Aldo riprese un ritmo regolare, il suo alito caldo sul collo di Matteo era eccitante. Nessuna parola, solo una ritrovata calma: per un momento il tempo si era fermato. Odore di sperma, sudore lieve sulla pelle, acqua di colonia tutto mescolato: era l’odore del sesso. Matteo mosse leggermente la testa per avvicinare la bocca al braccio di Aldo e sentire i peli sulle labbra, con la lingua lievemente ne assaporò il gusto salato. Il cazzo sempre più duro premuto sul materasso gli faceva quasi male ma per nessun motivo al mondo avrebbe rinunciato a quella sensazione. Il grosso cazzo di Aldo ormai moscio sgusciò fuori dal suo culo e come un tappo tolto lasciò liberi gli umori di uscire dall’intestino. “Cazzo frocetto che scopata!” disse facendo leva sulle braccia per sollevarsi. Con le mani gli allargò un poco le natiche “hehehehe porca-di-quella-troia che buco ti ho fatto…..mmmmhhh fammi vedere bene….sì sì questo sì che è un culo rotto come si deve….” “E’ stato bello, Aldo, mi piace come mi scopi….” “Lo so frocetto, anche a me piace fotterti il culo. Io mi faccio una doccia, sono appiccicoso da far schifo, vieni anche tu, dai” disse dandogli una leggera sculacciata sulla natica. Nudo perfettamente a proprio agio nel suo corpo massiccio e con il cazzone gocciolante Aldo sparì nel bagno. Quando riuscì dopo dieci minuti si sorprese nel trovare Matteo ancora sul letto con gli occhi chiusi intento a smanettarsi il cazzo. Restò ad osservare fino a vedere lo schizzo di sborra imbrattargli la pancia.
“E bravo il porcello, hai ancora voglia di sesso…” Matteo nonostante si fosse appena lasciato aprire il culo e scopare senza ritegno si sentì imbarazzato. “Posso fare la doccia?” “vai vai pure frocetto che magari poi ti inculo di nuovo” Erano sufficienti poche parole dette con quello sguardo da figlio di puttana per eccitarlo. L’asciugamano legato in vita, i capelli bagnati, il pelo nero di nuovo soffice e pulito lo rendevano agli occhi di Matteo la concretizzazione dei suoi sogni più proibiti. Decise di tornare in camera completamente nudo anche lui ed il suo cazzo era di nuovo bazzotto. Aldo era seduto sul letto intento a guardare la TV, lui si inginocchiò alle sue spalle “Lasciami fare, ti prego…” Le mani accarezzarono il collo, le spalle, poi passarono sul petto mentre la lingua si insinuava nell’orecchio sinistro ed i gemiti di Aldo iniziavano a sentirsi. “Ho il culo che mi fa un male cane ma non riesco a smettere di volerti…” “Mhhhh frocetto, sei in calore oggi…..guarda che se continui così poi te la devi vedere con il mi cazzo” e prese una mano per portarla sul suo palo che stava svettando di nuovo. Matteo non fermò la propria mano che lo segava lentamente. “Lo hai voluto tu….mettiti a pecora” Sostenne lo sguardo solo un istante poi obbedì a quelle parole che più che un invito erano un ordine. Il viso contratto per il timore di sentire davvero troppo dolore ma ancora una volta Aldo sapeva come portalo all’eccitazione. Una lunga e lenta leccata partì dalle palle lungo tutto il solco delle natiche per fermarsi al coccige per poi ridiscendere e risalire soffermandosi sul buco ormai aperto che rispondeva immediatamente agli stimoli caldi della lingua per aprirsi di nuovo al massimo. Uno sputo e la cappella spugnosa strusciava per bagnarsi e poi entrare “Mmmmmmhhhhhh porca-di-quella-troia che buco hai frocetto…un guanto per il mio cazzo….” Matteo sì morse le labbra per la fortissima sensazione. “Fai piano, per favore….” Aldo iniziò una scopata cadenzata, regolare con movimenti profondi, quasi tutto fuori e tutto dentro, quasi tutto fuori e tutto dentro, quasi tutto fuori e tutto dentro; le mani appoggiate sui fianchi ogni tanto accarezzavano la schiena ed arrivavano ad afferrare le spalle ed una afferrava i capelli ma tutto questa volta era più sensuale, più lento. Poi le cose cambiarono. Un braccio attorno alla vita e lo fece di nuovo appoggiare contro il suo petto fermandosi piantato completamente. “Fatti una sega frocetto, dai fammi vedere come sborri con il mio cazzo in culo” “Non so se riesco, mi sono segato prima” “Io non mi muovo dal tuo culo rotto fino a che non ti vedo sborrare…..dai palle mosce che ce la fai!” La schiena contro il petto peloso e duro, le braccia altrettanto pelose che lo cingevano…con la mano destra si menò il cazzo per farlo diventare duro ed iniziò a masturbarsi. “Bravo così frocetto, così…” Aldo teneva le labbra sulla spalla mentre sporto in avanti lo guardava godere “Più veloce…più veloce dai” ed in pochi minuti stringendo le natiche attorno al cazzone che lo impalava e sembrava ancora più grosso con le contrazioni per l’orgasmo crescente il suo cazzo sparò sulle lenzuola due schizzi bianchi. La respirazione affaticata. “Ecco così…bravo….stringi le chiappette contro al mio cazzo mmmhhhhhhh bravo” e con una spinta lo fece mettere di nuovo e carponi con il viso sul materasso e riprese la monta. Ora lo sfintere era contratto per l’orgasmo, l’eccitazione era quasi svanita e proprio ora Aldo ricominciò la monta dura, quasi feroce facendogli mordere il cuscino per non urlare. “Pianooooooo fffffaiii ppppiaano” “Ti piace il cazzo in culo, vero….ecco prendilo tutto piccolo mio, prendilo tuttooooo” Il ritmo alternava veloce e duro ed a tratti lento ma Aldo aveva già sborrato tre volte quel pomeriggio e per farlo un’altra volta dovette concentrarsi e muove il tuo cazzone nel budello di Matteo fino quasi a spellarselo…se non fosse stato per gli umori che questo produceva copiosi per difendersi da quell’assalto che così tanto lo stava irritando. Un schizzo solo e poi un secondo quasi inesistente prosciugarono completamente le palle di Aldo. Matteo aveva il viso contratto per lo sforzo, aveva cercato di rilassare il più velocemente possibile i muscoli anali ma il suo corpo reagiva poco ai suoi desideri. Anche Aldo era davvero distrutto. Uscì quasi subito dal culetto di Matteo e si buttò sul materasso respirando affannosamente “Tu mi fai morire piccolo frocetto del cazzo, mi fai morire. Mi sono spellato il cazzo a furia di montarti” Matteo stese solo le gambe e cercò di riprendere le forze. Il culo era tutto indolenzito, natiche comprese. Anche le ginocchia facevano male per essere stato troppo a carponi. “Mi hai devastato il culo, cazzone che non sei altro, non riuscirò più a sedermi per una settimana, porca troia mi hai devastato” Aldo allungò un braccio e lo tirò accanto a sé leccandogli la faccia e facendogli l’occhiolino “Sei un portento ragazzo, un vero portento, cazzo, non scopavo così da non so più quanto tempo” “Io non ho mai scopato così”. Ed entrambi risero. “Vieni, andiamo in bagno”.

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