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{"id":2700,"date":"2016-09-17T19:08:22","date_gmt":"2016-09-17T19:08:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=2700"},"modified":"2016-09-17T22:23:53","modified_gmt":"2016-09-17T22:23:53","slug":"il-potere-del-cuck-i","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/il-potere-del-cuck-i.html","title":{"rendered":"Il potere del Cuck…I"},"content":{"rendered":"

Quella sera, io e mia moglie Beatrice (Bea per gli amici) eravamo andati a un ricevimento organizzato a favore del sindaco uscente che aveva deciso di ricandidarsi.
Il protocollo aveva stabilito che allo stesso tavolo sedessimo noi due e altre due coppie. Una di queste era formata dai coniugi Rattazzi, Guglielmo e Anna Grazia (Willy e Angy per gli amici), dell\u2019altra coppia sapevo solo che erano i coniugi Brangiforti, della catena dei Supermercati Forti.
Nulla di particolare a quel tavolo, se non fosse che io e Angy eravamo stati morosi dieci anni prima, quando avevamo rispettivamente 25 e 30 anni. Adesso ne avevamo 35 e 40.
La mia Beatrice e il suo Willy avevano preso positivamente quella strana involontaria compagnia, anche perch\u00e9 era passato tempo e noi tutti eravamo felicemente sposati.
Parlammo del pi\u00f9 e del meno abbastanza allegramente, dimenticandoci un po\u2019 dell\u2019altra coppia, i Brangiforti, che si erano rassegnati al ruolo di spettatori.
– Angy mi ha detto che tu eri molto bravo a farle i massaggi. \u2013 Disse inaspettatamente Willy, alzando il livello di attenzione al tavolo.
– In quel periodo ero l\u2019allenatore di una squadra di calcio, \u2013 ammisi, come per scusarmi. \u2013 Visto che ero bravo, oltre che a fare da manager, sponsor e allenatore, dovevo arrangiarmi anche a massaggiarli\u2026
– S\u00ec, s\u00ec, me lo ha detto. \u2013 Aggiunse guardando Angy.
– Hai bisogno di un massaggio? \u2013 Chiese mia moglie sorridendo e facendo spostare gli sguardi dei Brangiforti su di lei.
– Io no, \u2013 rispose Willy. \u2013 Ma Angy s\u00ec.
Ci girammo tutti verso Angy, in silenzio, in modo che lui andasse avanti.
– Angy ha passato l\u2019inverno sciando, \u2013 disse, indicandola con uno sguardo. Tornammo a guardare lui. \u2013 Ma nell\u2019ultimo week end ha fatto una brutta caduta e l\u2019ortopedico le ha suggerito di fare fisioterapia.
Tutti ci girammo a guardare sua moglie.
Le ho chiesto se ha preferenze \u2013 ha proseguito Willy \u2013 e lei ha fatto il tuo nome.
In silenzio, si girarono tutti verso di me.
– \u00c8 un complimento? \u2013 Domandai dopo un po\u2019.
– No. \u2013 Intervenne mia moglie, prima di sorseggiare un sauvignon. \u2013 Ti sta chiedendo se sei disposto a prenderla in cura.
Loro non dissero nulla e compresi che Bea aveva assurdamente ragione. I Brangiforti aspettavano un mio commento.
– Non \u00e8 il mio lavoro, Willy.
E penso che sarebbe sconveniente se io e lei\u2026
– S\u00ec, lo sappiamo che siete stati morosi una decina di anni fa. \u2013 Mi interruppe lui. \u2013 Ma so anche che \u00e8 tutto finito. Sia noi che voi siamo felicemente sposati. Insomma, se non ti va non \u00e8 un problema, ma almeno adesso mia moglie ha visto che ho provato.
– Perch\u00e9 non accetti? \u2013 Si intromise la mia. \u2013 Anch\u2019io non ci trovo niente di male. Anzi, mi pare un atto di fiducia che possiamo tranquillamente permetterci.
Gli spettatori continuavano a spostare gli sguardi su chi parlava.
– No, via\u2026 \u2013 Provai a dire, forse arrossendo. \u2013 Non mi pare\u2026
– Senti Marco, \u2013 tagli\u00f2 corto Willy. \u2013 Domani \u00e8 luned\u00ec e sto via due giorni, torno marted\u00ec. Se accetti, potresti passare da casa nostra domani alle sei. Se marted\u00ec la ritrovo migliorata, ti chiedo di andare avanti. \u2013 Sorrise, poi si rivolse a me e Bea. \u2013 Se preferite, puoi portare tua moglie.
Gli sguardi si portarono prima su mia moglie, poi su di me.
– Io non credo che sia\u2026
– Vai pure, caro. Fallo. \u2013 Mi convinse mia moglie affabile. \u2013 Dai, non farti pregare. E vai da solo, anch\u2019io ho la stessa fiducia. Poi si rivolse a loro.
– Hai detto alle 18? Lui sa dove abitate?
Quando ci alzammo dal tavolo, la terza coppia ci guard\u00f2 come per chiederci di metterli al corrente di come sarebbero andate le cose.<\/p>\n

Pi\u00f9 tardi, spogliandoci in camera da letto, mia moglie ruppe l\u2019imbarazzo che regnava affrontando l\u2019argomento di petto.
– Le facevi massaggi erotici, vero?
La guardai mentre, seduta sul letto, si sfilava le autoreggenti.
– Se la pensi cos\u00ec, perch\u00e9 mi hai spinto ad accettare?
– Perch\u00e9 la faccenda mi intriga. \u2013 Rispose maliziosa. \u2013 Non comprendo il loro gioco, ma ho capito perfettamente che i tuoi massaggi con lei non si limitavano alla fisioterapia.
– OK, domattina le telefono per disdire.
– No. Adesso tu vieni a letto con me e mi racconti per filo e per segno come la massaggiavi.
Allora capii che cosa intendeva dire. Spesso ci raccontavamo fantasie erotiche per eccitarci. Erano delle piccole trasgressioni fatte a parole. Era in questo modo che ci eravamo confidati i nostri segreti sessuali. Era cos\u00ec che avevo capito che lei amava il sadomaso e che le sarebbe piaciuto dominare sessualmente me, se non fossi stato un dominante anch\u2019io. Ogni tanto la lasciavo fare, a patto che la volta dopo lasciasse fare a me.
Spegnemmo la luce e mi sdraiai pancia in su, lei mi venne sopra e se lo infil\u00f2.
Si pieg\u00f2 in avanti e mi infil\u00f2 la lingua in un orecchio.
– Forza, comincia a raccontare \u2013 sussurr\u00f2, cominciando a muovere il bacino.
Io iniziai a parlare in tutta libert\u00e0, troppa forse, ma alla fine cominci\u00f2 a sbattersi, dimostrando che il racconto stava eccitato i suoi sensi.
– Sai una cosa? \u2013 Mi disse rallentando i movimenti. \u2013 Mi piace il cazzo.
– Lo so, ha ha!
– Non hai capito, mi piacerebbe avere il cazzo.
– Eh? Ti piacciono le donne? Vorresti farti Angy?
– No, mi piacciono gli uomini, per\u00f2 a volte mi piacerebbe essere il dominante dotato di cazzo\u2026
– Non ti seguo.
– Parliamo da colleghi, come se fossimo entrambi dotati di cazzo?
– Eh? S\u00ec, certo, ma perch\u00e9\u2026?
– Voglio che tu vada a massaggiarla.
Mi misi a sedere.
– Ma cosa dici? Prima mi fai confessare come e in cosa consistesse il nostro massaggio e poi vuoi che ci vada?
– Probabilmente vuole proprio un sano normalissimo massaggio. \u2013 Continu\u00f2 pensierosa. \u2013 Ma se invece ti chiede di massaggiarla come quando stavate insieme\u2026
– Smettila.
– Se te lo chiede, voglio che fai tutto, meno che infilarle il cazzo. Da nessuna parte.
– Tu sei pazza. \u2013 Sorrisi, con un malcelato senso di insano piacere.
– A una condizione.
– Sentiamo.
– Poi mi racconti tutto, per filo e per segno.
La guardai attonito.
– Senza omettere nulla. \u2013 Aggiunse.
– Perch\u00e9 vuoi questo?
– Dimmi, piuttosto. Perch\u00e9 vi eravate lasciati, se avevate questo affiatamento erotico?
– Te l\u2019ho gi\u00e0 detto. Non ci amavamo. Era bello, avevamo un\u2019intesa fantastica, eravamo complementari, ma io mi sono innamorato di te e lei di Willy.
– Infatti. E ti sei dato la risposta. Io mi fido in pieno, cos\u00ec come si fida Willy. Il quale conosce perfettamente anche lui i tuoi\u2026 massaggi.
– Ma mi hai appena detto che posso fare tutto, a parte\u2026
– Esatto. Fai tutto purch\u00e9 non la chiavi e a patto che me lo racconti. Io so che ami me comunque.
Rimasi ancora zitto, mentre si alzava per andare in bagno.
– Scommetto che domani sera scoperemo come ricci, \u2013 concluse. \u2013 Mentre mi racconti come \u00e8 andata.<\/p>\n

Capitolo 2<\/p>\n

Suonai al cancello di Villa Angy poco prima delle sei, cio\u00e8 delle 18. Quando si apr\u00ec, entrai con la macchina e si richiuse dietro di me. La porta di casa era aperta, lei appena dentro.
– Ben arrivato. \u2013 Disse facendomi entrare. \u2013 Seguimi.
Indossava un accappatoio verde scuro di un famoso hotel del marito, sul capo portava un asciugamano dello stesso colore messo come un turbante per raccogliere i lunghi capelli ricci e biondi, ai piedi un paio di zoccoli di gomma bianca tipo infermiera. Suo marito era titolare di una decina di alberghi cinque stelle e non se la passavano male. Io avevo un\u2019azienda di comunicazione integrata e lui era uno dei miei clienti importanti.
– Siamo soli, niente servit\u00f9 \u2013 continu\u00f2, \u2013 come ha voluto mio marito. Non vuole che sorgano chiacchiere per nulla.
– Ha ragione. \u2013 Dissi con spiegabile delusione.
La seguii mentre mi faceva strada all\u2019interrato della villa, dove avevano allestito una piccola palestra personale grande come tutto il perimetro della villa, inclusi gli ingombri di una sauna, di un bagno turco, di un grande idromassaggio e di due bagni. Gli attrezzi ginnici erano doppi. Doppia spalliera svedese, doppia cavallina, doppie cyclette, doppie panche da sollevamento pesi, doppi lettini per massaggi sopra i quali c\u2019erano impianti luce normale e ultravioletta per l\u2019abbronzatura.
Gi\u00e0, non se la passavano male. Il pavimento era coperto di materassini da palestra, di quelli che impediscono all\u2019atleta di farsi male cadendo.
– Vado in bagno a prepararmi. Tu avvicina il carrello. \u2013 Me lo indic\u00f2. \u2013 Vi trovi tutto l\u2019occorrente e sei autorizzato a usarlo per fare tutto quello che vuoi purch\u00e9 il massaggio tu lo faccia bene come un tempo. Ci teniamo sia io che Willy.
Scomparve in bagno e io avvicinai il carrello. Sopra c\u2019era proprio tutto quello che usavo un tempo\u2026
Andai a lavarmi le mani, mi tolsi giacca e cravatta per indossare un camice bianco appeso vicino al lavandino. Poi uscii \u00e8 tirai la carta usa e getta per coprire il lettino.
Quando usc\u00ec, si era sciolta i capelli, era scalza ed era avvolta in un grande asciugamano verde leggero.
– Va bene l\u2019attrezzatura? \u2013 Mi chiese. Si port\u00f2 a sedere sul lettino da massaggio e si sdrai\u00f2 con eleganza senza mostrare nulla di s\u00e9. \u2013 Ti ricordi ancora some usarla?
Non risposi. Andai al quadro elettrico e abbassai tutte le luci meno quelle che illuminavano il lettino. Avviai l\u2019impianto stereo a basso volume e tornai da lei.
– Come un tempo? \u2013 Le chiesi avvicinandomi all\u2019orecchio.
Annu\u00ec, socchiudendo gli occhi.
Presi delicatamente l\u2019asciugamano e glielo sfilai lentamente. Sentii il fruscio del tessuto che scivolava sulla sua pelle, rievocando antiche sensazioni. Era completamente nuda e mi trovai ad osservare che non c\u2019\u00e8 nulla di pi\u00f9 affascinante e intrigante di una donna nuda sdraiata pancia sotto, talmente bella che di tanto in tanto i mariti dovrebbero esporre cos\u00ec le proprie mogli per l\u2019innocente piacere di tutti. Le guardai le gambe e le cosce, poi il culo. Era lo stesso culo di una volta, bello, oAngy, morbido, liscio, ambrato. Due fossette vezzose sopra le natiche e due piegoline alla base le davano un tocco di superba eleganza. Portava i suoi 35 anni con leggiadria, forse era addirittura migliorata. Le sue tette sembravano piene e sode anche se, compresse sotto il suo peso, non mostravano i capezzoli.
Come una volta le presi un piede e lo sollevai, portandolo alla bocca. Le baciai prima la pianta del sinistro e poi quella del destro. Portai la mano sinistra al polpaccio e mi avvicinai al culo col viso, tenendomi sulla sinistra. Non si deve mai togliere il contatto fisico quando si fa un massaggio. Risalendo con la mano sulla coscia, avvicinai le labbra alla base del culo e andai a baciarle la piegolina che tanto amavo. Sapevo quanto piacesse anche a lei. Annusai il profumo di pulito che emanava, mescolato con l\u2019odore della sua eccitazione, come un tempo. Il pene prese vita.
Poi misi la mano destra l\u00ec dove l\u2019avevo baciata e spostai le labbra alla nuca. Scostai i capelli e le baciai il collo. La sentii rabbrividire. Andai all\u2019orecchio e le infilai la lingua.
– Ti faccio davvero tutti i tre massaggi come un tempo? \u2013 Le sussurrai, ripetendo nuovamente la domanda.
Lei annu\u00ec, soddisfatta che avessi capito.<\/p>\n

Il primo massaggio scorse tranquillo, con la concentrazione giusta che mi impediva di liberare l\u2019erezione. Le avevo allargato le gambe, lasciando libera cos\u00ec la vista ai miei occhi. Le sue gambe e cosce erano piacevoli come dieci anni prima. L\u2019olio da massaggio che mi aveva fatto trovare lasciava un profumo esotico gradevole.
Cominciai massaggiandole i piedi, facendo pressione coi pollici nelle piante e passando sopra con le dita. Poi passai ai polpacci. Il massaggio rilassante si fa sostanzialmente stirando i muscoli con una certa pressione delle mani. Ogni tanto si impasta (come si dice, come si fa con la farina per fare il pane) per sciogliere i punti pi\u00f9 duri.
Quando arrivai alle cosce, le sue natiche vibravano elastiche sospinte dai miei movimenti. Vedere la fessura del culo che si scopriva e ricopriva, mi faceva caricare. Ma nei miei massaggi, la parte pi\u00f9 delicata \u00e8 il trattamento del\u2019inguine. Arrivo con le mani alla fine delle cosce, quando le dita vanno a cercare la piega tra cosce e corpo. Con il taglio della mano destra ben unto di olio si va a massaggiare quella piega. Si strofina piano avanti e indietro affinch\u00e9 l\u2019olio venga assorbito. \u00c8 un punto delicato, perch\u00e9 la sensibilit\u00e0 \u00e8 alta. In pratica si palpa con la mano destra l\u2019interno dell\u2019inguine sinistro e con la sinistra l\u2019altro. In entrambi i casi, la mano passa vicina al sesso e devi stare attento di non toccarlo, altrimenti il massaggio cesserebbe di essere rilassante. Viceversa, la persona massaggiata in quella maniera prova una sensazione unica, con il culo esposto al suo massaggiatore e l\u2019inguine che prova sensazioni tali da sentirsi portare al sopore. La massaggiai a lungo cos\u00ec, sapendo che la stavo predisponendo per me.
Poi avvolsi delicatamente il sesso con la mano destra piena, facendo ancora attenzione di non stimolarla affatto. Poi presi l\u2019olio e lo versai nella fessura del culo fino a farlo giungere alla mia mano. Allora cominciai a massaggiarle le intimit\u00e0 del culo e del sesso, sempre facendo attenzione di non eccitarla. Riuscii a massaggiarle cos\u00ec il buco sol culo per qualche lunghissimo minuto, in modo che l\u2019olio venisse assorbito. Sapevo che lei godeva, ma sapevo anche che non avrebbe fatto sesso con me. Erano gli accordi.
Correttamente passai a massaggiarle i glutei, e allora il mio pene prese a muoversi, perch\u00e9 le due natiche si allargavano decisamente sotto le mie mani, mostrandomi le delicata fessura del culo, l\u2019invisibile buchetto. Pensai che non dovesse averlo preso in culo spesso, dopo che ci eravamo lasciati.
Pi\u00f9 sotto c\u2019era il sesso, che avevo appena preso in mano per motivi di servizio, perfettamente depilato come una volta. Mi ricordava un\u2019ostrica. Le grandi labbra tendevano a muoversi e modificarsi, evidentemente espressione del suo desiderio. Vidi una prima goccia di rugiada sulla fessura. Tra un po\u2019 sarebbe colata sulla carta del lettino. Mi augurai che non finisse pi\u00f9.
Mi soffermai a lungo sulla schiena e sulle spalle, adeguando i movimenti alle sue contrazioni di dolore, alle smorfie stoiche, alla durezza che sentivo sotto la pelle, alle articolazioni che non erano abituate alle mie mani, alle pressioni che esercitavo con abilit\u00e0 sulla spina dorsale.
Dur\u00f2 cos\u00ec un quarto d\u2019ora, finch\u00e9 non la sentii finalmente rilassata del tutto grazie al primo massaggio. Assaporavo ancora il piacere trasferito dalla sua pelle morbida alle mie mani. Avvertivo il piacere che lei aveva provato lasciandosi andare alle mie mani. L\u2019olio da massaggio l\u2019aveva resa lucida e bella, sembrava una vergine pronta per il sacrificio finale.
Era giunto il momento di passare al secondo massaggio e mi sentii pervaso da una dolce eccitazione preventiva. Il senso del potere e della dominazione si stava facendo strada dentro di me. Ma anche lei si stava schiudendo mentalmente alla fase due.<\/p>\n

Andai al carrello e presi in mano una grossa candela gialla da candelabro, con la base arrotondata e di forma vagamente ogiAngy, cio\u00e8 con la parte centrale pi\u00f9 grossa della base e della punta. Mi portai a lei con importanza, per farle sapere che adesso sarei intervenuto. Poggiai un attimo la candela in mezzo e portai le mani ai due inguini, incrociando i polsi, la mano destra all\u2019inguine sinistro e viceversa. Tenendo nuovamente il taglio delle mani sull\u2019inguine, con il pollice iniziai a fare pressione in quella parte delicata del corpo, dove quasi mai un essere umano \u00e8 toccato da un altro. Io lo avevo fatto ad Angy in passato perch\u00e9 lei me lo aveva chiesto, confessandomi che con quelle pressioni mirate la donna comincia a desiderare di essere sodomizzata.
Quando ritenni che fosse pronta abbastanza, misi una mano aperta sulla natica sinistra e la strinsi per allargarla. Angy gradiva che le mie mani le avvolgessero i glutei e la tenessero salda. Ora mi mostrava in pieno la fessura e cominciai.
Passai la base rotonda della candela sulle grandi labbra della fica per lubrificarla ancora di quel tanto di naturale che bastava. Per Angy fu come ritornare al passato, perch\u00e9 ebbe un leggero fremito e mi parve di notare la pelle d\u2019oca per pochi secondi. Poi appoggiai la base della candela al suo piccolo buco del culo e attesi. Dopo una decina di secondi vidi che il suo culo si rilassava, le natiche si allargavano, il buco si disponeva lasciando spazio alla prima parte della candela. Osservai il buco del culo che si allargava, che \u00e8 una delle cose che pi\u00f9 mi piacciono quando faccio sesso. Quando la candela si fece strada per meno di un centimetro, presi l\u2019olio da massaggio e ne versai sulla fessura del culo per farlo scorrere fino a giungere alla candela. Quando lo vidi colare intorno alla cera, spinsi piano ma con determinazione per incularla col cero. Grazie all\u2019olio che vi arrivava, lo vidi entrare come coltello caldo nel burro.
Gustai con attenzione il momento, perch\u00e9 se c\u2019\u00e8 un\u2019altra cosa che mi fa impazzire \u00e8 vedere il buco del culo che si allarga per fare entrare qualcosa che vi scivola dentro sospinto da me.<\/p>\n

Anche Angy godeva di quel momento. Il suo sogno nelle nostre confidenze erotiche irrealizzabili c\u2019era la sua morte per impalamento, c\u2019era la punizione del cuneo, ma anche lo spanamento dell\u2019ano, la tortura del cavalletto col fallo di legno, la visita con divaricatore anale. Ma c\u2019erano anche sevizie goliardiche come l\u2019essere costretta a camminare nuda per la citt\u00e0 con le mani legate dietro la schiena e un cero acceso nel culo a cantare noi siam come le lucciole, o ancora essere obbligata alla penitenza come candelabro umano all\u2019uscita di una chiesa o ai lati del letto matrimoniale per illuminare la scena al suo amante che scopava un\u2019altra donna. E ancora costretta a camminare impalata insieme ad altre compagne di sventura per pompare l\u2019acqua di un pozzo del suo padrone come se fossero asini, o remare in una galea con altre donne tutte ignude e impalate, costrette a stare al ritmo della frusta e del tamburo. Nelle sue fantasie io ero sempre il boia e non il suo Signore e Padrone.<\/p>\n

Pensando ai suoi fantastici desideri, spinsi la candela nel culo, allargandone notevolmente il buco fino a passare oltre il punto pi\u00f9 largo in modo che scivolasse poi dentro da sola dal richiudersi dello sfintere. Infatti la grossa candela fece da sola gli ultimi centimetri fino a fermarsi, sbattendo virtualmente al terminare del retto.
La guardai, lei era un po\u2019 inarcuata per consentire all\u2019oggetto di entrare con maggiore facilit\u00e0. Si sentiva finalmente e nuovamente impalata e pronta per il massaggio. Per lei avere qualcosa nel culo significava appartenere a chi glielo aveva inserito.
Godendo di quell\u2019ingombro, allarg\u00f2 i talloni, come per facilitarle la penetrazione, ma la candela era gi\u00e0 a fine corsa. Fuori erano rimasti non pi\u00f9 di tre o quattro centimetri di cero.
La vista era fantastica, ma non avevo finito. Presi dal carrello uno zolfanello, lo accesi e portai la fiamma alla candela, accendendo lo stoppino. La fiamma prese corpo subito e la cera cominci\u00f2 a colare lungo la candela. Sarebbe presto arrivata, bollente, al buco del culo e, da l\u00ec, al sesso sottostante. Una delizia per entrambi.
Allora presi due bastoncini di profumo e andai ad accenderli. Usarla come candelabro era il suo sogno e avrebbe preferito che mi accendessi una sigaretta, ma io non fumavo pi\u00f9 da quando ci eravamo lasciati. Sicuramente avrebbe gradito che portassi un\u2019intera classe del liceo ad accendersi la sigaretta sulla sua candela. Ma non era nei patti.
Ricominciai a massaggiarla, ma stavolta con una tecnica stimolante. Cominciai a dare colpetti e pacche dai polpacci in su, alternandoli con le piccole pressioni a piene mani che lei tanto amava. Colpendo le cosce, emettendo quel classico rumore di massaggio a schiaffo, la candela si muoveva ritmicamente e io sapevo che in quel modo l massaggiavo il retto. All\u2019uomo, in quella maniera, si massaggia la prostata. In una donna le si fa rilassare un po\u2019 tutte le viscere e l\u2019apparato sessuale, le ovaie in particolare. Ad Angy era come se realizzassi una delle sue impossibili torture. Era come se le stessi masturbando ano retto e intestini, senza neppure toccarle la candela.
Quando le massaggiai i glutei, la fiammella cominci\u00f2 a disegnare stupendi disegni luminosi. Sarebbe stato bello riprenderla con una telecamera, ma non era nei patti. Mano aperta e mano chiusa sia da una parte che dall\u2019altra, con la fiammella che continuava a tremare. E la cera a colare. Decisi di massaggiare nuovamente l\u2019inguine come prima, favorendo cos\u00ec il piacere di conservare la candela nel culo. Le sue gambe, allargate oltre il lettino dimostravano la sua brama di essere impalata. Passandole gli inguini, osservai la cera che era arrivata sul sesso, bollente per pochi secondi, poi raffermata. Non volevo lasciare la presa, ma la mollai per osservarla e vidi che il calore della cera le faceva contorcere piacevolmente il culo. Come se volesse risucchiarsi dentro il cero.
La sensazione che provava era sublime, generata del sesso accarezzato dal rischio di essere scottato, e dallo sconcio di mostrarsi mentre la cera le colava oltre il sesso, scivolando sul suo liquido che ormai era colato sulla carta del lettino.
Passai a massaggiarle la schiena, lasciando che il culo lo contorcesse da sola.
Quando la fiamma si port\u00f2 a un centimetro dal buco del culo, capii che era giunto il momento di passare al terzo massaggio.<\/p>\n

Andai al carrello e presi due cinghiette di plastica usa e getta. Poi presi il braccio sinistro di Angy e glielo portai dietro la schiena, quindi feci la stessa cosa con l\u2019altro. Le legai i polsi dietro la schiena con le cinghiette. Passai una mano sotto la tetta sinistra per sistemargliela meglio, godendomi anche quel bellissimo e necessario palpeggio. Sistemai (e gustai) anche l\u2019altra, poi guardai da vicino la fiammella verificando che era a non pi\u00f9 di mezzo centimetro dall\u2019orifizio anale, infine tornai al carrello. Era il momento.
Mi aveva fatto trovare una specie di lungo mettiscarpe ricoperto di morbida pelle di vitello. Quando stavamo insieme usavo la cinta dei pantaloni, adesso avrei usato quello.
Mi portai al suo culo e piano poggiai quella bacchetta di pelle alla base delle sue piegoline del culo. Sentendola cominci\u00f2 a sbavare. Non sarebbe mai cambiata\u2026
Ormai la fiammella stava per giungere all\u2019orifizio anale e sapevo che d\u2019un tratto si sarebbe chiuso sullo stoppino, ustionandola se non l\u2019avessi spenta per tempo. Ma a lei quel terrore la faceva impazzire, quel calore crescente era una tortura stupefacente che non dipendeva n\u00e9 da me n\u00e9 da lei. Ma io sapevo che dovevo spegnerla prima che si scottasse. Ma non un secondo prima.
Le strofinai la bacchetta, poi la sollevai, poi la riappoggiai. La tensione era altissima per entrambi. Infine decisi. Lo cap\u00ec e chiuse gli occhi in attesa del gran momento.
Alzai il braccio, presi la mira e scaricai la bacchetta con tutta la mia forza sulle natiche all\u2019altezza della fiammella.
Un sonoro Sciaaack! echeggi\u00f2 negli angoli della piccola palestra. Angy si inarc\u00f2 alzando testa e piedi come a formare la base di un cerchio. Le tette si liberarono in alto, per poi tornare schiacciate. Le mani volevano liberarsi e i piedi sbattere come se avesse voluto nuotare a farfalla. Non url\u00f2, limitandosi a buttar fuori la lingua a dismisura. Poi, ansimando, torn\u00f2 a poggiarsi al lettino. Tutto il corpo tremava.
Ma ahim\u00e8 tremava anche la fiammella, per cui dovetti ripetere l\u2019operazione ancora una volta, e una terza volta\u2026 E per sette volte sette la colpii al culo, mentre lei sobbalzava come una trota in padella. Avrebbe bramato che a colpirla fossero venuti tutti i fuoricorso dell\u2019universit\u00e0, ma non era nei patti. La sua lingua usciva e rientrava e ancora usciva spinta a pieni polmoni, per rientrare sempre pi\u00f9 ingoiata. Stava per essere presa dalla foia, ma ancora la fiammella stava per scottarle il buco del culo. Allora mi decisi. Mi bagnai le dita e andai a spegnerla, giusto prima che l\u2019orifizio anale andasse a richiudersi fino a ingoiare il cero nel retto.
Improvvisamente si sbrac\u00f2, come sfatta, mantenendo inalterato solo il respiro, forte e pieno. Attese. Dopo meno di un minuto, come un tempo, ebbe un primo s**tto. Il bacino diede un piccolo sobbalzo, come accade a un cane in calore che scopa nell\u2019aria solo perch\u00e9 ne sente lo stimolo. Mi portai vicino a godermi quello che sapevo sarebbe successo. Ebbe un fremito, un altro s**tto col bacino, poi un altro e infine si lasci\u00f2 andare in un orgasmo sfrenato, con le mani che volevano liberarsi, i piedi che volevano sbattere, la vulva che invocava il palo, il culo la frusta. Emise un piccolo gemito, seguito da un altro pi\u00f9 forte, sincronizzandolo con la lingua che scorreva come quella di una vacca.
La colpii ancora una volta.
Il bacino inizi\u00f2 il ballo sfrenato, sbattendo sempre pi\u00f9 forte. Allora, come un tempo, portai la mano alla vulva, le infilai il pollice quel tanto che bastava per stringere il clitoride con l\u2019indice piegato. Era il culmine dell\u2019orgasmo anale, come capita a poche donne, mescolato (se non alimentato) da quelli vaginale e clitorideo. Dovevo tenerle compresso il clitoride, altrimenti sarebbe scoppiato.
Allora lo sbattimento and\u00f2 fuori controllo e mi trovai costretto, come un tempo, a darle sculacciate sulle natiche per calmarla. Quietata per un attimo, lasciai la presa vulvare per prenderle le caviglie. Gliele unii; in quel modo le spingevo indirettamente dentro la candela introdotta, senza doverla neppure toccare. Riprese a sbattere, ma la tenni cos\u00ec per aiutarla a godere le ultime spinte.
Si plac\u00f2 solo dopo parecchi minuti, continuando a dare ogni tanto dei ritorni d\u2019orgasmo.
A quel punto presi la forbice e le tagliai le cinghiette liberandole i polsi, pesi le braccia e gliele accompagnai in avanti, sistemandogliele comodamente sotto il viso.
Presi l\u2019asciugamano leggero con cui era uscita dallo spogliatoio e la coprii teneramente. Andai a lavarmi le mani, mi tolsi il camice e indossai la giacca. Misi la cravatta in tasca.
Poi tornai da lei, le misi affettuosamente una mano nella fessura violata del culo e le baciai il collo. Premetti sulla fessura per darle sicurezza, sapendo che cos\u00ec le muovevo la candela contenuta nel retto. Ebbe due ritorni di orgasmo.
– Sei stata fantastica\u2026 \u2013 Le sussurrai.
Lei sorrise felice, diede un ultimo s**tto col bacino e si lasci\u00f2 andare in un riposo meritato. Abbassai la luce e me ne andai. Felice anch\u2019io.<\/p>\n

Capitolo 3<\/p>\n

Mia moglie mi aspettava a cena, agitata come un cocktail. Per fortuna aveva smesso da tempo di fumare, altrimenti si sarebbe consumata un pacchetto nell\u2019attesa.
Riusc\u00ec a non chiedermi nulla pi\u00f9 di un \u00abTutto bene?\u00bb
– S\u00ec s\u00ec, grazie. \u2013 Avevo risposto allegro. \u2013 Se sei d\u2019accordo, ne parliamo dopo, a letto.
Felice e finalmente rilassata, serv\u00ec la cena.
Un\u2019ora dopo eravamo a letto, a scopare come ricci.<\/p>\n

Raccontai tutto a mia moglie, che man mano che entravo nei dettagli iniziava a sbattersi su di me come non faceva da tempo. Le raccontai tutto, meno il particolare del pollice e indice coi quali avevo preso in mano la vulva e il clitoride di Angy.
– Quando \u00e8 venuta\u2026 \u2013 mi chiese Beatrice standomi sopra, ricurva a mordermi il collo e l\u2019orecchio \u2013 Perch\u00e9 non le hai preso la figa in mano?
Mi sorprese, ma non volevo dimostrare di aver dimenticato dettagli del genere.
– Perch\u00e9 non mi avevi autorizzato\u2026
– Ti avevo detto di non infilarle il cazzo\u2026 Non le mani.
– Ma\u2026 Davvero non sei gelosa?
– Finch\u00e9 sento che sei mio e finch\u00e9 ti attieni alle regole, no.
Ci svoltolammo un po\u2019 nel letto, godendoci quella rinnovata passione improvvisamente e trasgressivamente andata alle stelle grazie ad una terza persona.
– E dimmi una cosa\u2026 \u2013 Riprese, ruotandomi una coscia attorno alla testa per riuscire a parlarmi. \u2013 Se foste stati insieme, come 10 anni fa. Cio\u00e8 se non ti avessi messo dei limiti, come avresti voluto venire?
– Beh, se lei fosse stata in un letto, l\u2019avrei chiavata cos\u00ec, da dietro, tenendole le mani legate fino alla fine. \u2013 Risposi, senza preoccuparmi delle reazioni possibili di mia moglie. \u2013 Nel lettino da massaggi com\u2019era stasera, credo che glielo avrei messi in bocca. Quando la frusti, butta fuori e tira dentro la lingua come se fosse una vacca e\u2026
– Una vacca, s\u00ec una vacca\u2026 Dimmelo ancora che \u00e8 una vacca\u2026
– Hai mai visto una vacca quando strappa con la lingua una zolla di erba? \u2013 Aggiunsi. \u2013 Se infili il cazzo nel buco del naso di una vacca e quella si d\u00e0 una leccata, vieni come un intercity\u2026
– Odiomio\u2026 \u2013 Si alzo. \u2013 Dimmi che non l\u2019hai mai fatto!
– Vuoi dire se l\u2019ho messo nel naso a una vacca? No, ha ha! Era una battuta che tiravamo fuori all\u2019universit\u00e0. Bisa, se sai far da mangiare, ti sposo\u2026! Dicevamo alle vacche immaginarie, affinch\u00e9 sentissero quelle vere, le nostre compagne.
– Stronzo\u2026 Per\u00f2, mi sarebbe piaciuto esserci anch\u2019io. Adoro infilare qualcosa nel culo e\u2026
Mi sollevai ad appoggiare la schiena ai due cuscini.
– Davvero ti piacerebbe tanto? \u2013
– S\u00ec, \u2013 disse, abbracciandomi il petto. \u2013 \u00c8 un bel modo di giocare\u2026 come se avessi il cazzo.
Non seppi cosa ribattere.
– Cosa succeder\u00e0 adesso? \u2013 Domand\u00f2 \u2013 Ti chiamer\u00e0 ancora?
– Non ne ho idea. Queste sono performance che si possono fare solo una tantum. Sono molto invasive.
– Beh, dovr\u00e0 dire al marito come \u00e8 andata\u2026
– Gi\u00e0, ma non credo che gli racconter\u00e0 molto\u2026 he he.
– Se la trova migliorata \u2013 sorrise maliziosa \u2013 ins****r\u00e0 perch\u00e9 continui a massaggiarla! Ha ha!
– Non ci avevo pensato. Nel qual caso?
– Ci penseremo. \u2013 Rispose, portandosi al mio cazzo. \u2013 Pensavo di negoziare con te l\u2019uso della candela\u2026
– Vuoi che metta una candela anche nel tuo culo? \u2013 Domandai pi\u00f9 che interessato.
– No,stronzo. \u2013 Rispose, toccandomi il buco del culo, prima di prendermelo in bocca. \u2013 Voglio mettertela io.
Me lo succhi\u00f2 avidamente, come un vitello che poppa dalla vacca. Poi si ferm\u00f2 un attimo.
– E voglio metterla nel culo a lei. \u2013 Continuo, prima di riprendermelo in bocca. \u2013 E frustarla come dico io\u2026<\/p>\n

Fine della prima parte.
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