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{"id":2653,"date":"2016-09-17T19:08:19","date_gmt":"2016-09-17T19:08:19","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=2653"},"modified":"2016-09-17T22:23:57","modified_gmt":"2016-09-17T22:23:57","slug":"prova-dorchestra-prima-parte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/prova-dorchestra-prima-parte.html","title":{"rendered":"Prova d’orchestra (Prima parte)"},"content":{"rendered":"

Non ero arrivato da molto quando \u00e8 entrato portando il contenitore dello strumento. Non avevo mai sentito niente di cos\u00ec strano in vita mia. Stavo preparandomi, musica sul leggio, strumento accordato, sai, tutto quello che serve a riempire il tempo mentre si aspetta l’arrivo del maestro per iniziare la prova, quando \u00e8 entrata quella visione che si \u00e8 seduta nella sezione degli ottoni, al leggio della prima tromba. E mi sono sentito strano, non riuscivo a vederlo completamente senza girare un po’ la testa verso di lui, ma sapevo che \u00e8 l\u00e0. Ero nuovo dell’orchestra e speravo di essere all’altezza. Avevo sostenuto un’audizione per un posto, avevo vinto il concorso e volevo fare una buona impressione, ma mi sono sentito di doverlo guardarlo di nuovo. Dovrebbe avere la mia et\u00e0, ho pensato, forse un po’ pi\u00f9 giovane, con un viso rotondo e capelli castano chiaro tagliati corti. Un viso dolce, attraente. Accidenti, non avevo mai studiato il viso di un ragazzo prima di allora, ma il suo era veramente bello. Occhi chiari che si accoppiavano ai capelli, guance leggermente rosee ed un naso in perfetta proporzione. Un ragazzo pu\u00f2 essere bello? E perch\u00e9 lo stavo osservando? E perch\u00e9 non poteva togliergli gli occhi di dosso? Era magro e della mia altezza. Bene, stavo pensando a tutto questo ed ero seduto quando si \u00e8 girato e ha incrociato il mio sguardo. &#034Ciao, chi sei?&#034 Mi stava domandando chi ero, ed io stavo l\u00e0 seduto a bocca aperta e lo guardavo. &#034Sono il nuovo clarinetto&#034 &#034Er, s\u00ec, ‘nuovo clarinetto’, ma come ti chiami?&#034 &#034Oh, scusa. Giorgio. Mi chiamo Giorgio.&#034 &#034Io sono Aldo.&#034 E mi ha sorriso; il viso gli si \u00e8 illuminato ed io mi sono sentito ancora pi\u00f9 strano. &#034Sei gi\u00e0 stato in un’orchestra?&#034 &#034Beh in una o due ma penso che questa sia la pi\u00f9 importante&#034 ho detto. &#034Ti troverai bene, penso. Ogni tanto ci facciamo delle belle risate; non essere cos\u00ec serio!&#034 E ha riso, una bella risata argentina. &#034Quindi \u00e8 un po’ di tempo che sei nell’orchestra?&#034 Dovevo parlargli, non avevo idea del perch\u00e9, era solo un desiderio irresistibile di parlare con lui, di poterlo guardare. &#034Un veterano ed un neofita!&#034 Rideva mentre lo diceva. &#034Mi stai prendendo in giro!&#034 &#034Beh, un po’&#034 ha ammesso. &#034E perch\u00e9 no? Dammi una buona ragione perch\u00e9 non dovrei prenderti in giro?&#034 Non ero sicuro di quanto stava succedendo, la mia testa era un turbine e mi sentivo senza fiato. Ho pensato di essere sul punto di svenire, ma non sono svenuto e sono stato salvato dal maestro che ha richiamato l’attenzione di tutti. Tutti? Non mi ero accorto che ci fosse qualcun altro nel locale. E abbiamo cominciato la prova. Roba leggera, la marcia Radetsky, tutto bene, poi altra musica stile banda, e potevo suonare anche se la maggior parte del tempo la passavo a leggere la musica. Mi piacerebbe dire che mi ero ripreso completamente durante la prova, invece continuavo a girarmi per vedere se Aldo era reale, se era ancora l\u00e0… tra un pezzo e l’altro, naturalmente, e quando lo facevo vedevo che anche lui mi stava fissando negli occhi; quando distoglievo lo sguardo, e poi tornavo a guardare, i nostri occhi si incontravano e non si lasciavano, quasi ci fosse una sorta di guida laser tra di noi. Che sensazione stupida, stupida. Abbiamo fatto una pausa a met\u00e0 prova. Quando si suona uno strumento a fiato si sente necessit\u00e0 di bere. Non l’ho cercato, ho fatto uno sforzo supremo e non l’ho cercato. Avrei voluto ma non l’ho fatto. &#034Come ti va?&#034 Era proprio dietro di me e mi sono sentito formicolare. &#034Non male, non \u00e8 difficile, ma neanche facile, l’uno e l’altro. Penso che mi piaccia.&#034 E mi sono girato, naturalmente era Aldo. Sapevo che era Aldo prima che iniziasse a parlare, e naturalmente era lui. &#034Facciamo due passi dopo?&#034 ha domandato. &#034Se non devi andare a casa naturalmente.&#034 &#034Devo chiamare mio pap\u00e0 perch\u00e9 mi venga a prendere.&#034 Ero diviso, averlo vicino mi faceva quasi male, ma volevo averlo vicino &#034ma penso che se glielo dico potr\u00e0 passare pi\u00f9 tardi.&#034 &#034Va bene, oppure potrei portarti a casa io, OK?&#034 &#034Hai una macchina?&#034 &#034Non proprio una macchina, una vecchia carretta.&#034 Sono rimasto sorpreso, pensavo potesse essere addirittura pi\u00f9 giovane di me, ma se aveva la patente doveva avere la mia et\u00e0. Pap\u00e0 mi aveva prestato il suo cellulare per chiamarlo quando avessi finito. &#034OK&#034 ho detto &#034Sarebbe una buona idea.&#034 Ho telefonato a casa e ho detto che ci sarebbe stato un piccolo ritardo. Mi hanno fatto le solite domande ma devo aver risposto correttamente perch\u00e9 mamma ha detto che avrei potuto stare fuori ‘col mio nuovo amico’. Prima che potessimo continuare siamo stati richiamati per la seconda parte della prova e per la comunicazione che avrebbero chiesto ai nostri genitori il permesso per partecipare ad un tour estivo. La cosa mi sembrava interessante, particolarmente perch\u00e9 si trattava di un viaggio di sei giorni nel nord Europa. Non ero mai stato lontano da casa prima di allora, passavamo le ferie a casa perch\u00e9 era impossibile portare con noi i cani, quindi era tutto cos\u00ec eccitante e nuovo. Il resto della prova \u00e8 trascorso abbastanza rapidamente, ero perso nella musica, io adoro la musica e la sensazione che si ottiene quando tutta l’orchestra suona insieme, in quel caso si trattava di un’orchestra giovanile di 60 ragazzi e ragazze, provenienti da tutte le scuole della zona. Quando abbiamo finito e stavo sistemando i clarinetti, Aldo \u00e8 venuto a cercarmi, \u00e8 pi\u00f9 facile mettere nella custodia una tromba che due clarinetti, si fa pi\u00f9 in fretta. &#034Pronto?&#034 ha domandato. &#034Sicuro. Dove andiamo?&#034 &#034Ti piacerebbe un sacchetto di patatine?&#034 &#034S\u00ec. Sono affamato. Quale il miglior posto di patatine della zona?&#034 &#034Quello all’angolo, vieni, andiamo!&#034 e mi ha guidato alla sua macchina. Alla faccia della carretta, era abbastanza nuova, ed un Cooper! Verde scuro con strisce bianche. &#034Che bomba! E tua?&#034 &#034S\u00ec, ne sono orgoglioso.&#034 E rideva di nuovo con quella risata argentina. &#034Montiamo.&#034 Abbiamo messo gli strumenti nel baule e siamo saliti. Mi piacciono le Mini, si \u00e8 cos\u00ec vicini quando si viaggia. Siamo arrivati al negozio e ci siamo presi due sacchetti di patatine, poi Aldo si \u00e8 diretto ai giardini dell’ippodromo. C’\u00e8 una strada poco frequentata che finisce in un parcheggio da dove, di notte, si possono vedere le luci della citt\u00e0. Siamo scesi dalla macchina ed abbiamo finito la patatine, seduti su di un rialzo d’erba tra il parcheggio ed il prato; Aldo mi indicava i punti notevoli della citt\u00e0, ma io non ascoltavo, non attentamente, nella mia mente si stavano formando sensazioni diverse, fastidio e meraviglia per il piacere che sentivo ad essere con lui. Un qualcosa di diverso, voglio dire che stare con amici mi aveva dato delle sensazioni piacevoli, ma mai come queste. Questa sensazione vibrante, questa tensione nel torace, a ancora una simile beatitudine… &#034Quella \u00e8 la stazione&#034 &#034Prego?&#034 Mi ha spaventato, non stavo ascoltando e sono stato riportato bruscamente alla realt\u00e0. &#034Eri lontano chilometri.&#034 &#034Er… credo proprio di s\u00ec.&#034 &#034Ero noioso? Talvolta mi dicono che parlo troppo .&#034 &#034No, stavo solo sognando. Ero proprio lontano chilometri, non volevo essere maleducato.&#034 &#034Dove eri?&#034 Mi guardava, i suoi occhi guardavano dritto nei miei, come incollati e sorrideva leggermente, il suo viso era illuminato nel crepuscolo. &#034In qualche luogo bello, spero?&#034 &#034Penso di s\u00ec, s\u00ec; ma non sono sicuro di dove fossi…&#034 Non riuscivo ad interrompere il nostro guardarci, non volevo interromperlo. Ero perso, perso nei suoi occhi. Vi ero caduto dentro, in quei due cristalli marrone chiaro; ho sentito una carezza sul braccio ed un tocco pi\u00f9 leggero sulle mie labbra, poi si \u00e8 ritirato, e continuava a guardarmi. &#034Sei scioccato&#034 Ha domandato. Non riuscivo a parlare; s\u00ec, ero scioccato. &#034Giorgio?&#034 Non riuscivo ancora a parlare. Ero scioccato? &#034Giorgio? Ti ho sconvolto?&#034 Continuavo a non riuscire a parlare. No, non sconvolto, ma sorpreso, sorpreso dalle sensazioni che non avevo mai provato prima. Per essere stato baciato; ero stato baciato? &#034Per favore di qualche cosa. Colpiscimi o fai qualcosa.&#034 &#034Aldo?&#034 Ricominciavo a parlare, la mia voce usciva, potevo parlare. &#034Io, er, io non…, er.&#034 &#034Vuoi baciarmi?&#034 Sentivo che stava arrossendo. Stava ancora coi suoi occhi nei miei, i nostri occhi non si abbandonavano. &#034Io, er, s\u00ec…&#034 &#034Oh.&#034 &#034Oh?&#034 &#034Oh.&#034 Mi ha baciato, mi voleva baciare, mi ha baciato. &#034Er, ma, er, io sono, er tu sei, siamo…&#034 &#034Ragazzi?&#034 &#034S\u00ec, er, ragazzi.&#034 &#034E ti ho sconvolto, allora?&#034 Mi sorrideva ancora. Non sicuro, quasi ansioso &#034Bene, no, ma, er.&#034 &#034Posso baciarti di nuovo?&#034 &#034Non ne sono sicuro… Er no… S\u00ec… No… Non so! Non sono mai stato baciato prima di ora. Non in quella maniera.&#034 &#034Non ho mai baciato nessuno prima d’ora. Non in questa maniera.&#034 &#034E allora?&#034 &#034Ho dovuto, eri cos\u00ec bello, e ho sentito, ho sperato…&#034 &#034Non sono.&#034 Mi sentivo veramente strano. Volevo afferrarlo, non volevo toccarlo, volevo rendergli il bacio, speravo che mi baciasse di nuovo, speravo, desideravo, sognavo, non comprendevo i sentimenti che mi attraversavano. &#034\u00c8 bello, voglio dire. Ma sono spaventato.&#034 &#034Da me?&#034 &#034Da me, penso.&#034 Tremavo. &#034Mi sento un po’ strano.&#034 &#034Anch’io. Giorgio, ho fatto un errore?&#034 &#034Non so. Ci devo pensare.&#034 E ancora non aveva tolto i suoi occhi dai miei. E io ero sempre perduto nei suoi occhi. &#034Aldo?&#034 &#034S\u00ec?&#034 &#034Non voglio che sembri stupido?&#034 &#034Non importa, non per me.&#034 &#034Sei gay?&#034 &#034Non so.&#034 &#034Se ti rendo il bacio sono gay?&#034 &#034Non so, Giorgio.&#034 &#034Cos\u00ec…&#034 &#034Cos\u00ec cosa sta accadendo?&#034 &#034Uhh, davvero. S\u00ec, cosa sta accadendo?&#034 E mi ha baciato, proprio con le labbra completamente sulle mie. Ha penetrato la mia bocca con la sua lingua, mi ha trattenuto nel suo abbraccio, nell’oscurit\u00e0 crescente, davanti alle luci della citt\u00e0, con le sue mani sulla mia schiena, la sua bocca sulla mia ed il mio cervello in un turbine. E gli ho reso il bacio, spaventato ma ancora confortato da lui. Era alto come me, ho notato stupidamente mentre ci baciavamo. Un motivetto \u00e8 uscito dalla mia tasca. &#034Dannazione. Pap\u00e0! Sul cellulare! Era lui. Quando gli ho risposto voleva sapere dove ero, chi mi avrebbe portato a casa e quando sarei tornato, minacciando sanzioni se non fossi tornato entro dieci minuti! &#034Aldo, devo andare a casa.&#034 &#034Lo so, \u00e8 un po’ tardi.&#034 \u00c8 salito in macchina e ha acceso il motore. &#034Sali!&#034 Non abbiamo parlato per tutta la strada, a parte le istruzioni che gli davo sulla via da seguire. Quando si \u00e8 fermato davanti a casa mia mi ha toccato il braccio. &#034Non voglio andarmene, so che devo ma non voglio andare. Non so neppure come rintracciarti.&#034 Gli ho scritto il mio numero di telefono. &#034Grazie Aldo.&#034 &#034Per il passaggio?&#034 &#034Non so per cosa, ma grazie.&#034 Sono sceso dalla macchina ed anche Aldo ha dovuto scendere per aprire il baule per permettermi di recuperare i clarinetti, quindi \u00e8 rientrato e mentre chiudeva la porta, proprio prima del rumore, ho sentito la sua voce &#034Ti amo, Giorgio.&#034 Ha inserito la marcia, ha lasciato andare la frizione ed \u00e8 partito a gran velocit\u00e0 prima che potessi dire qualche cosa. Ero a bocca aperta ed immobile dopo la sua partenza? Potete scommetterci! Ma cosa sentivo? Mi sono diretto verso la porta e sono entrato. S\u00ec, sono stato sommerso da una paternale, le conoscete vero?. Stare lontano da casa con quello che potrebbe essere un maniaco, stare fuori fino a tanto tardi, come possiamo fidarci di te, fidarci dei tuoi amici, la prossima volta non ti lasceremo uscire; ma sapevo come comportarmi, non si hanno gli stessi genitori per diciotto anni senza imparare come trattarli. Mi sono scusato molto, ho detto che era Aldo che mi aveva accompagnato a casa, che ci eravamo fermati a guardare le luci della citt\u00e0, che avevamo comprato patatine fritte in citt\u00e0, e mi sono scusato di nuovo. Ho detto che mi ero dimenticato del cellulare di pap\u00e0, che li avrei chiamati per dire dov’ero se mi fossi ricordato del telefono, ma non ero abituato ad averlo, cos\u00ec mi ero dimenticato. E sono stato molto attento a non parlare dell’andare di nuovo alle prove perch\u00e9 sapevo che se l’avessi fatto non me l’avrebbero pi\u00f9 permesso. Quando abbiamo ripreso la conversazione, non erano poi cos\u00ec arrabbiati, la domanda \u00e8 stata ‘Com’era l’orchestra?’ ed io ho raccontato della prova, di quello che avevamo suonato, del viaggio previsto per l’estate e ho dato loro la lettera che non avevo ancora letto che, a quanto sembrava, dava tutti i dettagli eccetto il costo, cosa che ha dato loro qualcosa d’altro a cui pensare. Comunque mi avevano sempre supportato nella mia passione e anche questa volta sarebbe stato cos\u00ec. Tutto questo mi aveva tanto stancato che mi sono fatto una doccia e poi sono andato subito a letto. Mi piacerebbe dire che la notte aveva porta consiglio e svegliandomi il giorno dopo sapevo cosa avrei fatto. Da un lato c’era Aldo, il suo bacio, anzi i suoi due baci, il fatto che mi avesse detto che ero bello. Tutto questo faceva pendere il piatto della bilancia da una parte, ma non completamente; comunque per me voleva dire molto.
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