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{"id":2549,"date":"2016-09-17T19:08:04","date_gmt":"2016-09-17T19:08:04","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=2549"},"modified":"2016-09-17T19:08:04","modified_gmt":"2016-09-17T19:08:04","slug":"un-ragazzo-sul-treno-prima-parte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/un-ragazzo-sul-treno-prima-parte.html","title":{"rendered":"Un ragazzo sul treno – prima parte"},"content":{"rendered":"

Parte 1<\/p>\n

Vi racconto della mia recente esperienza con un ragazzo su di un treno. Andavo da uno scompartimento all\u2019altro quando vidi il bruno teenager giapponese magro seduto con la faccia seppellita in un libro, il sacco accanto a s\u00e8. Era da mangiare nella sua camicia bianca, cravatta nera e pantaloncini grigi. Le gambe dorate erano muscolose, da giocatore di calcio, e trasudava giovane fresca innocenza.<\/p>\n

Entrai nel suo scompartimento e mi sedetti di fronte a lui. Mi guard\u00f2 appena quando entrai, ma mi rivolse un sorriso di saluto e pieg\u00f2 la testa alla maniera giapponese. Poi seppell\u00ec di nuovo la faccia nel suo manga, fumetti con bei ragazzi.<\/p>\n

Le mie speranze che si stavano trasformando rapidamente in piani furono quasi rovinati quando un tipo nordico con lunghi capelli, di poco pi\u00f9 di vent\u2019anni entr\u00f2 nel nostro scompartimento e scaric\u00f2 il suo zaino delle dimensioni di un piccolo condominio. Chiesi rapidamente al giovane di uscire un momento con me e l’informai che io ero il il tutore del ragazzo, che doveva affrontare un esame veramente difficile e che gli avrei pagato il viaggio se avesse trovato un\u2019altra sistemazione. Ci mettemmo d\u2019accordo molto rapidamente e lui usc\u00ec dalla mia vista e dalla mia vita.<\/p>\n

Ora, mentre il treno usciva dalla stazione, io avevo quel ragazzo delizioso tutto per me. Mi sedetti davanti a lui guardandolo per venti minuti. Tre o quattro volte lui sent\u00ec i miei occhi su di s\u00e9, guard\u00f2 in su e poi rapidamente gi\u00f9 di nuovo. Volevo farlo innervosire e tenni un leggero sorriso sulla faccia. Lui prese una bottiglia di acqua e bevve dandomi l’opportunit\u00e0 di vedere le sue belle e piene labbra in azione.<\/p>\n

Dopo un po’ allungai la gamba destra e la strofinai contro il suo polpaccio nudo. Volevo collaudare la sua sottomissione. La sua faccia arross\u00ec, il suoi occhi neri balenarono e si morse il labbro inferiore chiedendosi se era stato solo un incidente. Studiai come le sue giovani forti cosce scomparivano nei pantaloncini grigi ed il leggero grumo all’inguine. Spostai di nuovo la mia gamba su e gi\u00f9 contro la sua. Ora lui sapeva sicuramente che era intenzionale. Lui spost\u00f2 la gamba allontanandola da me.<\/p>\n

Io mi spostai e misi di nuovo la gamba contro la sua. Lui chiuse il libro e, senza guardarmi negli occhi, si alz\u00f2 ed afferr\u00f2 il suo sacco. Lo guardai, mi alzai anch\u2019io ed afferrandolo rudemente per le spalle lo spinsi a sedere sul suo posto. Si sedette di colpo e mi guard\u00f2. Batt\u00e9 le palpebre e le sue narici si allargarono, era come un giovane puledro. Di et\u00e0 indefinibile come tutti gli asiatici. I suoi capelli erano tagliati in quello stile corto e lungo cos\u00ec popolare tra le pop star asiatiche e tra quelli che le adorano. Mi guard\u00f2 senza parlare e mordendosi il labbro inferiore.<\/p>\n

Gli sorrisi e sedetti di nuovo di fronte a lui. Poi ripresi a strofinare la mia gamba contro il suo polpaccio. Lui disse qualche cosa in giapponese con una voce gutturale da adolescente, molto piano. Io non parlo giapponese e lui lo cap\u00ec, scosse avanti ed indietro la testa, tentando di dirmi coi gesti che non era interessato a cose gay. Io quasi scoppiai a ridere.<\/p>\n

Lui rest\u00f2 a bocca aperta ed i suoi occhi sembravano preoccupati; afferr\u00f2 la borsa e si alz\u00f2 di nuovo, questa volta lo sbattei gi\u00f9 un po’ rudemente e lo guardai in viso finch\u00e9 non abbass\u00f2 lo sguardo al pavimento. Sembrava volesse piangere. Era magnifico, cos\u00ec fresco nella sua linda uniforme, cos\u00ec desiderabile.<\/p>\n

Lui un\u00ec le gambe e tent\u00f2 di spostarle da me. Io mi chinai in avanti e misi le mani sulle sue ginocchia nude spingendole per allargarle. Lui mi guard\u00f2 con orrore, una snella giovane mano liscia si appoggi\u00f2 al mio polso per fermarmi, ed io la schiaffeggiai via. Gli allargai le gambe ed ora il suo inguine era chiaramente in mostra.<\/p>\n

Lo schiaffeggiai sulle gambe per dirgli che le doveva tenerle larghe il pi\u00f9 possibile, poi mi sedetti, presi un giornale e cominciai a leggere. Lui rest\u00f2 seduto, stupito, impaurito, rigido con le gambe larghe. Ogni volta che tentava di chiuderle un po\u2019, gli schiaffeggiavo duramente le cosce nude finch\u00e9 un\u2019impronta rossa non appariva sulla gamba nuda e poi gli allargavo ulteriormente le giovani gambe.<\/p>\n

Mi piaceva la protuberanza del suo giovane cazzo nei pantaloncini grigi. Lui non sapeva cosa fare, era cos\u00ec comico. Dopo un terzo tentativo rimase seduto a gambe larghe, prese il suo libro e finse di tornare a leggere, anche se io sapevo che la sua mente stava cercando di ragionare.
Dopo un po’ stesi come casualmente di nuovo una gamba e misi un piede tra le sue gambe sopra il cuscino del sedile.<\/p>\n

Mi mi guard\u00f2 con orrore e la sua bocca emise uno strano suono. Io sorrisi e gli dissi: &#034Io non parlo giapponese.&#034 In un giapponese molto cattivo. Lui scosse la testa e disse: &#034No… Io… non voglio… no… prego!&#034
Ma io mi ero messo di nuovo a leggere con un piede alloggiato fra le sue gambe larghe.<\/p>\n

Restammo cos\u00ec per quindici minuti mentre io finivo il giornale. La nostra privacy fu interrotta da un colpo alla porta, il bigliettaio entr\u00f2 per controllare i biglietti. Vidi un bagliore di speranza sulla faccia del ragazzo, mi chinai e misi una mano sulla sua gamba nuda rimettendo il piede sul pavimento. Presi dalla tasca un coltello e lo misi sul sedile vicino a me in modo che potesse vederlo. Vidi il suo pomo di Adamo salire e scendere, era cos\u00ec carino. Diede il suo biglietto al bigliettaio fissando per tutto il tempo il pavimento e con la mano che tremava, ma il bigliettaio non lo not\u00f2.<\/p>\n

Sorrisi, gli diedi il mio biglietto e quando se ne and\u00f2 chiusi rapidamente la porta a chiave dall’interno e tirai le tendine. Sentii il respiro affannoso del ragazzo sopra il rumore delle ruote del treno. Potevo quasi sentire l\u2019odore della sua paura. Mi girai e vidi che stava guardando il coltello sul sedile di fronte a lui. Quasi avrei voluto che lo prendesse ma era troppo sottomesso e spaventato.<\/p>\n

Tornai a sedermi di fronte a lui e notai che aveva chiuso un po\u2019 le gambe cos\u00ec delicatamente ma decisamente ancora una volta gliele allargai. Questa volta piagnucol\u00f2. Allungai una mano e gli slacciai le scarpe. Questo sembr\u00f2 fargli male fisicamente ed emise un suono come un grugnito, forse stava indovinando quello che stava per accadere: gli tolsi le scarpe e gli feci scivolare gi\u00f9 le calze.<\/p>\n

Lui esal\u00f2 come un fischio e vidi della saliva agli angoli della sua bocca, era veramente impaurito. Ora l’avevo a piedi nudi nello scompartimento, aveva dei bei piedi arcuati. Le dita perfette, forti e
giovani. Mi sedetti e misi di nuovo il piede sul sedile, questa volta tra le sue gambe, (mi ero tolto anch\u2019io le scarpe, allo stile giapponese) appoggiato contro la protuberanza del suo giovane uccello.<\/p>\n

Non poteva tirarsi indietro su sedile, doveva tenere le gambe nude allargate, cos\u00ec rimase seduto impaurito pregandomi con gli occhi di lasciarlo in pace.
Con le dita del piede spinsi leggermente, lavorai la sua protuberanza e vidi delle lacrime formarsi nei suoi occhi.<\/p>\n

Restammo cos\u00ec per circa dieci minuti, dieci minuti di tortura per il ragazzo. Sono sicuro che per lui furono eterni ma per me furono troppo brevi. Come mi stavo divertendo! Improvvisamente mi alzai e mi mossi verso di lui, come un a****le ferito salt\u00f2 indietro ed alz\u00f2 le gambe accucciandosi nell’angolo del suo sedile.<\/p>\n

L\u2019afferrai, ora stava tremando e pensai per un momento che si sarebbe pisciato nei pantaloni. Lo misi di nuovo seduto e gli allargai ancora le gambe, questa volta facendo correre la lama del coltello lungo la sua carne liscia per ricordargli di non cambiare posizione. Poi delicatamente gli allentai la cravatta e gliela tolsi. I suoni che scappavano dalla sua tenera bocca erano fischi meravigliosi, strilli, uggiolii e lamenti. Ogni tanto una parola in giapponese o un tentativo lamentoso di implorare che mi fermassi in un terribile italiano.<\/p>\n

Misi da parte la cravatta e bottone dopo bottone gli slacciai la camicia. Quando le sue giovani mani si alzarono per fermarmi, io le schiaffeggii rudemente via e per la prima volta gli misi un dito in faccia per ammonirlo. Questo l’inchiod\u00f2 al suo posto.<\/p>\n

Ora le lacrime stavano scendendo sulle sue belle guance. Gli aprii la camicia rivelando un bellissimo torace ed uno stomaco liscio, snello ma ben formato, da adolescente. La pancia era stretta, i pettorali cominciavano a mostrare i muscoli in sviluppo ed erano sovrastati di pi\u00f9 meraviglioso di capezzoli rosa che avessi mai visto. Mi sedetti a studiare il mio premio forzandolo a rimanere seduto a gambe allargate, camicia aperta con torace e pancia in mostra, lui non sapeva dove guardare e teneva gli occhi al pavimento.<\/p>\n

Dopo altri dieci minuti di agonia per lui, mi alzai e feci rapidamente scivolare via la sua camicia lasciando nudo il suo torso. Mi piacque il piccolo cespuglio nero di peli che gli si stavano formando sotto le ascelle. I capezzoli divennero sodi e le gemme delle tette in rilievo. Piegai la camicia e la misi sul sedile accanto a me vicino alle calze e alle scarpe, poi gli feci segno di alzarsi.<\/p>\n

Non si mosse, allora lo afferrai per i capelli e lo tirai in piedi. Rimase in piedi di fronte a me, sulle sue giovani forti gambe di calciatore, col corpo che ondeggiava al movimento del treno, quasi ipnotizzato.<\/p>\n

Studiai il suo stomaco ed il suo ombelico attraente, gli girai intorno per guardare il suo sedere ben formato, cos\u00ec bello negli stretti shorts grigi. Allungai una mano e gli accarezzai la pancia. Inspir\u00f2 come se tentasse di allontanarla dalla mia mano. Stupido.<\/p>\n

Feci correre la mano sul suo torace e sentii ognuna delle tette mentre lui risucchiava l\u2019aria e la saliva gli gocciolava dalla bella bocca. Una volta tent\u00f2 di allontanarsi ed io gli schiaffeggiai con forza il viso. Dopo di che rimase fermo accettando la mia m*****ia, il mio abuso. Gli toccai il collo morbido, le spalle, le ascelle bagnate dal sudore della paura. Scesi alle sue anche ed infine mi fermai sul bottone dei pantaloncini.<\/p>\n

Trattenne il fiato sapendo quello che stava per accadere ed incapace di accettare la sua umiliazione e degradazione. Gli aprii i pantaloni guardandolo in faccia per tutto il tempo. Il moccio form\u00f2 bolle dal suo naso cos\u00ec grazioso, i suoi occhi sembravano frenetici, come quelli di un a****le intrappolato. Feci scendere la cerniera degli shorts e li trascinai gi\u00f9. Portava un piccolo paio di slip blu, la maggior parte degli asiatici preferiscono mutande molto piccole ed io le preferivo su un ragazzo cos\u00ec.<\/p>\n

Ora potevo vedere il suo uccello chiaramente delineato. Era un cazzo medio che formava un angolo verso l’alto alla sinistra nelle piccole mutande e sotto le belle palle piene.<\/p>\n

I pantaloncini scesero alle sue caviglie, gli dissi di uscirne e li misi con la sua camicia. Ora il suo corpo si stava scuotendo quasi incontrollabilmente, pensai che probabile sarebbe caduto. Misi una mano sul suo sedere sodo e glielo strinsi. Lui fece un rumore come di aria che esce da un pallone.<\/p>\n

Potevo vedere la cima della sua fessura del sedere sopra la cintura delle mutande, capii che aveva una bella fessura profonda e due globi sodi e rotondi. Un forte giovane sedere grazie allo sport.<\/p>\n

Quando misi le dita sulla sua protuberanza lui precipit\u00f2 sul suo sedile come un ubriaco guardandomi nudo a parte le mutande. Gli feci l’occhiolino e gli allargai le gambe. Mi ci misi in mezzo, mi chinai e cominciai a leccargli leggermente le tette. Lui tent\u00f2 di contorcersi ma naturalmente lo feci ancora sedere mentre lavoravo i giovani capezzoli gonfi.<\/p>\n

Poi mi inginocchiai tra le sue gambe, presi la sua bella faccia liscia nelle mie mani e lo baciai sulla bocca; prima tent\u00f2 di res****re ma lo costrinsi con la lingua ad aprire la bocca e cominciai un bacio francese assaggiandogli i denti, le gengive e la lingua, riempendogli con la mia saliva la cavit\u00e0 orale ed assicurandogli il bacio pi\u00f9 lungo e bagnato della sua giovane vita.<\/p>\n

Lo vidi guardare freneticamente da una parte all\u2019altra, lo sentii soffocare, come se stesse per vomitare.<\/p>\n

Lo costrinsi a chiudere la bocca e gli tenni il naso chiuso per costringerlo ad ingoiare la saliva che avevo depositato nella sua bocca.
Lo feci tre volte finch\u00e9 non fu capace di tenere la bocca aperta mostrandomi il lago di saliva senza soffocare.
Era cos\u00ec grazioso con le gambe ed i piedi sul sedile e quando doveva ingoiare la saliva le dita dei piedi si arricciavano ed il corpo saltava come se fosse sotto elettrochoc. I suoi capelli ora erano spettinati e stava sul sul sedile, nudo a parte quelle piccole mutande blu sexy, le gambe larghe, il torace ansante, la bocca aperta e gli occhi rossi e lacrimosi.<\/p>\n

Mi misi a pochi centimetri dalla sua faccia e strofinai la dura protuberanza nei miei pantaloni. A quel punto cap\u00ec cosa stava per succedere e tent\u00f2 di raggiungere la porta, senza curarsi di essere quasi nudo. L’afferrai e lo scossi come una bambola di stracci. Poi lo schiaffeggiai con forza in faccia quattro volte. Il suo labbro inferiore tremava ed i suoi occhi erano selvatici.<\/p>\n

Lo feci sedere rudemente e lui si sedette tremante, non per il freddo ma per la paura. Mi misi tra le sue gambe e giocai di nuovo con l\u2019uccello nei miei pantaloni. Per farlo con un ragazzo devi essere bravo a raccogliere certi segnali; devi sapere quando spingerti in avanti e quando retrocedere, quando minacciare e quando blandire.<\/p>\n

Perch\u00e9 non grid\u00f2 per chiedere aiuto? Perch\u00e9 sapeva che chiunque avrebbe potuto vedere la sua vergogna e la sua degradazione. Misi una mano dietro alla sua testa e portai la sua faccia al mio inguine. Lui piagnucol\u00f2 e poi il suo naso e la bocca furono pigiati contro il mio cazzo duro ed enorme nei jeans. Poteva sentire attraverso la stoffa l\u2019odore della mia verga affamata, ansiosa e sbavante per il desiderio di essere sguinzagliata? Gli feci sentire il contorno del mio attrezzo. Poi rapidamente mi tirai indietro, mi sedetti, presi una mela dalla mia borsa e lentamente la mangiai.<\/p>\n

Mi guard\u00f2 incredulo a bocca aperta, il corpo coperto di sudore, i capelli incollati alla fronte, il torace ansante, le tette dure, i capezzoli rosa e la pancia in agitazione. Le gambe larghe, i piedi piegati, le dita dei piedi arricciate. Mangiavo la mela, studiavo il suo giovane corpo lucente da puledro e quello che vedevo era molto, molto piacevole. Quel ragazzo di cui non conoscevo il nome ne la lingua, quel sano, normale, sportivo, ragazzo stava per essere inculato.<\/p>\n

Stava per avere un cazzo duro spinto nel suo giovane sedere, nel suo retto verginale e stretto, un atto da cui non si sarebbe mai ripreso, un\u2019emozione ed una ferita mentale da cui non sarebbe mai guarito. Stava per essere chiavato come una ragazza nella passera. Stava per essere usato come una fica. Lui lo sapeva. Potevo vedere nei suoi occhi che lo sapeva e non c’era niente che potesse fare.<\/p>\n

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