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{"id":2498,"date":"2016-09-17T19:07:45","date_gmt":"2016-09-17T19:07:45","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=2498"},"modified":"2016-09-17T19:07:45","modified_gmt":"2016-09-17T19:07:45","slug":"le-mie-storie-28","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/le-mie-storie-28.html","title":{"rendered":"Le mie storie (28)"},"content":{"rendered":"

Dopo tanto studio e tanti sacrifici, finalmente, grazie anche all’aiuto di mio padre che mi aveva segnalata ad un suo vecchio amico, avevo trovato lavoro. Naturalmente la mia cosiddetta &#034raccomandazione&#034 non mi fece sentire in colpa neanche per un secondo visto il mio curriculum universitario e post. L’amico di famiglia anzi fu felicissimo di accogliermi al suo studio visto le mie credenziali. Non vi dir\u00f2 che lavoro faccio, per una questione strettamente privata, ma \u00e8 un lavoro di responsabilit\u00e0 e soprattutto per essere proprie sincere, dove almeno all’epoca, si faticava tanto e si guadagnava poco. Io come ultima ruota del carro diciamo che inizialmente non godevo della fiducia generale; considerando che su dodici persone che ci lavoravano, c’erano dieci uomini, la segretaria e due donne soltanto, vi sar\u00e0 facile immaginare l’ambiente maschilista nel quale ho cominciato la mia professione, e nella quale la sto proseguendo (anche se in maniera per fortuna diversa visto l’esperienza che ho accumulato negli anni).
Dal punto di vista della fauna umana, c’era un po’ di tutto: dal titolare (l’amico dei miei) ed il suo socio che avevano sulla sessantina (credo all’epoca fosse cos\u00ec), ai vari collaboratori che scendevano d’et\u00e0 fino ad arrivare alla sottoscritta ed un altro paio di coetanei. La pi\u00f9 giovane (tanto per cambiare) era la segretaria, molto carina e educata, che con simpatia ed eleganza respingeva quotidianamente gli assalti dei miei colleghi.
Inizialmente non \u00e8 che intrapresi particolari rapporti di amicizia con gli altri. Mi trovavo bene con l’altra mia collega, che a memoria credo avesse una quindicina d’anni pi\u00f9 di me; insieme durante la pausa pranzo scendevamo fare shopping, e spesso capitava di mangiare quel pasto veloce prima di tornare al lavoro. I miei due coetanei inizialmente erano entrambi fidanzati; con loro spesso capitava di dover fare del lavoro fuori, per cui si scendeva insieme per andare nella folla degli uffici di Napoli. Ma tranne un rapporto lavorativo, non \u00e8 che si fosse stabilito chiss\u00e0 quale feeling.
Poi accadde che uno dei due, dopo non so pi\u00f9 quanti anni di fidanzamento, si lasci\u00f2 con la compagna, e dopo il classico mese di lacrime, cominci\u00f2 a tornare a caccia. Sempre splendido con la segretaria, simpatico con la mia collega, maldestro con la sottoscritta, girava per lo studio in cerca di attenzioni. In tutta onest\u00e0 (perch\u00e9 io lo sono sempre stata prima di tutto con me stessa, ma poi anche con gli altri) io lo avevo gi\u00e0 notato appena entrata nello studio, ma naturalmente me ne tenevo ben lontana data la sua situazione sentimentale. Se a questo aggiungete che non \u00e8 che mi sentissi esattamente a mio agio in un nuovo ambiente, soprattutto perch\u00e9 lavorativo, aggiungendo tutto ci\u00f2 alla mia imbranataggine, non farete fatica a capire che non avessimo stretto chiss\u00e0 quale amicizia. Per\u00f2, come si sa, Napoli nella sua grandezza \u00e8 una citt\u00e0 piccola, quando si esce la sera, alla fine ci si conosce tutti. Cos\u00ec all’epoca mi capit\u00f2 di uscire con lui (in compagnia di altre persone) pi\u00f9 di una volta. Nel giro di un mesetto, ognuno di noi due abbass\u00f2 le proprie barriere; lui si rese conto che dal punto di vista professionale ero molto preparata, per cui si instaur\u00f2 un rapporto di collaborazione, piuttosto proficuo per entrambi. Dal punto di vista della chimica fisica, invece, non sembrava esserci niente; nessuno dei due aveva mai manifestato all’altro una sorta di attrazione, di interesse. Certo anche se mi sembra pleonastico scriverlo, la miei esuberanza anteriore, come da sempre mi succedeva, era frutto di quotidiane battute da parte di tutti, anche lui.
E veniamo al fatto, a quello che voi lettori state aspettando dall’inizio di questa storia (siete stati proprio bravi se avete letto fino a qui). Tutto successe un pomeriggio, anzi a dire la verit\u00e0 la mattina. Infatti arrivammo, in maniera del tutto casuale, insieme allo studio e nell’ascensore (lo ricordo ancora perch\u00e9 non mi era mai successa una cosa del genere), affollata di persone che dovevano smistarsi nei vari piani e nei vari uffici, quella mattina sentii la sua mano sfiorarmi il sedere pi\u00f9 di una volta. Ma naturalmente io lo vedevo pi\u00f9 un gesto per prendermi in giro, per stuzzicarmi nella folla, che altro. Poi come sempre la giornata and\u00f2 come doveva andare, ed ad ora di pranzo ci fu il fuggi fuggi generale. Quel giorno, non chiedetemi perch\u00e9, perch\u00e9 non lo ricordo, io rimasi da sola nello studio a lavorare (non era la prima volta che succedeva). In quelle due ore sarei stata tranquilla e beata, visto che anche la segretaria come sempre tornava a casa sua. Credo di ricordare di essermi fatta addirittura una mezza pennichella sul divano della stanza del capo, quando sentii bussare alla porta in largo anticipo rispetto all’orario in cui sarebbero dovuti rientrare tutti. Era il mio collega che si era voluto anticipare per poter uscire prima. Ci prendemmo un caff\u00e8, poi seduti sul divano io gli feci presente che avevo notato la sua mano birichina nell’ascensore. Insomma il tempo di un paio di schermaglie ed eravamo avvinghiati l’uno all’altro. Naturalmente subito mi apr\u00ec la camicetta del tailleurs cos\u00ec come io feci con il suo pantalone. Eravamo nella stanza &#034principale&#034 quando lui mi disse senza giri di parole che avrebbe voluto scoparmi sul tavolo del capo. Ricordo che mi trascin\u00f2 per un braccio e mi fece appoggiare con le tette penzolanti sulla scrivania. Poi mi alz\u00f2 la gonna , mi strapp\u00f2 le calze (anche questo ricordo indelebile visto che era molto raro che usassi i collant) e senza neanche togliermi le mutande, le scost\u00f2 e me lo mise dentro. Mentre stavo godendo allo stesso tempo ero preoccupata di non rompere niente di ci\u00f2 che c’era sopra. Ricordo la sua irruenza che in maniera del tutto inaspettata mi sorprese positivamente. Poi poco prima di venire me lo fece prendere in bocca visto che era senza preservativo. Io lo feci volentieri anche perch\u00e9 ricordo che fui molto attratta dal suo uccello; poi lo feci venire (stando bene attenta a non sporcarmi il vestito). Ci riposammo sul divano, ma lui evidentemente non \u00e8 ancora soddisfatto cos\u00ec mi disse di rimanere come stavo (praticamente mezza nuda) e scese un attimo a comprare preservativi nella farmacia di fronte. Io intanto per\u00f2 mi era rivestita anche perch\u00e9 ricordo faceva freddo (se non sbaglio eravamo proprio in questo periodo). Lui torn\u00f2, rimasto deluso per avermi trovata ricomposta, mi chiese se avessi perso la voglia di farlo di nuovo. Io inizialmente fui tentennante, ma poi evidentemente mi lasciai convincere (non ricordo perch\u00e9 n\u00e9 come), tanto che tirai gi\u00f9 mutandine e calze rotte, per essere pi\u00f9 comoda. Ci buttammo sul divano, mi allarg\u00f2 le cosce e lo facemmo la seconda volta. Per fortuna il tutto fin\u00ec cinque minuti prima che rientrasse la mia collega. La quale da attenta osservatrice, dopo avermi vista la mattina con le calze, ed il pomeriggio senza, mi fece un sorriso per farmi capire che aveva capito il movimento che c’era stato all studio. \u00c8 stata l’unica volta che l’ho fatto sul posto di lavoro, con il mio collega capit\u00f2 di vederci per divertimento qualche altra volta ma non allo studio.<\/p>\n