Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667

Warning: Cannot modify header information - headers already sent by (output started at /home/bestsexstory/public_html/wp-content/wp-cache-config.php:110) in /home/bestsexstory/public_html/wp-includes/rest-api/class-wp-rest-server.php on line 1667
{"id":2183,"date":"2016-09-17T18:21:31","date_gmt":"2016-09-17T18:21:31","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=2183"},"modified":"2016-09-17T18:21:31","modified_gmt":"2016-09-17T18:21:31","slug":"le-creature-del-male","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/le-creature-del-male.html","title":{"rendered":"Le creature del Male"},"content":{"rendered":"

Eccomi di nuovo nel d\u00e9j\u00e0 vu. Il freddo \u00e8 tagliente, provo un senso di colpa che non mi spiego, ho paura di aver dimenticato qualcosa. Un uomo muore davanti a me. Sono nell’ufficio del mio capo, un bicchiere d’acqua e una pillola sul tavolo. Musica dei Radiohead, non capisco da dove arrivi. Mando gi\u00f9 la pillola, lascio cadere la testa all’indietro e guardo il soffitto.<\/p>\n

\u201cThere are two colours in my head What, what is that you try to say?\u201d<\/p>\n

Forse sto guardando il soffitto di casa mia. Sogno? La musica arriva dal cellulare sul comodino, \u00e8 la sveglia. Leggo sul display che sono le otto di sera, tra due ore comincia la mia giornata, anzi nottata, lavorativa.<\/p>\n

Era un sogno. Mi alzo dal letto e il contatto col pavimento gelido mi fa svegliare del tutto. Sul davanzale della finestra l’accumulo di neve non smette di crescere e dal cielo continuano a fioccare scaglie di inverno grattugiato. Sembra che Febbraio non debba finire mai. Comincio a odiare questo inverno. Non sopporto pi\u00f9<\/p>\n

nulla. Il vero problema \u00e8 il mio lavoro, ma so che qualcosa sta per cambiare. Il capo me l’ha detto chiaramente: accetter\u00f2 la promozione e il mio debito sar\u00e0 cancellato. Ancora un po’ di pazienza, due o tre settimane, ha promesso.<\/p>\n

Cammino in direzione della cucina e il dolore all’occhio torna a farsi vivo. Da quanto tempo va avanti questa storia? Decido di ignorarlo e cerco qualcosa da mangiare. Trovo solo pane e marmellata di ciliegie.
Apro il frigo, prendo una bottiglia di latte e riempio una tazza. La metto sul tavolo e rimango qualche minuto a osservarla. Mi piace il colore del latte, \u00e8 un colore luminoso e pulito. Il bianco sta bene su tutto, a parte le automobili. Perch\u00e9 un’auto bianca o \u00e8 una gran macchina o \u00e8 un taxi.
Io non guido una gran macchina.
Mando gi\u00f9 tre sorsi abbondanti. Se fossero le otto del mattino sarebbe un bel modo per cominciare la giornata, ma \u00e8 sera e non c’\u00e8 motivo di pensare che la notte in arrivo porti qualcosa di buono.
Preparo un caff\u00e8 e lo unisco al latte rimasto, aggiungo vodka e la tazza \u00e8 di nuovo piena. Mangio e poi bevo. La sensazione \u00e8 di calore, si propaga lungo le braccia, scende verso le gambe e risale fino alla testa.
Bello.
Mi guardo allo specchio. Metto due dita sullo zigomo sinistro e tiro la pelle verso il basso. Le macchie bianche all’interno della palpebra inferiore sono diventate tre.
Mancano venti minuti alle dieci e sono gi\u00e0 al volante che guido verso il centro, in attesa della prima chiamata. Stare fermo a parlare con i colleghi non mi piace, preferisco girare per la citt\u00e0. Il capo lo sa e mi lascia fare.
Mi godo le strade semivuote e i monumenti illuminati. Attraverso un ponte sopra il fiume, lungo e scuro, che taglia in due la zona est, quella che si estende verso la collina. La luce arancione dei lampioni accentua la presenza della neve sull’asfalto e sembra quasi dilatare i fiocchi che cadono dal cielo. Il termometro segna cinque gradi sotto zero e faccio zapping con i canali della radio.
Musica dance. Non mi va. Cambio frequenza.
Radiogiornale: fuga di gas, cinque morti e dodici feriti nel crollo di una palazzina.
Cambio frequenza.
\u201cNon pensate che il Creatore sia soltanto colui che ha creato dal nulla. Il Creatore conserva ci\u00f2 che esiste. Egli mantiene ci\u00f2 che ha creato. E’ lui che dobbiamo pregare, \u00e8 a lui che dobbiamo obbedire.\u201d
Cambio frequenza. Pubblicit\u00e0.
Spengo la radio.
Ho un po’ di musica sulla chiavetta. Seleziono la cartella \u201cMassive Attack\u201d e scelgo la riproduzione casuale.
Eccetto l’impianto Hi-Fi, odio anche questa macchina.
Devo liberarmene al pi\u00f9 presto, in qualche modo.
La prima chiamata arriva alle dieci e mezza: via dell’Arsenale, destinazione Aeroporto.
Spengo il motore davanti al civico numero 6 e aspetto. Sotto i portici c’\u00e8 poca gente che cammina. Un uomo e un cane dormono sul pavimento, davanti a una vetrina luccicante che espone capsule di lusso per le macchinette del caff\u00e8. Mi chiedo se la coperta che li avvolge potr\u00e0 bastare, se almeno uno dei due vedr\u00e0 l’alba domattina.
Sento il rumore di un portone che si apre. Una signora di mezza et\u00e0 esce, si dirige verso di me ed entra in macchina.
\u00abBuonasera, andiamo in Aeroporto. Grazie.\u00bb Lo so che va in Aeroporto.
\u00abVa bene la tangenziale, Signora?\u00bb le chiedo guardandola nello specchietto.
\u00abS\u00ec s\u00ec, faccia lei. Posso prendere una caramella?\u00bb
\u00abCertamente, sono a disposizione dei clienti. Questa sera si pu\u00f2 scegliere tra balsamiche alla menta, limone con vitamina C e tanti coccodrilli gommosi che ho qui nel cassettino, se preferisce.\u00bb
Sorrido.
La cliente ride, mostrando denti molto bianchi.
\u00abMa lei \u00e8 gentilissimo!\u00bb
Mi chiedo quanto trucco si sia spalmata sulla faccia.
\u00abSolo il meglio per i miei passeggeri.\u00bb
Si guida bene di notte. Le strade sono libere, i semafori lampeggiano su un solo colore e non ci sono troppi incapaci al volante. Niente clacson, soltanto silenzio e la mia radio.
\u00abNon canta nessuno in questa canzone?\u00bb mi chiede.
\u00abNo Signora, \u00e8 solo musica. Se vuole metto qualcos’altro.\u00bb
\u00abLasci pure, mi piace. Come si intitola?\u00bb Le rispondo \u00abExchange\u00bb.
Mi racconta che va a prendere sua figlia, torna da una vacanza in Brasile. L’aereo ha fatto scalo in Francia e da l\u00ec \u00e8 partito in ritardo a causa della scarsa visibilit\u00e0 e del ghiaccio accumulato sulle ali.
\u00abSa, l\u00ec era estate. Povera bambina… ha trovato una differenza di almeno trenta gradi atterrando a Parigi!\u00bb
Cerco di mostrare solidariet\u00e0 esibendo la faccia pi\u00f9 preoccupata che ho.
Dopo qualche minuto cambia argomento e parla di taxi.
\u00abHo letto un articolo, sa? Scrivevano di un’inchiesta partita qualche mese fa. Tassisti che effettuano servizi \u201cspeciali\u201d e poco legali. Lei ne sa qualcosa?\u00bb
S\u00ec.
\u00abCome si conclude l’articolo, Signora?\u00bb
\u00abC’era scritto che la Procura ha concluso l’inchiesta. Non ci sono indagati e nessun reato \u00e8 stato commesso. Lei cosa ne pensa?\u00bb
Io penso a fare bene il mio lavoro in modo da poterlo lasciare al pi\u00f9 presto, tutto qua.
\u00abPenso che bisogna avere fiducia nella giustizia.\u00bb
\u00abHa ragione… e poi se sono tutti come lei non c’\u00e8 di che preoccuparsi. Si vede che \u00e8 un bravo ragazzo! Vero?\u00bb
\u00abPurtroppo non \u00e8 cos\u00ec, Signora.\u00bb
Mi guarda con aria tesa. \u00abIn che senso?\u00bb
\u00abNon sono pi\u00f9 un ragazzo.\u00bb Sorrido.
Lei ride.
\u00abBe’… per\u00f2 \u00e8 bravo!\u00bb
L’aeroporto diventa visibile quando mancano ormai poche centinaia di metri alla destinazione. Tutto ci\u00f2 che riesco a distinguere in mezzo agli strati di nebbia sono le luci intermittenti della pista di atterraggio e un enorme manifesto che pubblicizza la nuova minicar firmata dallo stilista del momento.
\u00abArrivederci Signora, mi saluti sua figlia.\u00bb
Mentre percorro al contrario la strada che ho fatto prima, la foschia aumenta e la visibilit\u00e0 diminuisce. La strada \u00e8 ricoperta di neve, mi sembra di guidare in mezzo alle nuvole. Decido che \u00e8 arrivato il momento di completare la mia cena e mi fermo dopo qualche chilometro.
La temperatura all’interno della stazione di servizio \u00e8 decisamente alta ma non mi d\u00e0 fastidio. Osservo i nomi dei panini e faccio un ripasso di letteratura greca. Alla fine scelgo Ulisse e lo indico alla ragazza che sta dietro il bancone.
\u00abMi dia anche una birra, per favore.\u00bb
\u00abNon possiamo servire alcolici, ma pu\u00f2 trovare ci\u00f2 che desidera nel banco frigo che si trova qui accanto.\u00bb
Vado a pagare.
\u00abCon un euro e cinquanta in pi\u00f9 prende anche la macedonia di frutta, la vuole?\u00bb
\u00abNo.\u00bb
\u00abPrende il caff\u00e8?\u00bb
\u00abNo.\u00bb
\u00abVuole un gratta e vinci?\u00bb
Rimango zitto e guardo la cassiera. Non mi fa altre domande.
Sono stanco di questo lavoro, non ricordo neanche quando l’ho cominciato. Il fatto che sia sempre di notte per\u00f2 mi aiuta a sopportarlo meglio, o almeno questo \u00e8 ci\u00f2 che credo.
Da qualche mese non sto bene. Il dottore dice che i vuoti di memoria sono legati alla mia attivit\u00e0.
\u201cNon puoi andare avanti cos\u00ec, lavorare di notte ti sta stressando troppo. Passi le giornate a letto, con le serrande abbassate e riesci a dormire non pi\u00f9 di qualche ora. Hai bisogno di vedere la luce del sole ogni tanto. Sarai mica un vampiro?\u201d
Gli ho detto che sono un vampiro.
\u201cFantastico! Perch\u00e9 non me l’hai detto subito? Non immagini quante ragazzine, tra cui mia figlia, sognano di incontrare uno come te. Dovresti sfruttare questa opportunit\u00e0, faresti un sacco di soldi.\u201d
Non \u00e8 ancora riuscito a guarirmi ma \u00e8 simpatico, il mio dottore.
Con un po’ di birra in corpo affronto meglio il ritorno in macchina, anche se trovare un’auto bianca in mezzo alla neve e alla nebbia non \u00e8 cos\u00ec facile, ma alla fine la raggiungo.
Sto per salire a bordo quando i passi di qualcuno che si avvicina mi fanno voltare d’istinto. Vedo un uomo dall’et\u00e0 indefinibile. Potrebbe averne trenta, quaranta o chiss\u00e0 quanti. E’ molto magro. Il viso scavato e gli occhi vitrei sono avvolti dentro un cappuccio che tiene sulla testa.
Quando apre la bocca vedo la luce del lampione riflessa su alcuni denti di metallo.
\u00abDevo andare in citt\u00e0, quanto costa?\u00bb
Gli spiego che posso accettare solo chiamate che mi arrivano dalla centrale. Se vuole un taxi deve telefonare.
\u00abNon hai clienti adesso, che problema c’\u00e8? Guarda che pago.\u00bb
Non fare casini, stai calmo. Niente guai. Non adesso che manca poco.
\u00abSali.\u00bb
Metto in moto e faccio retromarcia, le ruote tendono a slittare sulla neve. Il mio nuovo cliente ha la testa appoggiata sul finestrino e tiene gli occhi chiusi. Evito di fargli domande e lo lascio riposare.
Tengo entrambe le mani sullo sterzo ed entro lentamente nello stato di semiveglia che accompagna la maggior parte delle mie ore lavorative. Ormai conosco fin troppo bene i corsi e le vie di questa citt\u00e0. Vorrei che questa brutta automobile a gas si guidasse da sola. Vorrei stendermi sui sedili posteriori e dormire. Svegliarmi col sole e prendermi una vacanza. Poi tornare a casa e iniziare un nuovo lavoro. Un lavoro pulito.
Una fitta alla palpebra interrompe il mio sogno ad occhi semiaperti e mi rendo conto che sarebbe ora di prenotare
una visita dall\u2019oculista. Forse sto perdendo la vista, mi scriveranno \u201cguida con lenti\u201d sulla patente.
Dopo mezz’ora attraversiamo un quartiere periferico a nord della citt\u00e0. Chiedo all’uomo col cappuccio dove vuole andare, alzando un po’ la voce per svegliarlo.
\u00abTu vai\u00bb mi sento rispondere.
\u00abAscolta, io sto lavorando. Adesso mi dai un indirizzo e io ti ci porto. Fai un piccolo sforzo e dimmi dove vuoi andare, non posso perdere altro tempo con te.\u00bb
Il tizio non si scompone. Un’espressione falsa e amichevole appare tra le rughe della sua faccia consumata.
\u00abCome ti chiami, tassista?\u00bb Comincio a innervosirmi.
\u00abRay.\u00bb
L\u2019incappucciato si mette a ridere. O la smette subito o gli stacco quei denti metallici con le mie mani.
\u00abChe cazzo di nome \u00e8 Ray?\u00bb
Provo a mantenere la calma per altri cinque minuti, dopo non garantisco niente.
\u00abE’ il diminutivo di Raymond. Mia madre era scozzese e le piaceva quel nome. Qualche problema, amico?\u00bb
Amico un corno. La bestia tira fuori una lama e me la punta alla gola.<\/p>\n