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{"id":1951,"date":"2016-09-17T18:15:20","date_gmt":"2016-09-17T18:15:20","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=1951"},"modified":"2016-09-17T18:15:20","modified_gmt":"2016-09-17T18:15:20","slug":"nonne-troie-1","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/nonne-troie-1.html","title":{"rendered":"Nonne Troie 1"},"content":{"rendered":"


Da un po’ di tempo aveva realizzato che le donne avevano un buco tra le cosce e che infilare il proprio attrezzo in quel buco era forse la cosa pi\u00f9 bella del mondo.
Forse ero ancora un po’ ingenuo ma fino a qui non c’era nulla di male. Erano comuni pulsioni sessuali simili a quelle di milioni di altri ragazzi. Avrei certo finito per farmi mille seghe fino a quando non avessi trovato la ragazza giusta disposta a farmi fare sesso.
Ma il discorso ben presto mut\u00f2 aspetto quando cominciai a concentrare la mia attenzione sulle donne di casa mia signore gi\u00e0 pi\u00f9 che cinquantenni mia nonna Irene e mia pro-zia Lea che mi avevano visto nascere e che ora desideravo ardentemente mi rendessero uomo.
La prima volta accadde in sogno. Eravamo nel corridoio buio che va dal bagno alla cucina. Nonna Irene aveva appena pisciato, era semi nuda. Vedevo chiaramente il reggicalze e la pancia rosea. L\u00ec sotto c’era la fica. Potevo vederla? No. Era solo un sogno e nel sogno tra le cosce aveva solo un cilindro di plastica trasparente. Un cilindro in cui tentavo in tutti i modi di infilare il cazzo.
Irene mi sorrideva come sempre, amorevole nonna e mi diceva \u201cspingi, spingi\u201d.
E io obbedivo. Ed entravo.
Fu un risveglio molto brusco.
Proprio mentre stavo per farmela.
L’impulso di afferrarmi il cazzo e farmi una sega fu irrefrenabile. Erano le prime luci dell’alba e continuavo a pensare al sogno.
Continuavo anche nei giorni successivi a sborrare pensando a lei.
Dopo ogni sborrata provavo un po di vergogna come se abusando del suo affetto per far sesso fosse disgustoso eppure poco dopo pensavo ancora a lei nuda in corridoio e tornava duro…
Sogni osceni e inconfessabili? Fantasie perverse di un ragazzo arrapato?
Tutto vero. Ma \u00e8 anche vero che spesso i sogni si avverano…
Anche pi\u00f9 di quanto si possa immaginare.
Da quel giorno spiare la nonna divenne un piacevole passatempo, tanto pi\u00f9 che lei offriva spesso e volentieri spettacoli privati che mi facevano rizzare il cazzo.
Ad esempio una volta se ne stava seduta sulla poltrona proprio di fronte a me con un vestito intero a fiori molto corto e molto scollato che tratteneva malamente le sue tettone.
Non erano grosse, non quanto quelle di sua sorella mia pro-zia Lea che era una ottava naturale, ma ugualmente mi eccitavano col loro fascino provocante.
Sotto intanto continuando a divaricare le gambe era spuntato l’elastico del reggicalze.
Non ho mai capito bene il perch\u00e8 ma vedere quei gancetti delle sue calze di nylon mi eccitava ed estasiava. Molto probabilmente perch\u00e8 era l\u00ec che avrei voluto mettere la mano se avessi potuto.
In casa, sia mia zia Lea sia la nonna non consideravano strano che ogni volta che si sedevano gli elastici delle loro calze fossero ben visibili e questo tornava tutto a mio vantaggio visto che potevo bearmi gli occhi con quei micro spettacoli di nylon e cosce.
Proprio per questo me ne stavo l\u00ec accanto a loro guardandole e cercando di memorizzare il maggior numero di particolari possibili che mi sarei poi ricordato una volta restato solo quando finalmente libero mi sarei tirato il cazzo fino a consumarmelo.
Certo anche Lea era un gran pezzo di ficona con quelle grosse zucche ma la nonna… Quel sogno con la nonna faceva di lei il mio desiderio.
Era a lei che avrei messo volentieri il cazzo in bocca ogni volta che me la vedevo seduta di fronte.
E non era ancora tutto.
Anche la nonna mostrava di cercare il mio cazzo?
Non potevo saperlo per certo ma di sicuro quel pomeriggio conclusi che era davvero una gran troia.
And\u00f2 pi\u00f9 o meno cos\u00ec:
Eravamo in salotto, era pomeriggio. Guardavamo tutti e tre la tv. Io sdraiato sul divano la zia sulla sua poltrona preferita, Irene sull’altra quella degli ospiti. Di entrambe vedevo benissimo i reggicalze. Una goduria.
Mia zia aveva le calze nere. Molto velate ma scurissime, nonna invece le aveva quasi trasparenti e potevo ben vedere tutte le sue coscione cicciotte ed invitanti. Immaginavo gi\u00e0 che quella sera mi sarei fatto una bella sega ripensando a quel momento ma certo non immaginavo che sarebbe stato solo un antipasto.
Infatti, con noncuranza Irene spalancava piano piano le cosce, le apriva e le divaricava.
E io la fissavo.
Il cazzo mi era gi\u00e0 diventato pi\u00f9 duro. Forse sarei riuscito a vederle le mutante? Mi sarebbe piaciuto davvero tanto.
Cos\u00ec aspettavo paziente il momento giusto e quando avvenne fui pronto ad afferrarlo. Ormai le gambe erano talmente allargate che mi trovai dritto di fronte al naso il suo triangolino peloso.
Gi\u00e0 proprio cos\u00ec. Lo vedevo benissimo. Vedevo la sua fica pelosa nascosta all’ombra della gonna.
Certo potevo solo intuirne i peli ma tanto bastava ad esser certi che la vecchia baldracca non aveva le mutande.
Proprio cos\u00ec.
Stavo vedendo dal vivo la mia prima fica.<\/p>\n

In verit\u00e0 era la seconda perch\u00e8 tempo prima un altra amica di mia zia, una certa Teresa, una donna molto formosa e molto volgare mentre se ne stava tranquilla a parlare seduta su un gradino in cortile mi aveva gi\u00e0 offerto un ampio scorcio del pelo femminile. Quello per\u00f2 era stato solo un piacevole passatempo, giusto un occhiata ad una vecchia baldraccona che pur avendo cinquantanni suonati metteva ancora dei mini perizoma da troietta.
Ma la fica di nonna era una cosa diversa. Era quanto di pi\u00f9 intimo desiderassi da lei ed era cos\u00ec vicina che ne potevo quasi sentire il profumo.
Il cazzo era gonfio.
Certo non vedevo molto, solo un po’ di pelazzo ricciuto dal colore ormai grigiastro ma avevo una gran voglia di chinarmi li in mezzo e spalancare la bocca.
Dio quanto gliela avrei leccata volentieri.
Quando si rialz\u00f2 calando il sipario io mi ritirai in bagno tirandomi una sega favolosa in onore della sua fica.
Da quel giorno imparai che, se mi mettevo nel posto giusto al momento giusto potevo godere di ben pi\u00f9 di un semplice scorcio di coscia e cominciai anche a pensare che una che girava sempre senza mutande era forse pi\u00f9 troia di quanto avessi immaginato e sborrarmi in mano mentre immaginavo di fotterla non mi parve pi\u00f9 tanto osceno.
Soprattutto perch\u00e8 cominciai a chiedermi perch\u00e8 la nonnina non mettesse le mutande.
Una cosa che me la faceva sentire davvero molto pi\u00f9 troia.
Quella sera mentre eravamo tutti in salotto a guardare il telegiornale ero cos\u00ec ben messo che vedevo sotto alla gonna di Irene in modo chiaro e nitidissimo tanto da scorgere le labbra carnose della sua vulva.
Ora non era pi\u00f9 un semplice ammasso di pelo pubico, ora vedevo davvero la fica calda della vecchia troia.
Restai seduto perch\u00e8 avevo il cazzo cos\u00ec duro che temevo saltasse fuori dai pantaloni davanti alla zia.
Non vedevo l’ora di restar solo per sfogarmi con la mano.
Anche quando Irene ci salut\u00f2 per andare a letto la tensione del mio uccello non si plac\u00f2 e per un secondo mi sfior\u00f2 la malsana idea di tirarmi fuori il cazzo incurante di mia zia e sparami la mia bella sega di fronte a lei.
Naturalmente non ne avevo il coraggio e attesi con pazienza di essere solo ma, non appena lei si alz\u00f2 per andare in bagno aprii la patta e gi\u00f9 a mungermelo come un ossesso pronto a fermarmi quando avessi sentito l’acqua del water.
Non era la prima volta che lo facevo.
La zia andava in bagno e io zac gi\u00f9 di mano a sborrare prima che tornasse.
Una specie di giochino
Ma quella volta fui maldestro.
Sono sempre stato un po’ lungo a venire e quella volta non fece eccezioni.
Immaginando che la zia avesse un bisogno un po’ lungo smisi di curarmi di lei e continuai a tirarmi allegramente l’uccello sognando di prendere a pecorina nonna Irene, di strizzarle le tettone, di leccarle la fica.
Ero proprio nel momento migliore mentre nel mio sogno le sborravo addosso quando mi trovai la vecchia zia di spalle.
Incazzata nera, in camicia da notte.
Non aveva ne cagato, ne pisciato era semplicemente andata a cambiarsi quindi lo scarico dell’acqua che io consideravo il mio allarme intrusi si era ora vanificato.
Era l\u00ec a fissarmi.
Colto sul fatto col cazzo in mano. Cazzo in mano pieno di sborra perch\u00e8 nel frattempo avevo terminato.
Mi fissava mentre la sborra scivolava lungo la cappella appiccicosa e umida. Io provai a rimettere via l’uccello ma era ancora parecchio duro per entrare nei pantaloni. Alla fine ci riusc\u00ec dopo un tempo incredibilmente lungo con lei sempre l\u00ec a fissarmi severa e muta.
Ora sapevo che la zia sapeva che mi facevo le seghe.
Non ne ero per niente orgoglioso e temevo il momento in cui avremmo affrontato quell’argomento.
Ma sbagliavo.
Lei non disse nulla. Si sedette sulla sua poltrona a guardare tranquillamente la tv come se nulla fosse.
Erano segnali di qualcosa che stava avvenendo in quella casa, qualcosa che ancora non potevo decifrare.
Che mi poteva fare? Picchiarmi? Sgridarmi?
No. Dopo averci pensato un momento si alz\u00f2 in fretta e and\u00f2 di nuovo in bagno da dove torn\u00f2 poco dopo con un asciuga mani e un paio di mutande pulite.
\u201cTogliti tutto\u201d disse senza mutare la sua espressione rabbiosa.
\u201cTutto?\u201d.
\u201cMa si tutto no mica vuoi andare a letto tutto puzzolente di sperma\u201d,
\u201cZia io…\u201d balbettai mentre lentamente i miei jeans calavano fino alle ginocchia.
\u201cZia un bel niente guarda l\u00ec che macchia che hai e tu vuoi andare a letto cos\u00ec. Gi\u00e0 tanto poi ne spari altra fra le lenzuola. Porcello. E poi sono io che lavo. No dico ma lo sai la sborra quanto macchia\u201d.
Inorridii a sentirla dire sborra con tanta naturalezza. Inorridii ma mi eccitai allo stesso tempo.
E il mio cazzo non fu da meno.
l’uccello rivelava ogni emozione infatti ormai nudo dalla vita in gi\u00f9 avevo una mezza erezione molto evidente.
Sapere che la zia mi vedeva sborrare mi aveva eccitato, sapere che vedeva il mio cazzo indurirsi mi eccitava ancora ancora di pi\u00f9.
\u201cAncora?\u201d borbott\u00f2 lei con l’asciugamani sul braccio.
\u201cZia no cosa?\u201d.
\u201cCome cosa guarda che roba che hai l\u00ec ma quanta ne avevi non l’hai messa tutta negli slip?\u201d.
\u201cNo io… \u00e8 solo che\u201d.
\u201cSenti patti chiari amicizia lunga. Io sborra nelle lenzuola non ne voglio trovare pi\u00f9 chiaro quindi quando devi fare fai cos\u00ec -si chin\u00f2 e mise l’asciugamani sul divano. Ecco siediti sopra cos\u00ec non metti il culo sul divano poi ti metti comodo fai quello che devi e ti pulisci con un altro asciugamani capito?\u201d In effetti sul braccio aveva un secondo asciugamani bianco molto pi\u00f9 piccolo del primo.
\u201cSu forza siediti\u201d.
Ero imbarazzato ma eccitatissimo davvero voleva che mi facessi una sega. Adesso? Davanti a lei?.
Mi sedetti sul divano e spalancai le gambe. Il mio cazzo era gonfio pi\u00f9 che mai. \u201cAllora ci siamo capiti no? Due asciugamani e basta. Fai tutto l\u00ec e alla sera me li dai ma basta lenzuola e slip da mettere in candeggina capito\u201d.
\u201cSi zia io…. Scusami non lo faccio pi\u00f9. Per\u00f2 adesso…. cio\u00e8 io\u201d.
\u201cFai no che aspetti? Prima svuoti e prima ti metti le mutande pulite. Dai che poi andiamo a letto che \u00e8 gi\u00e0 tardi\u201d.
Mi afferrai saldamente il cazzo e iniziai a masturbarmi. Stavolta senza chiudere gli occhi anzi fissandola intensamente. Ma lei volt\u00f2 la testa verso la tv come se mi ignorasse, come se fosse la cosa pi\u00f9 naturale di questo mondo che suo nipote si segasse accanto a lei.
Pi\u00f9 fingeva indifferenza e pi\u00f9 io sospiravo mugolii di piacere. \u201cZia forse…ecco…. quasi\u201d.
Lei si volt\u00f2 \u201cQuasi? E’ un quarto d’ora\u201d.
\u201cSi zia guarda ecco guarda che sborro. Guarda\u201d.
Lei guard\u00f2. Guard\u00f2 davvero e io sborrai.
\u201cSpruzzzzz\u201d.
Una sciabolata nell’aria. Mezzo litro come minimo caldissima e con un getto potentissimo. Per quanto avessi in mano l’asciugamani non intervenni in tempo. La sborrata schizz\u00f2 in aria sospinta da tutto l’ardore del mio orgasmo.
Una delle migliori sborrate della mia vita con un risultato sconcertante.
Buona parte del getto fin\u00ec ai miei piedi sulle pianelle del pavimento, il resto ancor pi\u00f9 avanti sul tavolino di legno accanto alla zia e qualcosa ancor pi\u00f9 in la….
Lo vidi subito. La camicia da notte azzurra della zia ora aveva la sua bella macchia bianca proprio sul petto.
\u201cMa cavolo ma che fai. L’asciugamano devi mettertelo sul pisello prima di sparare non dopo. Cavolo che rincoglionito ma guarda che casino. Guarda qu\u00ec\u201d borbottava strofinandosi la macchia fra le dita.
\u201cScusa\u201d accennai timidamente col cazzo ancora in mano.
\u201cMa scusa niente. E’ tanto chiederti di essere un po’ pulito. Devi sborrare sborra ma non riempirmi la casa no\u201d.
Sborra, cazzo tutte parole che non avevo mai sentito uscire dalla sua bocca.
\u201cVattene va. Vai in bagno a lavarti che \u00e8 tardi\u201d.
Obbedii senza fare commenti.
Quando tornai pochi minuti dopo tutto era stato ripulito.
La zia, la mia cara zia aveva pulito per bene tutta la mia sborra.
In pi\u00f9, come se non bastasse era completamente nuda.
La camicia da notte sporca del mio seme era stata accuratamente sfilata e ora se ne stava l\u00ec a mostrarmi la schiena facendo ballonzolare al vento le grosse chiappone flaccide. Era la prima volta che le vedevo il culo.
Vista la posizione provai un impulso irresistibile di infilargli il mio tarello di carne fra le gambe e ci avrei forse anche provato se lei non fosse stata lesta a girarmi intorno rintanandosi in bagno dove indoss\u00f2 un altra camicia da notte pulita.
Fine dei giochi ma cazzo quanto avevo visto.
Avevo visto parecchio. Avevo visto le chiappone grosse e burrose che parevano sussurrarmi \u201cinculami inculami\u201d avevo visto il pelazzo della sua ficona far capolino tra le cosce, avevo visto l’ombra delle sue tettone desiderando che si voltasse per potergliele succhiare e leccare.
Avevo visto troppo.
Troppo per non desiderare di scoparla.
Andammo a letto poco dopo e ancora una volta sussurrai un patetico scusa alla zia. Lei rispose solo \u201cSpero solo di non trovarmi ancora quella roba sui vestiti o nelle lenzuola\u201d.
\u201cSi zia stai tranquilla\u201d la rassicurai mentre tra me e me pensai che il modo migliore per non sborrarsi addosso sarebbe stato venire dentro ad una fica… magari la sua.
Ma non glielo dissi.
Non osai.
Non ancora.
Piano piano nel lettino mi feci un altra sega ma quando sentii l’impulso a sborrare mi alzai per tempo e andai in bagno. Presi la mira e centrai in pieno la tazza. Il letto rimase pulito.
Da quel giorno badai bene di fare come mi aveva detto la zia ossia prima di farmi le seghe mettevo per bene l’asciugamani e miravo bene il getto per non venire al vento. La cosa che per\u00f2 divenne davvero importante era annunciare ogni volta alla zia che me lo stavo tirando.
Gi\u00e0, ad esempio al mattino appena alzato quando avevo un missile tra le gambe non mi facevo pi\u00f9 la mia bella stiracchiata d’uccello tra le lenzuola no. Ora mi alzavo, scendevo in cucina davo il buon giorno alla zia e alla nonna quindi mi svestivo dalla vita in gi\u00f9 e col cazzo duro in mano andavo in bagno. \u201cMiro alla tazza stai tranquilla zia\u201d le avevo detto una volta scherzando.
\u201cSar\u00e0 meglio perch\u00e8 io l\u00ec poi mi ci devo sedere sai\u201d.
Gi\u00e0 pensavo con ardore immaginado quanto sarebbe stato bello vedere le sue chiappone inzaccherate di sperma.
Possibile non capisse che era lei a mettermi tanta voglia?
Per lei era normale entrare ed uscire dal bagno mentre io tiravo seghe con la mano. Portava i vestiti puliti e diceva \u201cOggi metti questi\u201d.
E io \u201cSi zia siiii\u201d mentre con la mano andavo a cento all’ora.
Tutto normale. Per la zia le seghe non erano un peccato.
Ci\u00f2 che forse non sapeva era che io su quella tazza del cesso immaginavo lei seduta a gambe larghe con la fica spalancata per me ma questo non avrei mai osato dirglielo.
Cos\u00ec mi facevo la mia bella pippa mattutina con la zia e a volte la nonna a pochi metri ben conscie di cosa facevo.
E per loro andava bene.
Chiss\u00e0 se le sarebbe andato altrettanto bene sapere che schizzavo pensando alle sue tettone o alle sue cosce.
Chissa?
Al pomeriggio era anche peggio.
Dopo pranzo la zia si chiudeva nel salottino a farsi un sonnellino, la nonna andava a sdraiarsi in camera sua.
Da qualche giorno avevamo gi\u00e0 convenuto che era meglio andare in salotto a farsi le seghe visto che in cucina la porta dava sull’esterno e magari poteva entrare qualcuno.
A me la cosa non \u00e8 che desse poi tanto fastidio anzi avrei esibito volentieri le mie doti masturbatorie per la signora della casa di fronte (la tardona che per prima si era lasciata spiare la fica) magari con uno schizzo che le colasse addosso come era successo alla zia ma, d’altra parte anche chiudersi nel salottino con la zia che russava a farsi un segone era una grande trovata.
Appena la zia chiudeva gli occhi potevo fissarla indisturbato e concentrare tutta la mia attenzione sulle sue tettone e spesso sulle sue belle cosce visto quanto teneva le gambe aperte.
Riuscii anche a scorgere fra le gambe ma lei appresi subito, purtroppo, le mutande le aveva.<\/p>\n

La sera chiudevo in bellezza.
Segone davanti alla tv.
La zia e la nonna guardavano la tele, io guardavo loro….
Non pareva dare fastidio nemmeno il fatto che iniziasse a venirmi voglia dopo che si erano semi-cambiate per andare a letto.
Dopo che avevo visto le due tardone che si sfilavano con calma le calze e toglievano il bustino, dopo che le avevo osservate in ogni modo.
Le due inconsapevoli facevano dei mezzi spogliarelli che infittivano il mio desiderio del loro sesso.
Ma erano davvero inconsapevoli?<\/p>\n

Passarono quindici giorni con questo nuovo liberismo masturbatorio finch\u00e8 una sera dopo che avevamo appena rimasti soli la zia mi si sedette accanto come faceva molto di rado.
\u201cVolevo parlarti di una cosa\u201d disse seria.
\u201cCosa c’\u00e8 zia dimmi\u201d.
\u201cI giochi con la mano. I tuoi giochi con la mano. Non sar\u00e0 che ne fai un po troppi. Quattro, cinque al giorno non sono troppi. A volte vedo che te ne fai anche una dietro l’altra. Ma davvero hai sempre cos\u00ec tanta voglia\u201d.
\u201cVuoi che la smetta zia\u201d.
\u201cMa no, ma no non \u00e8 questo. Lo so che voi maschietti dovete farvele per stare bene e poi hai imparato a farle senza sporcare quindi va bene solo che non capisco come mai te ne fai cos\u00ec tante di fila. Cio\u00e8 come mai sei sempre cos\u00ec…. Cos\u00ec arrapato ecco\u201d.
La zia non capiva perch\u00e8 ero cos\u00ec arrapato.
Strano il motivo del mio arrapamento mi stava proprio seduta accanto.
Dovevo dirglielo. Dovevo?
Non ne ebbi il coraggio.
Mentii.
\u201cPenso alle donne nude zia\u201d.
\u201cDonne nude? Quali donne nude dove le vedi?\u201d.
\u201cLe penso. Le sogno\u201d.
\u201cSogni le donne nude?\u201d.
\u201cSi. Quasi ogni notte\u201d.
\u201cE come sono queste donne cosa fanno?\u201d.
\u201cFanno…. -urk ansimai accarezzandomi la patta- zia posso?\u201d.
\u201cAdesso?\u201d mi fiss\u00f2 severa.
\u201cA pensarci mi tira…..\u201d provai a scusarmi.
\u201cSe devi\u201d annu\u00ec lei minimizzando la cosa.
Asciugamani in posizione mi spogliai e iniziai a muoverlo su e gi\u00f9. Con la zia seduta accanto era un piacere in pi\u00f9. Lei non si scompose era ancora curiosa di sapere il mio sogno e mi fissava\u201d.
\u201cHanno le tette grosse. Belle grosse e a pera e mi accarezzano mentre piano piano si spogliano fino a restare quasi nude\u201d.
\u201cQuasi\u201d ridacchi\u00f2 la zia.
\u201cTengono le calze nere\u201d aggiunsi muovendo la mano pi\u00f9 in fretta e fissando proprio le sue gambe e le sue calze nere.
\u201cE perch\u00e8 le tengono?\u201d.
\u201cPerch\u00e8 il reggicalze mi fa eccitare e loro lo sanno\u201d.
\u201cTi eccita il reggicalze?\u201d.
\u201cMolto\u201d annui mentre ormai avevo raggiunto la piena e completa erezione.
\u201cE poi le guardi e basta?\u201d.
\u201cNo. Mi chino fra le loro cosce e gliela lecco, Gliela lecco tutta finch\u00e8 non mi dicono che \u00e8 ora di scopare e scopiamo…\u201d.
\u201cQuindi sogni la tua prima scopata tutto qu\u00ec\u201d.
\u201cGi\u00e0\u201d.
\u201cE continuerai ad ammazzarti di seghe finch\u00e8 non scopi \u00e8 questa la tua idea?\u201d.
\u201cNon riesco a farne a meno\u201d.
\u201cCapisco\u201d.
\u201cEcco vedi zia guarda, guarda\u201d le annunciai e mi sborrai in mano controllando per bene il getto. Mentre spruzzavo istintivamente allungai una mano e gliela poggiai sulla coscia. Pareva un riflesso ma era voluto. Volutissimo.
Non sapevo se lo capiva ma le palpai bene la coscia finch\u00e8 non ebbi svuotato fino all’ultima goccia.
Lei non fece una piega. Aspett\u00f2 buona che mi svuotassi quindi si rialz\u00f2 e and\u00f2 ad accendere la tv come se nulla fosse.
Non eravamo mai andati tanto vicino alla scopata come in quel momento. La mia mano sulla coscia lei a pochi centimetri dal mio cazzo duro. Se voleva fare qualcosa non c’era occasione migliore.
Eppure aveva rifiutato.
Cos\u00ec dedussi che il mio cazzo, il mio grande cazzo, proprio non le interessasse.
No.
Permissiva si ma porca proprio no.
Peccato.
Tanto valeva tornare sui miei passi anche perch\u00e8 una che porca lo pareva davvero la conoscevo davvero.
La nonna il mio primo amore, il mio primo impulso a fottere La tardona era l\u00ec e mi aspettava.
Perch\u00e8 farla attendere ancora?
Ancora non sapevo come dire a mia nonna Irene che volevo chiavarla. Non trovavo le parole, non trovavo il coraggio.
Eppure sentivo che era una troia. Una troia che si lascia guardare la fica e non mette le mutande.
Una troia vogliosa di cazzo.
Del mio cazzo.
Avrei dovuto osare, ma non trovavo il coraggio.
Lei doveva averlo capito perch\u00e8 sempre pi\u00f9 spesso lasciava che la spiassi, sempre pi\u00f9 spesso si cambiava d’abito di fronte a me e restava con addosso solo il bustino per un tempo infinitamente lungo mentre era chiaro che la sua patonza senza mutande si stava facendo mangiare con gli occhi.
Successe un pomeriggio.
Ero a letto a farmi una sega, saranno state le quattro del pomeriggio quando mia nonna \u00e8 entrata. Era nuda, in bustino nero senza coppe e senza mutande.
Non era una novit\u00e0 che mi si mostrasse cos\u00ec ma restai alquanto perplesso quando mi si sdrai\u00f2 accanto e mi prese in mano il cazzo.
\u201cCerto che \u00e8 davvero venuto grosso st\u00f2 uccellone\u201d mi disse e cos\u00ec facendo inizi\u00f2 a segarmi.
Dopo un po’ fissandomi disse \u201cNon sarebbe ora di usarlo davvero\u201d e senza darmi il tempo di ribattere si sdrai\u00f2 al mio fianco sollevando bene le gambe.
Io non aspettavo di meglio e gi\u00e0 mi ero messo sopra di lei pronto a fiondarglielo dentro quando mi ferm\u00f2 e mi disse che prima dovevo leccarla bene se volevo che entrasse.
Obbedii. Lei mi diceva dove e come leccarglila e succhiargliela e alla fine sborrai in mano tanto era bello succhiarle la sorcona.
Anche lei se la era spassata perch\u00e8 mi venne pi\u00f9 volte in bocca. Ottenuto un temporaneo abbassamento del mio uccello la nonna provvide con un pompino.
Non era la prima volta che mi succhiava il cazzo, un’abitudine che aveva fin da quando mi faceva il bagnetto ma quella volta ci si mise cos\u00ec di impegno che mi venne un missile fra legambe.
Ero pronto. Le montai sopra e lo guidai nella sua fica.
Calda, bagnata, stupenda.
Certo crescendo avrei poi scoperto fiche molto pi\u00f9 giovani e appaganti ma per m\u00e8 allora quello era il massimo.
Scopammo.
Prima io sopra e lei sotto, poi mi sdraiai io e le mi si sedtte in braccio sbattendomi in faccia quei tettoni che dondolavano ritmicamente ad ogni pompata e che alla fine mi fecero sborrare un’altra volta.
Incuranti continuammo a fottere a pecorina e poi di nuovo in bocca.
Dopo tre ore senza sosta e 5 sborrate consecutive scendemmo per la cena.
Andammo in sala da pranzo ancora nudi e grondanti sudore e sperma.
Sorprendendomi la cosa non stup\u00ec mia zia come se fosse del tutto naturale che mia nonna fosse ricoperta della mia sborra.
Ma non fece commenti, forse per la zia andava bene cos\u00ec, mi sped\u00ec a fare una doccia senza fare commenti…
La sera andai a letto ed era tale e tanto il piacere provato quel pomeriggio che appena spenta la lece attraversai il corridoio andando nel lettone di nonna Irene. Pensavo di doverla svegliare invece lei era l\u00ec nuda sdraiata sopra alle coperte.
Senza dire una parola mi prese in mano il cazzo e se lo port\u00f2 alla bocca iniziando a succhiare divinamente.
Reso d’acciaio mi sdraiai di fianco a lei succhiandole i grossi capezzoli duri. Lei mi prese il cazzo e se lo guid\u00f2 fra le cosce.
Appena sent\u00ec la cappella dentro la nonna sospir\u00f2 di piacere. Scopai la nonna ancora una volta e poi presi sonno accanto alla mia cara nonna troia.
Naturalmente da quella sera ogni notte presi a farmi una bella chiavata con nonna prima di addormentarmi.
Ma non bastava.
Non poteva bastare al mio uccello sempre in tiro.
Se all’inizio ci davamo semplicemente come ricci stantuffando bene bene nella sua fica dopo qualche tempo ero a pecorina su di lei ad allargarle il secondo canale.
L\u00ec non era propiamente vergine confermandomi di essere una troia ma era abbastanza chiusa per il mio cazzone.
Cos\u00ec iniziai ad incularla montandola come una vacca e schiaffeggiandole il culo mentre lei ansimava e godeva a tutto spiano.
Questo di notte ma di giorno certo non stavamo fermi.
Incurante della zia che poteva vederci presi a fottere nonna Irene tutte le volte che potevo.
In bagno, mentre cucinava, mentre la zia pisolava.
Una volta le alzai la gonna mentre lavava i piatti e me la impalai per venti minuti mentre l’acqua scorreva.
Un’altra volta andai in bagno mentre pisciava e me lo tirai fuori. Lei pisci\u00f2 nella tazza io sborrai nella sua bocca.
Ero un porco e lei non era da meno.
Eppure con l’odore di sesso che aleggiava in casa continuavo a pensare a quanto mia zia, stranamente facesse orecchie da mercante.
Possibile che non si fosse accorta di nulla?
Che non sapesse che chiavavo sua sorella a tutto spiano.
La conferma la ebbi un pomeriggio. La zia stava facendo il solito pisolino ed io ero a letto con la nonna.
Io nudo, la nonna in autoreggenti nere.
Sdraiato e lei sopra a cavalcarmi ben bene. L’uccello duro piantato nella sua fica, le mani piantate a strizzarle le tettone.
Ero quasi alla sborrata quando si apr\u00ec la porta.
La zia ci guardava.
\u201cIrene esco un attimo che ho finito il diserbante per i fiori\u201d.
\u201cSiiii\u201d annu\u00ec mia nonna non so se per il cazzo o per darle risposta.
\u201cQuando torno diamo una bella spruzzata hai gerani\u201d.
Io ero allibito.
Ero l\u00ec a chiavarle la sorella e lei parlava di gerani.
Tutto normale.
Anche la nonna, stranamente, non aveva smesso di agitarsi. Aveva conversato con la sorella e continuato a cavalcarmi senza smettere.
Era evidente che per le due andava bene cos\u00ec.
A nonna andava bene farsi chiavare dal nipote e alla zia non dava fastidio.
Tutto bene allora?
Tutto tranne il fatto che a me scopare la nonna mentre la zia mi guardava mi eccitava ancora di pi\u00f9….<\/p>\n

Infatti tornammo alla nostra chiavata e quando la zia rientr\u00f2 col diserbante la nonna era ancora a pecorina e io dietro a incularla a tutto spiano.<\/p>\n

La zia chiam\u00f2 \u201cIrene!\u201d.
Siamo qui risposi io.
La zia entr\u00f2.
La nonna era chinata come una vacca e io le stavo in groppa stantuffandoglielo su e gi\u00f9 per il culo.
\u201cHo quasi fatto zia\u201d le dissi certo che mi stesse fissando.
\u201cEcco bravo fai in fretta che senn\u00f2 viene buio\u201d.
\u201cSiii, siii, ci sono\u201d rantolai a tutta voce sottolineando il mio orgasmo.
\u201cEcco zia ancora due botte nel culo della nonna e ho fatto\u201d.
\u201cBravo ma non esagerare che abbiamo un et\u00e0\u201d disse la zia.
\u201cSe la nonna ti pare stanca forse potresti darle il cambio\u201d ammiccai io ma lei fece finta di non aver sentito.
Cominciai davvero a dubitare che fosse lesbica.
Erano quasi le dieci.
Quel pomeriggio mi ero scopato abbondantemente nonna Irene venendole sia in fica che in bocca.
Quindi, come si suol dire, avevo gi\u00e0 dato.
Quindi poche ore dopo lo spettacolo di zia Lea che si toglieva le calze mostrandomi ampi scorci delle sue mutande e dei suoi tettoni strabordanti non avrebbe dovuto agitare pi\u00f9 di tanto il mio uccello.
Invece era ancora bello duro.
Lei per di pi\u00f9 mi chiese di passarle la colonia sulla schiena.
Una cosa che le piaceva farsi fare ogni tanto che, mi diceva, le alleviava il prurito.
Era un po che non mi chiedeva di fargli i massaggi alla schiena o meglio \u201cdi pulirla\u201d come diceva lei.
Infatti l’ultima volta era capitata una piccola erezione e mentre se ne stava prona sul tavolo con me dietro quasi senza farlo apposta se lo era sentito ben duro poggiato alle chiappe.
Certo si era subito ritratta in avanti e anche se non aveva detto nulla era ovvio che non avrebbe fatto altri tentativi.
Insomma era chiaro no?
Io le poggio il cazzo ad altezza culo, lei si rizza in pieni e si sposta.
Non ci st\u00e0. Molto semplice.
Ma ora eccola li con la colonia poggiarsi a 90 sul tavolo della cucina. Si china e solleva la maglia.
Anche questo \u00e8 un particolare non indifferente.
Infatti, solitamente, la zia aveva i vestiti addosso e per farsi lavare la schiena si limitava ad abbassare le spalline del bustino fino alle spalle porgendomi la sua bianca schiena nuda ma nulla di pi\u00f9.
Stavolta invece non ha nulla.
Quindi mi da la schiena certo ma tolta la maglia \u00e8 evidente che \u00e8 nuda dalla vita in su con le grosse perone al vento. Certo da dietro non posso vederle, solo intuirle, tanto pi\u00f9 che lei vi tiene un braccio sopra e le preme contro al tavolo censurando il meglio.
Solo ad intuire le tettone cos\u00ec vicine me lo sento duro, pi\u00f9 duro che mai.
Dapprima non mi appoggio. Massaggio bene col cotone bagnato, con forza e vigore come lei mi sprona a fare ma le vedo. Vedo l’ombra delle tettone ballonzolare ad ogni colpo.
Sono arrapato e. sotto ai jeans non ho le mutande.
Mi appoggio.
Come ho gi\u00e0 constatato anche lei non ha intimo sotto al pigiama quindi eccoci.
Il mio cazzo duro poggiato alla sua ficona e alle sue chiappone divisi da un millimetro di stoffa.
Se non lo sente pulsare deve essere davvero frigida.
Massaggio. Massaggio e mi struscio. Cristo ancora un po e vengo.
Lei non dice nulla. Resta immobile. Mi lascia fare. Immaginando che questo sia il massimo che posso pretendere cerco di godermela il pi\u00f9 possibile.
Ma sbaglio.
Con un colpo rapidissimo lei abbassa un braccio. Afferra il suo pigiama e zack!
Se lo cala fino alle ginocchia.
Io resto pietrificato.
La sua mano torna su dalle ginocchia si ferma al mio inguine mi solletica la punta del cazzo.
\u201cDai su… E’ questo che aspetti no…\u201d.
\u201cZia io?\u201d.
\u201cVuoi scoparmi o no?\u201d.
\u201cZia io\u201d.
\u201cDai su che non ho tempo da perdere… Se vuoi infilare infila o vuoi farti il solito segone mentre ti guardo?.
Secca. Chiara e diretta.
E non le dico certo di no.<\/p>\n

Tiro fuori un cazzo marmoreo e facendomi appena strada tra le sue coscione grosse ed invitanti le afferro la patatona.
La peluria ricciuta mi eccita assai.
Sento la vulva bagnata e pronta.
La troia \u00e8 un lago di desiderio.
Non resisto oltre. Con un colpo secco le entro dentro fino ai coglioni.
Lei sussulta. Io godo.
\u201cChe travone\u201d.
\u201cBhe l’hai visto che \u00e8 grosso no\u201d.
\u201cSi ma dentro \u00e8 diverso\u201d.
\u201cTi faccio male?\u201d.
\u201cNo no anzi… pompa… dai che aspetti pompa\u201d.
E pompo!
Come un trapano elettrico, come un toro da monta, come un maiale in calore.
La trapano e la faccio ululare di piacere mentre la sento bagnarsi a ripetizione un orgasmo dietro l’altro.
Le afferro le tette e le strizzo mentre faccio su e gi\u00f9 col mio uccello sussurrando quando io adori quelle enormi tettone.
Perdiamo il conto del tempo. Ma da quanto stiamo scopando? Mezz’ora? Forse di pi\u00f9. Non importa nessuno vorrebbe smettere anche se ho i coglioni che fremono tanta \u00e8 la sborra che ho dentro.
Lo estraggo esausto e me lo meno. \u201cDevi farla? Chiede lei.
\u201cSi tanta…\u201d.
\u201cDentro no per\u00f2 ok\u201d.
\u201cSulle tette zia. Ti prego sulle tette…\u201d.
Non pare dispiaciuta.
Si siede sul divano e afferratasi le zinne me le porge perch\u00e8 io in piedi possa passarci sopra la punta del cazzo. \u201cTi piacciono le mie tettone?\u201d.
\u201cLe adoro zia sono loro che sognavo ogni sera sai.
Le a-do-ro\u201d e cos\u00ec dicendo apr\u00f2 i tubi inondandola con un getto di sperma bianco che le copre completamente.
Parecchia le finisce sul mento e sul collo.
Lei per nulla turbata si pulisce le guance con un dito.
Se lo ficca in bocca. Assaggia la mia sborra ancora calda. Pare piacergli.
\u201cAdesso prendimi un asciugamano sborrone che non sei altro….\u201d.
Le prendo l’asciugamani, lei si pulisce. Io la guardo ecciato. Lei mi guarda….
\u201cZia io…\u201d.
\u201cCosa\u201d chiede scodinzolando le tette.
\u201cTi adoro zia. Sei cos\u00ec fica!\u201d.
\u201cE quindi?\u201d chiede seria.
\u201cNon vorrei che fosse l’unica volta capisci\u201d.
\u201cUnica?\u201d.
\u201cSi non vorrei che tu….\u201d.
\u201cBell’uccellone della zia ma chi ti ha detto che \u00e8 l’unica? Certo dobbiamo fare attenzione ma… Quando vuoi la zietta \u00e8 qui che ti aspetta capisci ed \u00e8 molto pi\u00f9 brava del tuo braccio se capisci cosa intendo dire\u201d.
\u201cZia davvero? Davvero mi fai scopare quando voglio? Basta chiedere?\u201d.
\u201cBasta chiedere…. -sorride le cos\u00ec facciamo riposare la nonna ogni tanto- e mi strizza l’occhio..
Fantastico.
Vado a fare una pisciata celebrativa.
Quando torno la zia \u00e8 ancora nuda e st\u00e0 fumando una sigaretta in santa pace.
La guardo. Anche io sono tutto nudo.
Mi siedo accanto a lei. \u201cZia…\u201d.
\u201cDimmi?\u201d.
\u201cBasta chiedere?\u201d.
\u201cSi te l’ho gi\u00e0 detto\u201d.
\u201cE se te lo chiedo adesso?\u201d.
\u201cAdesso? Ancora?\u201d.
Non le rispondo il mio cazzo duro \u00e8 pi\u00f9 chiaro di ogni parola.
Lo fissa. Sorride. Lo afferra con la mano e lo massaggia un po. \u201cVuoi farmi una sega?\u201d.
\u201cTi piacerebbe?\u201d
\u201cSi… magari anche un pompino\u201d.
\u201cMaiale….\u201d.
\u201cScusa\u201d.
\u201cFa niente ormai l’hai detto. Tanto vale che andiamo a letto che si st\u00e0 pi\u00f9 comodi\u201d.
\u201cSi pi\u00f9 comodi e pi\u00f9 tranquilli\u201d annuisco io.
E cos\u00ec saliamo in camera. Ci infiliamo nudi nel suo letto e al buio mi godo un pompino fantastico sussurrandole sotto voce quanto sia bella e brava.
\u201cO zia, si zia, dai zia\u201d e le vengo in bocca….
Il risveglio \u00e8 doloroso. Sono tutto rotto. Avevo tanta di quella voglia che ho finito per chiavare tutta la notte come un allupato.
Il cazzo non mi si smosciava mai. Sborravo e subito mi tornava pi\u00f9 duro di prima. Anche zia Lea sembrava non averne mai abbastanza. Mi ha fatto una sega alla spagnola fra le sue enormi tettone, me lo ha sbocchinato con maestria leccandomi ben bene la cappella e succhiandomi i coglioni come fossero due susine mature. Ha bevuto la mia sborra calda senza perdersene un sorso e non ha esitato a segarmelo a tutta forza per farlo restare duro il pi\u00f9 a lungo possibile.
Poi \u00e8 venuto il mio turno. Anche io volevo bere dalla sua ficona come lei aveva fatto dal mio uccello. Avevo appena finito di montarla a pecora e le ero venuto sulla schiena per la seconda volta quando mi ha detto che doveva proprio pisciare.
Io ero ben contento di lasciarglielo fare, tanto pi\u00f9 che le sono andato dietro e ho assistito alla cosa.
Guardare la fica che piscia \u00e8 sempre bello, specie se \u00e8 la fica di una troia, doppiamente se la troia \u00e8 tua zia. Lei sorride vedendo che il cazzo mi si drizza e capisce che la sua pisciatona mi arrapa. Probabilmente \u00e8 felice perch\u00e8 se \u00e8 nuovamente duro pu\u00f2 farsi impalare ancora. Si alz\u00e0 dalla tazza, tutta nuda con quei tettoni che dondolano provocanti.
Mi guarda e si avvicina. Si mette due dita sulle labbra del suo ficone spalancandola oscenamente. \u201cVediamo se la lecchi bene\u201d dice e quasi me la schiaffa in faccia.
Sapeva di pip\u00ec ma in quel momento era la cosa pi\u00f9 buona del mondo. Non sapevo ancora quanto fosse dolce e delicata la fichetta di una ragazza non sentivo l’esigenza di un corpo giovane da amare e possedere. Volevo solo fottere. Infilare il mio cazzo duro negli orifizi di quella vecchia troia e sentirla ragliare di piacere ed ecciatarmi ad ogni colpo. Ero un toro arrapato e lei la mia vacca in calore. Leccarla era il modo migliore per trovarla bella umida quando ci avrei infilato nuovamente il cazzo.
Lei godeva e mugugnava e finalmente mi venne in bocca.
La sua sbroda era dolce, invitante, mista al piscio salato era una goduria. Si ero un vero maiale un leccatore di gnocche. Un i****tuoso scopatore di vecchie maiale.
Il bello \u00e8 che pi\u00f9 pensavo a quanto fosse vecchia quella donna tanto pi\u00f9 mi veniva duro. Pi\u00f9 riflettevo sul fatto che fosse mia zia, pi\u00f9 desideravo metterglielo in fica e in culo.
Feci appena in tempo ad alzarmi dalle sue cosce marce di saliva e sbroda che gi\u00e0 avevo la cappella in fiamme.
Appena il tempo di sfregare il cazzo su uno dei suoi capezzoli duri e dritti e spruzzai senza neanche accorgermene. La quarta sborrata in meno di due ore. Gi\u00e0 fatto disse lei quasi a volermi umiliare. Era lei a guidare il gioco, lei ad avere quel meraviglioso cespuglio peloso fra le gambe che io tanto desideravo. Io ero solo il povero coglione che si sborrava addosso schiavo dei suoi sensi. Per quanto fossi io a infilarlo tra le sue gambe era lei a guidare il gioco.
Rest\u00f2 duro.
Iniziai a spingere. Volevo fottere. Fottere ancora. Volevo farla urlare implorante di piacere. Volevo essere io a scopare lei.
E cos\u00ec feci.
Nella notte avevo sborrato altre tre volte e avevo perso il conto degli orgasmi di Lea. Nonostante ci\u00f2 il nostro amplesso continu\u00f2 ad andare avanti con solo brevi soste per pisciare. Eravamo in calore e ci eravamo sfogati senza limiti fino all’alba.
Ora per\u00f2 ero sinceramente distrutto e anche lei pareva esausta e coperta di sperma dai capelli ai piedi russava sonoramente in pace coi suoi sensi.
Andai a pisciare. Solo a spingere fuori urina mi doleva la cappella eppure avevo i reni pieni e stetti li a tenermelo in mano per due minuti buoni prima di svuotarmi la vescica.
Quando tornai in camera la zia non c’era pi\u00f9.
Possibile che fosse scesa di sotto senza neanche lavarsi via la mia sborra. Chiunque l’avesse vista si sarebbe subito reso conto che era stata chiavata come una troia. Solo la puzza di sesso che aveva addosso bastava a togliere ogni dubbio.
Mi infilai velocemente una lunga t-shirt che mi arrivava fino alle cosce coprendomi il pisello e scesi a cercarla.
Eccola. Era nel piccolo bagno vicino alla cucina. L\u00ec non c’era la vasca da bagno ma solo una piccola doccia. Evidentemente sentendo che avevo occupato il bagno al primo piano aveva deciso di usare l’altro.
Sentivo l’acqua scrosciare. Decisamente, giudicando gli ettolitri di sborra che le avevo sparato addosso ci avrebbe messo un po’ a ripulirsi.
Decisi di fare il caff\u00e8 per tutti e due. Ne avevamo decisamente bisogno.<\/p>\n

Quando usc\u00ec dalla vasca lo avevo appena versato nelle tazze.
Lea si era gi\u00e0 vestita.
O quasi.
Indossava un bel bustino nero che sottolineava il suo corpo formoso e reggeva le calze di nylon nere e molto velate.
La troiona per\u00f2 non aveva messo le mutande.
Non ancora.
Era una visione fantastica.
\u201cZia con le calze sei ancora pi\u00f9 sexy\u201d.
\u201cSi lo vedo\u201d sorrise lei.
Stava guardando sotto alla t-shirt. Nonostante tutto il mio cazzone aveva ancora qualche cartuccia. Era bastata quella visione per farmelo rizzare…
\u201cZia che bella. Quanto sei fica\u201d.
\u201cSi guardala pure finch\u00e8 non metto le mutande\u201d.
\u201cNo zia no\u201d.
\u201cNo cosa?\u201d.
\u201cNon metterle. Stai senza. Lascia che ogni volta che ti siedi possa vederti la gnocca\u201d.
\u201cUmmm…. Devo pensarci su\u201d.
\u201cPensaci\u201d le dissi. E per aiutarla a riflettere meglio mi avvicinai porgendole il cazzo duro.
Meccanicamente lei inizi\u00f2 a farmi una sega.
\u201cMe ne fai fare una veloce\u201d.
\u201cAncora? No dai mi bruciano le labbra a forza di sfregarti. Stasera\u201d.
\u201cStasera?\u201d.
\u201cSi. Tienilo a riposo fino a stasera e ti prometto che mi tengo le calze e il bustino tutta la notte\u201d.
\u201cChe figo\u201d.
\u201cGi\u00e0 per\u00f2 devi metterti in forze altrimenti stasera niente festa\u201d.
Stava ancora massaggiandomelo con la mano e temevo che volesse smettere.
\u201cZia mica vuoi lasciarmi col cazzo duro adesso?\u201d.
\u201cNo no te lo faccio sborrare in un attimo ma poi basta fino a stasera capito\u201d.
\u201cNo\u201d esclamai io.
\u201cVoglio dire -spieg\u00f2 lei mentre si chinava a quattro zampe sul mio cazzo- che adesso ti sparo una pompa ma poi lo tieni a riposo fino alle nove… Non si chiava pi\u00f9 per tutto il giorno\u201d.
E cos\u00ec dicendo inizi\u00f2 a succhiarlo con la sua solita bravura.
\u201cOk zia niente chiavate fino alle nove di stasera\u201d annuii io.
Lei di colpo se lo sfil\u00f2 di bocca e mi guard\u00f2 dal basso in alto. \u201cNeanche con la nonna ovviamente\u201d aggiunse.
Come se nulla fosse riprese a succhiarmelo….
E dur\u00f2 meno di due minuti.
\u201cChe troia La. Che troia che sei\u201d ululai inondandole la bocca.<\/p>\n