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{"id":1933,"date":"2016-09-17T18:15:21","date_gmt":"2016-09-17T18:15:21","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=1933"},"modified":"2016-09-17T18:15:21","modified_gmt":"2016-09-17T18:15:21","slug":"una-piacevolissima-sorpresa-1","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/una-piacevolissima-sorpresa-1.html","title":{"rendered":"Una piacevolissima sorpresa – 1"},"content":{"rendered":"

Erano le 15,00 circa. Sopraggiunsero gli squilli del telefono di casa. Risposi. Non potevo fare altrimenti, ero solo.
Ciao, ti rammenti chi sono?
Un po\u2019 titubante e incerto risposi \u201cSi\u2026\u201d
Allora perch\u00e9 non vieni a trovarmi?
Dove?
A casa mia! se no, dove?
Si, certo, a casa tua, ma dove?
Ma scusa, hai capito chi sono?
Si, credo di si.
Te lo richiedo. Chi sono?
Mi sembra che tu sei Rita, giusto?
Oh! Mi pare chiaro.
Si, ma non capisco.
Cosa non capisci?
Non mi hai mai invitato a casa tua forse c\u2019\u00e8 un motivo ben preciso?
Il motivo c\u2019\u00e8, ma non sto qui a dirtelo.
Devi dirmi delle cose importanti?
Si, infatti, e devo dirle solo a te.
Ma come facevi a sapere che ero solo?
Eh!… ho i miei informatori\u2026
Allora che fai? Ti sbrighi a venire?
Va bene\u2026il tempo che mi vesto e mi parto per venire da te.
Va bene, allora… a pi\u00f9 tardi e non farla lunga.
Va bene\u2026 a pi\u00f9 tardi\u2026 aspetta! Ma dove abiti?
Al numero 29 della strada in cui c\u2019era quel negozietto che ti piaceva molto, spingi il bottone dove c\u2019\u00e8 anche il mio cognome, 3\u00b0 piano.
Ok!
Ero in subbuglio, non capivo cosa stava succedendo. Mi faceva piacere da un canto, dall\u2019altro ero in tumulto perch\u00e9 non sapevo cosa potesse aspettarmi.
Arrivai a quel numero, spinsi il pulsante sul suo cognome e si apr\u00ec il portoncino d\u2019ingresso. Presi l\u2019ascensore e arrivai al terzo piano.
La porta di casa sua era gi\u00e0 aperta dentro un atrio illuminato. Da un’altra stanza sentii la sua voce che mi diceva: \u201cEntra!\u201d
Entrai e chiusi la porta alle mie spalle.
Si affacci\u00f2 lei provenendo dalla stanza accanto e mi accolse con una risatina quasi di schermo, ma scherzava, come scherzavamo sempre.
Oh! Ma quanto la fai lunga! vieni, accomodati.
Mi prese la mano e mi fece sedere su una poltrona molto comoda.
Lo vuoi un Th\u00e8?
Si\u2026 va bene, risposi con la stessa incertezza iniziale.
C\u2019\u00e8 l\u2019ho gi\u00e0 pronto, guarda caso.
Ritorn\u00f2 con il tintinnio di un vassoio con su una teiera, due tazze, due piattini sottotazze, zuccheriera con cucchiaino, 6 biscottini.
Si curv\u00f2, dandomi il suo fianco destro, per adagiare il vassoio su un tavolino basso al centro tra due poltrone: una era la mia su cui stava seduto.
Poi, quasi di sbieco, mi guard\u00f2 con un sorrisino sapiente e and\u00f2 ad accomodarsi sulla poltrona opposta, con molta signorilit\u00e0 e compostezza.
Poi inizi\u00f2 a parlare.
Non ti aspettavi questa sorpresa, vero?
No, sinceramente no.
Beh! Neanch\u2019io!, e sbuff\u00f2 in una risata che mi solleticava su tutto il corpo. Quasi l\u2019avrei abbracciata. Ma restai composto, nel senso che cercai di non darle a vedere i miei sentimenti in quel momento.
Ti piace quando ti prendo in giro, vero? Simpaticamente, \u00e8 chiaro\u2026cosa stavi facendo quando ti ho chiamato?
Beh! Guardavo la tele, come al solito.
Ah! Sei pazzo per questa tele\u2026
Ma tu come sapevi?…
Ho i miei informatori, te l\u2019ho detto. – E chin\u00f2 da un lato lo sguardo, quasi nel vuoto o per scrutarmi negli occhi, sorridendo appena.
Sei un po\u2019 a disagio?
No, \u00e8 che sono curioso di sapere cosa hai da dirmi e sto\u2026diciamo\u2026sulle spine.
Ah! Gi\u00e0!
Con questa risposta non capii pi\u00f9 nulla perch\u00e9 feci questo ragionamento: se mi ha chiamato per dirmi qualcosa, come \u00e8 possibile che adesso sembra che l\u2019abbia dimenticato?
Facendosi seria d\u2019improvviso.
No, scusa, \u00e8 che stavo pensando ad un\u2019altra cosa. Si, hai ragione, \u00e8 che ho un po\u2019 di stanchezza, puoi capirmi.
Si, certo, hai ragione \u2013 e feci un sospiro lungo nel silenzio successivo alle mie parole.
Sei sulle spine, si vede.
Con solenne maestr\u00eca vers\u00f2 il Th\u00e8, prima in una tazza. Nel silenzio, si sentiva lo scorrere liquido e il beccare tintinnare della teiera sulla tazza Quindi, ripet\u00e9 lo stesso gesto per l\u2019altra, continuando con quel silenzio e con gli sguardi bassi di entrambi a contemplare ogni movimento.
Quanto zucchero?
Hai integrale?
E\u2019 integrale – con un tono atono, mentre mi fissava negli occhi.
Due, tre, va bene.
Verso lo zucchero granuloso-marroncino nelle due tazze, mescolando col cucchiaino in due riprese, ma quel momento ipnotico non c\u2019era pi\u00f9, c\u2019era atonia.
Si alz\u00f2 di s**tto con una delle tazze e sotto piattino e si avvicin\u00f2 a me sorridendo, guardandomi negli occhi curvandosi verso di me.
Mi accorsi solo in quel momento che aveva una blusa estiva di lino amaranto, molto scollata e larga con delle bretelle che lasciavano scoperte completamente le braccia. E in quel gesto curvo si lasci\u00f2 intravedere tutto il seno che dondolava all\u2019interno: notai che era piuttosto pieno. Lo guardai con piacere e imbarazzo e sviai i suoi occhi che continuavano a fissarmi.
Prego! \u2013 e mi porse la tazza con il sotto piattino.
Grazie! – e iniziai a sorseggiare per togliermi dall\u2019imbarazzo. Fortunatamente che il Th\u00e8 era gi\u00e0 quasi tiepido.
Lei ritorn\u00f2 a sedersi iniziando a sorseggiare il suo.
Poi, riprendendo a sorridere mi chiese:
Ti piace?
Si, \u00e8 buono.
Non mi riferivo al Th\u00e8.
Ebbi un sussulto, un tuffo al cuore. Si era accorta che le avevo visto il seno?
A che cosa ti riferivi? \u2013 cercando di sviare
Non fare il finto tonto, non ti si addice.
Scusami\u2026
Non scusarti! Insomma, come ti \u00e8 sembrato?
Bello, molto bello, devo dirti la verit\u00e0.
Oh! Finalmente! \u2013 ebbe un gesto di successo<\/p>\n

Lo fai per mettermi a mio agio?
No, per niente \u2013 mi rispose seria.- mi fa piacere che apprezzi.
Beh! Non ci vuole molto\u2026- tentando una scalata verso il successo, ovvero tentavo di ottenere ancora maggiore benevolenza. Ma in effetti lo pensavo davvero.
E tu che fai, mi prendi per il\u2026sedere?
No, – scusandomi ulteriormente \u2013 lo penso davvero.
Vabb\u00e8, continui a prendermi per il sedere.
No, no, affatto, – cercavo di convincerla.
Dimostramelo!
In che senso, scusa?
Dimostrami che quello che dici \u00e8 vero.
In che modo, scusa?
Ti devo dire io come?
Incominciai a sudare.
E\u2019 il th\u00e9 che ti fa sudare? Mi riprese divertita
Non sapevo se voleva mettermi alla prova sulle mie possibili reazioni.
Vuoi che inizi io? \u2013 con una ambiguit\u00e0 nel tono.
Ero confuso, non sapevo cosa volesse da me veramente.
Beh! Non sarebbe male\u2026 – trovai una piccola scappatoia
Ah| non sarebbe male, eh? Ti conviene, vero?
Senti, Rita, aiutami tu, io non so pi\u00f9 cosa dire e cosa fare \u2013 era un gesto di disperazione
Rimase in silenzio, accovacciandosi sul divano e guardandomi ancora divertita.
Dai, scusa, scherzavo \u2013 riprese
D\u2019improvviso si tolse la blusa e rest\u00f2 nuda per la parte superiore del corpo. Sotto aveva una paio di mutandine a palline rosse, gialle, verdi.
Adesso, come va? Mi chiese
Bene, risposi \u2013 avevo pi\u00f9 sicurezza adesso e la guardavo molto interessato.
Ti piaccio di pi\u00f9 adesso?
Senza dubbio \u2013 risposi in maniera composta ma ero eccitato.
Mi alzai e mi avvicinai alla sua poltrona. Mi sedetti su un bracciolo e le presi una mano, la tenni stretta. Lei mi guardava in silenzio.
Avevo il cuore in gola. Guardavo nel vuoto nella stanza intorno, fissando qualcosa. Mi ricordavo di aver visto poco prima le sue spalle con tante lentiggini che mi piacevamo molto.
Non sapevo se avrei potuto trovar posto in quella poltrona accanto a lei.
Poi mi rivolsi a lei:
\u201cPensi che potrei trovar posto qui accanto a te.\u201d
Certo, tu ti siedi e io mi metto seduta su di te. \u2013 adesso era lei ad essere pi\u00f9 insicura
Si alz\u00f2 e mi fece sedere, poi ci ripens\u00f2 e mi disse: vieni!
E mi prese per mano.
E mi port\u00f2 in una stanza con un letto ad una piazza e mezza.
Ci sedemmo insieme da un lato del letto. Poi lei si alz\u00f2 e mi fece distendere sul letto, mi tolse le scarpe, mi tir\u00f2 gi\u00f9 i pantaloni e poi gli slip. Indi, si pieg\u00f2 verso il mio pene e, tenendolo con una mano, se lo port\u00f2 in bocca. E ci giocava con la lingua. Notai per\u00f2 in lei un certo imbarazzo.
Cos\u00ec decisi di farla distendere accanto a me. Le guardai la sua scapola destra, quelle lentiggini, e la baciai, poi discesi la bocca verso il suo seno destro, mentre la mia mano destra accarezzava il suo seno sinistro. E la stessa discese fino ai suoi slip e ci entr\u00f2 dentro sentendo il ruvido dei suoi peli. E incominciai a sfregarle le dita dentro la sua spaccatura molle. Incominci\u00f2 a fremere in silenzio con un leggero mugol\u00eco. Era umida e le bast\u00f2 poco per giungere al suo primo piacere emettendo un Ah! smorzato. Di s**tto allora si alz\u00f2 la schiena dal letto rimanendo per un attimo seduta. Quindi si spost\u00f2 mettendosi distesa all\u2019incontrario su di me con la bocca a prendere il mio pene. Naturalmente a me tocc\u00f2 con gioia di baciarle la sua passera pelosa. Poi prese a baciarmi i testicoli mente lisciava dopo in verticale il pene con la lingua.
D\u2019improvviso, si sent\u00ec qualcuno che apriva la porta d\u2019ingresso, che la richiudeva di slancio e una voce femminile, giovanile che chiamava: Mamma! Mamma! Dove sei? e apriva e richiudeva le porte una dietro l\u2019altra, finch\u00e9 sentii che si avvicinava alla nostra.
Io, nel frattempo, mi ero gi\u00e0 seduto di s**tto sul letto e stavo per scendere a terra, quando Rita mi disse sottovoce: Stai tranquillo! Non preoccuparti!
Rimasi impietrito e in tumulto.
Nel frattempo, stava per aprirsi anche la porta della stanza con un altro: Mamma!? \u2013 e apr\u00ec la porta.
Ci guard\u00f2 sbalordita e subito si riprese: Ah! scusate\u2026 – e richiuse.
Sua madre la chiam\u00f2: Angela, Angela, vieni, vieni qui!
Che c\u2019\u00e8! Mamma, Che c\u2019\u00e8? – le rispose lei un po\u2019 annoiata da dietro la porta
Entra! \u2013 riprese Rita
Angela apr\u00ec lentamente la porta e si piazz\u00f2 al centro senza avanzare. Poi sbuff\u00f2 a ridere. E poi riprese con aria da rimprovero: \u201cPotevi dirmi che eri impegnata!\u2026 Non le fai le presentazioni?\u201d
\u201cLui \u00e8 Saverio\u201d, rivolta a lei, e rivolta a me: \u201cLei \u00e8 Angela come avrai ben capito, ed \u00e8 mia figlia\u201d
Lei avanz\u00f2 nella stanza e si avvicin\u00f2 a me tendendomi la mano:\u201dPiacere!\u201d mi disse con aria divertita. Io avanzai la mia mano verso di lei e gliela strinsi: \u201cPiacere!\u201d \u2013 ero ancora una volta confuso e\u2026 nudo.
\u201cNon si preoccupi se adesso si \u00e8 ammosciato\u201d, guardando il mio pene, \u201cmia madre glielo rimetter\u00e0 di nuovo in sesto\u201d, poi riprese, \u201cper\u00f2, le vere presentazioni di cortesia non le abbiamo fatte\u201d, si chin\u00f2 verso di me, mi spinse il petto a ridinstendermi sul letto e con la mano destra prese il mio pene, se lo mise in bocca ruotandoci la lingua intorno. Poi si raddrizz\u00f2 la schiena e mi disse:
\u201cE\u2019 stato un vero piacere!\u2026non le chiedo di ricambiare… \u2013 e rivolta a sua madre: \u201cCiao m\u00e0! E le diede un bacio sulla labbra.
Rita: \u201cSei sempre la solita impertinente\u2026\u201d
Angela: \u201cMi faccio una doccia e ri-esco\u201d. E usc\u00ec dalla stanza, richiudendo, senza voltarsi.
A questo punto Rita, che mi guardava per capire cosa stessi pensando, si accovacci\u00f2 con le gambe incrociate di fronte a me che mi ero posizionato poggiando la schiena sulla parete.
\u201cAdesso ti spiego\u201d, esord\u00ec
La guardavo piacevolmente sorpreso da tutto questo.
\u201cMi metto in questa posizione cos\u00ec puoi guardare la mia passera solitaria\u201d.
\u201cTi devo dire delle cose che potrebbero non piacerti ed altre che apprezzerai\u201d
\u201cCome avrai ben capito\u2026 non sei il primo che mi porto a letto da quando sono sposata\u2026mio marito? No, non sa nulla, nemmeno della sfrontataggine di mia figlia. E\u2019 sfrontata, in generale, lo sa, ma non sa che lo \u00e8 fino al punto che tu hai visto. E d\u2019altra parte, proprio perch\u00e9 \u00e8 cos\u00ec \u201caperta\u201d, non ha problemi a raccontarmi come si svolge la sua vita sentimental-sessuale. E questo \u00e8 un bene, perch\u00e9 posso sempre consigliarla al meglio, se posso. Ma non \u00e8 di questo che volevo dirti.
In realt\u00e0, non mi porto a casa il primo che capita, perch\u00e9 senta il bisogno di soddisfare i miei desideri\u2026Mi innamoro\u2026 tu non sei innamorato?
\u201cDi te?\u201d
\u201cSi, certo, di me\u201d
\u201cSi\u2026\u00e8 vero, lo sono\u201d
\u201cVedi? Avevo visto giusto.\u201d
\u201cE naturalmente per innamorarmi vuol dire che quell\u2019uomo ha la possibilit\u00e0 di capire delle situazioni che in altri ambiti potrebbero sembrare non consoni alla morale comune\u201d
\u201cD\u2019altra parte, non credo che il matrimonio sigilli un amore per tutta una vita, \u00e8 solo un luogo comune accettato dalla maggior parte delle persone, o, per meglio dire, sub\u00ecto.\u201d
\u201cE allora perch\u00e9 subire qualcosa che ci \u00e8 stato imposto?\u201d
\u201cGiusto!\u201d
\u201cMi confermi ancora una volta che avevo visto bene. La pensi esattamente come me\u201d <\/p>\n

\u201cSi, \u00e8 vero, la penso esattamente come te\u201d
\u201cEd anche mia figlia lo sa che nessun uomo potrebbe entrare nella mia vita se davvero non mi fidassi di lui\u201d
Qualcuno bussa alla porta. \u201cToc toc\u201d disse Angela da dietro la porta, \u201cPosso entrare?\u201d
\u201cVedi? Parli del diavolo\u2026\u201d
\u201cNon vorrei sembrare una rompiballe, non sono un diavolo, per\u00f2 mi \u00e8 sembrato ingiusto il mio comportamento di poco fa\u201d
Era in accappatoio bianco e avanzava verso di me.
\u201cIo ho visto lei nudo, ma lei non ha visto me\u2026\u201d
Cos\u00ec dicendo si slacci\u00f2 l\u2019accappatoio. Mi spinse nuovamente per farmi distendere. Sal\u00ec sul letto stando in piedi con le gambe aperte, con il mio corpo al centro. Risal\u00ec fino ad arrivare in prossimit\u00e0 della mia bocca. Quindi, si accovacci\u00f2 sulle mie labbra. La mia lingua inizi\u00f2 a baciare quella dolce umidit\u00e0 profumata. E accarezzavo con volutt\u00e0 quei due seni gonfi, poi riscendevo lungo la schiena fino a sentire il suo sedere sodo e rotondo. Aveva dei capelli neri, lunghi, occhi verdi, un corpo morbido, perfetto: era bellissima.
Dall\u2019altra parte, Rita baciava i miei testicoli, scendeva e risaliva la lingua lungo il mio pene eretto. Intanto Angela mi sussurrava \u201cAncora! Ancora!\u201d finch\u00e9 arriv\u00f2 a dirmi \u201cSei meraviglioso. E\u2019 bellissimo..- ed ebbe un sospiro di dolce sollievo. E ancora sussurrando: \u201cDevo andare, devo andare\u201d e si inond\u00f2 ancora di nuovo dentro. E poi, lentamente cerc\u00f2 di rialzarsi: \u201cMamma mia\u2026\u201d era esausta e poi, rivolta sua madre, con voce rauca: \u201cma dove l\u2019hai trovata questa perla d\u2019uomo?\u201d
E usc\u00ec dalla stanza senza neppure richiudere la porta lasciando l\u2019accappatoio a terra.<\/p>\n