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{"id":1927,"date":"2016-09-17T18:15:21","date_gmt":"2016-09-17T18:15:21","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=1927"},"modified":"2016-09-17T18:15:21","modified_gmt":"2016-09-17T18:15:21","slug":"una-piacevolissima-sorpresa-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/una-piacevolissima-sorpresa-2.html","title":{"rendered":"Una piacevolissima sorpresa – 2"},"content":{"rendered":"

(continua da &#034Una piacevolissima sorpresa – 1&#034)
Rita aveva smesso e mi guardava sorridendo. Rimanemmo in silenzio qualche minuto.
Rientr\u00f2 Angela dopo qualche minuto, vestita in nero di pizzo e pronta per uscire.
\u201cGli hai raccontato la mia storia?\u201d
\u201cno\u2026\u201d .- con un piccolo gesto di disappunto, \u201ccome vedi non ho fatto in tempo\u201d
Esord\u00ec cos\u00ec:
\u201cAvevo sedici anni, ne ho ventuno adesso, e una notte mentre dormivo mi sveglio di soprassalto perch\u00e9 sento mia madre che grida da un\u2019altra stanza.\u201d
\u201cMi alzo e corro verso la porta da dove proveniva quel grido, cerco di aprire ma era chiusa a chiave\u201d
\u201cMamma! Mamma! apri, che succede?\u201d
E mia madre:
\u201cNo, nulla, non preoccuparti, ho avuto un incubo\u201d
\u201cma perch\u00e9 hai chiuso a chiave?\u201d
\u201cpoi ti spiego, adesso vai a dormire\u201d
\u201cva bene, buonanotte\u201d
Poi sentii che aveva aperto la porta, io mi rialzai di nuovo dal letto e corsi verso la sua stanza. Lei non c\u2019era. E sentivo un odore pungente, molto forte, che non avevo mai sentito prima. Lo sentii pi\u00f9 forte vicino il letto. Era un odore acre che non mi piaceva molto.
Uscii e chiamai mia madre che era in cucina. La cucina era vicina alla porta d\u2019ingresso della casa. Capii dopo perch\u00e9 lei si trovava l\u00ec.
\u201cmamma, ho sentito un odore cos\u00ec forte nella tua stanza, cos\u2019era?\u201d
\u201cPoi te lo spiegher\u00f2, quando avrai 18 anni, adesso vai a letto\u201d
\u201cVa bene, buonanotte\u201d
\u201cSentii quello stesso odore negli anni altre due o tre volte, ma, nei casi successivi, di pomeriggio quando ritornavo da scuola.\u201d
Avevo 17 anni e mezzo e mi affezionai ad un ragazzo. Uscivamo insieme, finch\u00e9 un pomeriggio mi port\u00f2 a casa sua. Non c\u2019erano i suoi familiari. Ci spogliammo e facemmo l\u2019amore, ma non un rapporto completo. Poi, ad un certo punto port\u00f2 il mio viso verso il suo pene, era eccitatissimo e mi spruzz\u00f2 un liquido bianco sul viso: risentii quello stesso odore che mi aveva perseguitato per anni. Cos\u00ec, in quel momento capii tutto. Mi asciugai il viso e gli dissi che volevo tornare a casa subito.
Lui non si tir\u00f2 indietro, ormai aveva raggiunto il suo scopo con me, fra l\u2019altro mi aveva fatto sentire poco e nulla, non si preoccup\u00f2 affatto di fare gioire anche me.
Ritornai a casa raggiante e chiamai subito mia madre, con un impeto di vittoria.
\u201cChe c\u2019\u00e8, che ti succede?\u201d mi chiese
\u201cHo capito tutto\u201d
\u201cCosa hai capito?\u201d
\u201cIn questi anni tu sei stata con altri uomini, quando non c\u2019era pap\u00e0.\u201d
\u201cFra sei mesi ti avrei detto tutto!\u201d
\u201cEh! Ma io l\u2019ho scoperto adesso\u201d e le raccontai quello che mi era successo nel pomeriggio.
Io amavo mia madre, e quello che lei faceva, era per me giusto. Non la colpevolizzai. Le chiesi soltanto perch\u00e9 avesse bisogno di altri uomini.
E lei mi rispose: \u201cnon ho bisogno di altri uomini, me ne innamoro e basta\u201d.
\u201cE pap\u00e0 non l\u2019ami pi\u00f9?\u201d
\u201cAmo anche lui\u201d
Rimasi in silenzio. Ero felice di aver capito qualcosa che forse non avrei capito per molti anni a venire.
Mi abbracci\u00f2 e mi tenne stretta a s\u00e9.
Dopo che abbi compiuto 18 anni, un giorno le chiesi se avesse trovato qualcuno. Lei mi diede risposta affermativa e mi promise che me lo avrebbe fatto conoscere. La settimana successiva, mi disse, aveva programmato quell\u2019incontro nella giornata in cui sarei ritornata a casa per le 15, cio\u00e8 il gioved\u00ec.
Arriv\u00f2 quel giorno e al ritorno a casa, appena entrata, chiamai subito mia madre che mi accolse sorridendo. Andammo nella stanza solita \u201cdegli incontri\u201d e mi present\u00f2 un certo Callisto.
Questi, appena mi vide, incominci\u00f2 a tremare, e, strozzato in gola, rivolta a mia madre ripeteva: \u201cE\u2019 bellissima\u201d.
Mia madre si aspettava una reazione del genere. E allora mi chiam\u00f2 da parte in un\u2019altra stanza chiedendomi cosa ne pensassi di lui.
Le risposi che era un uomo simpatico, dolce.
E poi riprese: \u201cti andrebbe di fare l\u2019amore con lui, non completamente, per\u00f2 almeno provare le emozioni del sesso con un altro uomo?\u201d
In effetti, dopo quell\u2019unica esperienza che avevo avuto, non proprio bellissima, quella proposta mi stuzzicava parecchio, quell\u2019uomo mi piaceva.
Poi ebbi un dubbio: \u201c E tu?\u201d
\u201cIo?… Se tu sei d\u2019accordo io sar\u00f2 insieme a voi.\u201d
\u201cInsieme a noi? Come, scusa?\u201d
\u201cNel senso che potremo vivere insieme queste esperienze\u2026\u201d
Rimasi perplessa un attimo.
\u201cVeramente non mi aspettavo questo genere di cose, anche se non mi aspettavo nemmeno che mi proponessi di andare a letto con un uomo che avevi conosciuto per te\u201d
\u201cTi ho sorpreso?\u201d
\u201cParecchio!\u201d
Mi affacciai per un attimo a vedere quell\u2019uomo seduto su una poltrona della stanza che guardava intorno estasiato e cercai di immaginarmi una situazione \u201cestesa\u201d a tutti e tre. Non era poi cos\u00ec \u201ccattiva\u201d come ipotesi, pensai.
La guardai negli occhi divertita e pensai che se lei voleva questo, tutto quello che chiedeva non era sbagliato, lo sentiva, e desiderava che anch\u2019io lo sentissi.
Con entusiasmo, le diedi il mio assenso: \u201cVa bene, accetto!.
\u201cPer\u00f2, ricordati, non voglio che abbiate rapporti completi, sei d\u2019accordo su questo punto?\u201d
\u201cSi, daccordissimo\u201d.
Ritornammo insieme nella stanza.
\u201cAllora, Callisto, che vuoi fare?\u201d le chiese mia madre
\u201cAvrei solo un desiderio, quello che ti ho confidato l\u2019altro giorno\u201d
\u201cVorresti esaudirlo con lei, scommetto, non \u00e8 vero?\u201d
\u201cBeh! Ne sarei felicissimo\u201d
\u201cAdesso vediamo che si pu\u00f2 fare\u201d
Mia madre mi prese nuovamente da parte e mi espose quale fosse il suo desiderio.
Quando me lo raccont\u00f2, mi stava venendo da ridere. Ma mi fermai in tempo.
Avevamo in casa un specie di sdraio a triangolo formata da una spalliera che si sosteneva inserendo il lato basso in alluminio dentro una scanalatura orizzontale aderente a terra, anch\u2019essa in alluminio. Insomma, ci si poteva soltanto poggiare la schiena, ma le gambe di chi sedeva poggiavano distese a terra.
Per poter esaudire quel desiderio, ci serviva proprio quel sedile.
Lo presi, lo posizionai sul letto rivolto di profilo alla testata del letto. Poi lui si sedette su quella sdraio appoggiandosi la schiena e stendendo le gambe verso la sponda laterale destra.
Io mi sedetti entrando le gambe nello spazio triangolare interno, vuoto, appoggiandomi sulla parete della testata.
Quindi, in questa posizione un po\u2019 scomoda intervenne mia madre, mi tolse la camicetta ed anche il reggiseno. Quindi, mi prese l\u2019indice e il medio inserendoci dentro il mio capezzolo destro che portai alla bocca di lui che si era girato verso di me a ciucciare: voleva ritornare bambino. La sua mano destra roteava palpando il mio seno sinistro. Nel frattempo, mia madre aveva messo fuori il suo pene e, secondo gli accordi, io avrei dovuto masturbarlo mentre mi succhiava il seno. Non feci in tempo a fare due movimenti in su e gi\u00f9 che mi venne addosso sulla mano mentre sussurrava: \u201cE\u2019 meraviglioso\u2026\u00e8 meraviglioso\u2026oh!\u201d Immediatamente, intervenne mia madre a pulire, succhiando e leccando con la lingua tutto quanto stava tra la mia mano e il suo pene.\u201d
Poi mi venne in mente un pensiero: perch\u00e9 lasciava che in questo gioco l\u2019unico che godesse fosse lui e noi saremmo rimaste, diciamo cos\u00ec, \u201call\u2019asciutto?\u201d
Avrei avuto la risposta pi\u00f9 tardi.
Lui, soddisfatto e ringraziandoci infinitamente, quasi come un giapponese, se ne and\u00f2 subito dopo.
Appena ebbe richiuso la porta d\u2019entrata, si gir\u00f2 verso di me e mi chiese, aspettando con ansia il mio parere: \u201ccome \u00e8 andata?\u201d
Io, un po\u2019 interdetta: \u201cBene!…Bene!…ma perch\u00e9\u2026soltanto lui?\u201d
Lei dapprima non cap\u00ec\u2026poi si riprese: \u201cAh! perch\u00e9, dici, ho lasciato che godesse solo lui?\u201d
\u201cPerch\u00e9 ero preoccupata, anche se non te lo davo a vedere. Non era una situazione molto \u201cnei canoni\u201d, mi capisci, no? Per anni, ho vissuto queste storie da sola, senza potermi confidare con nessuno e con tutti i possibili sensi di colpa che nascono, anche non volendo. E adesso avevo coinvolto anche te, con tutti i possibili errori che ci\u00f2 potrebbe comportare per la tua vita futura.
Adesso che si sono rotti gli argini, non so che cosa il futuro potrebbe riservarti, se questo che \u00e8 accaduto potrebbe incidere su di te negativamente.
\u201cBeh! questo non lo so nemmeno io\u2026resta comunque il fatto che quello se ne \u00e8 andato tutto soddisfatto\u2026\u201d
Nel frattempo, mi guardava negli occhi mentre avevo detto quest\u2019ultima frase e non diceva nulla.
Ed io le chiesi:\u201dPerch\u00e9 non parli?\u201d
\u201cNiente, se lo capisci, bene, altrimenti\u2026.nulla\u201d
Riflettei tra me e me e non mi veniva nulla che mi facesse capire la situazione.
\u201cChe cosa vuole dirmi?\u201d pensavo tra me e me. Poi mi ricordai l\u2019ultima frase che avevo detto, feci i collegamenti e pian piano mi resi conto che mi stava proponendo qualcosa che facevo fatica ad ammettere. Poi presi tutto il mio coraggio e le chiesi: \u201cpensi che potremmo noi \u2026in mancanza d\u2019altro?\u201d
\u201cSi, che ne pensi? Potremmo festeggiare cos\u00ec questo evento\u2026\u201d
\u201csi va bene, per\u00f2\u2026tutto a luci spente, non mi sento di affrontarti a viso aperto per il momento\u2026\u201d
\u201cVa bene, andiamo, speriamo di essere una forza noi due\u201d
Ritornammo a letto e ci mettemmo sotto le lenzuola, ci spogliammo e ci abbracciammo. Ci baciammo appassionatamente, finch\u00e9 ci capovolgemmo l\u2019una di fronte all\u2019altra, lei stava sotto. Provammo delle emozioni incredibili. Raggiungemmo l\u2019orgasmo forse una decina di volte. Alla fine, eravamo esauste e felici.
Le esperienze successive, altre tre, con uomini, furono divertenti, ma stavolta ci preoccupammo di rimanere tutti soddisfatti: tra seghe spagnole, inculate fino all\u2019orgasmo e ingoio di sperma
\u201cNon essere cos\u00ec volgare\u2026\u201d la riprese sua madre.
\u201cMa come devo chiamarle queste cose?!\u2026ci fu uno, l\u2019ultimo, che ci chiese di preparargli una torta mettendo come ingrediente anche il suo sperma, ma rimase soltanto nei suoi desideri\u2026ed ora eccoci qua, eccoci qua raccontare storie mentre il suo pisello s\u2019\u00e8 ammosciato. Mamma! Dobbiamo fare qualcosa! Non puoi permettere che esca di qui, questo pezzo d\u2019uomo, senza aver versato piacevolmente il suo liquido burroso\u2026 Anche se sono gi\u00e0 vestita e pronta per uscire, rimando il mio appuntamento.\u201d
Prese il suo cellulare e parl\u00f2 con qualcuno dicendo che avrebbe ritardato.
Rita attese che sua figlia fosse pronta, ma Angela si alz\u00f2 soltanto il suo top di pizzo nero, si alz\u00f2 il reggiseno, anch\u2019esso nero, e fece uscire le sue poppe odorose che, chinandosi, le avvicin\u00f2 alla mia bocca. Quindi, rivolgendosi a sua madre, le diede disposizioni su come doveva sistemarsi: Rita doveva mettersi all\u2019incontrario porgendo il suo sedere di fronte il mio viso, ma con le gambe all\u2019esterno del mio corpo, e con la sua bocca, sul davanti, si port\u00f2 in bocca il mio pene: ma era importante che non mi facesse \u201carrivare\u201d troppo presto, le raccomandava Angela caldamente.
A me diede disposizioni di infilare le dita della mano destra, da dietro, nella passera di sua madre raccomandandomi di darle maggiori soddisfazioni possibili. Invece la mia mano sinistra doveva infilarsi sotto la gonna che, come mi fece notare alzandola, non portava nulla sotto, nemmeno uno minuscolo slip: c\u2019era, in evidenza, quel suo groviglio nero, peloso pieno di dolce miele. Cos\u00ec, mentre mangiucchiavo i capezzoli di Angela, nel frattempo davo soddisfazioni agli altri due corpi femminili, e Rita mi teneva in tensione col pene eretto dentro la sua bocca. Quando Rita fece capire a sua figlia che si sentiva soddisfatta, si accert\u00f2 che anche Angela lo fosse, e la risposta fu affermativa. A quel punto, Angela e Rita all\u2019unisono si spostarono per addossare il loro viso sul mio pene: Angela velocemente aveva per\u00f2 gi\u00e0, di concerto, tolto il top e il reggiseno.
Cos\u00ec, la prima incominci\u00f2 a roteare la lingua sulla mia cappella, la seconda a slinguare il pene per la sua lunghezza eretta. Tutto questo accadde in pochi secondi, come anche la mia esplosione che inond\u00f2 i loro visi: tutte e due avevano assaggiato e bevuto qualcosa, il resto bianco-untuoso che scivolava loro dalla fronte fino alle labbra se lo spalmarono come contorno occhi.
Poi si baciarono con volutt\u00e0 al punto che nonostante fossi esausto, quella visione me lo aveva fatto drizzare. Loro notarono il mio \u201critorno\u201d e a turno affondarono la bocca sul mio pene, finch\u00e9 \u201cvenni\u201d nuovamente. Tocc\u00f2 a Rita sentire il liquido schiumoso sulla sua lingua, lo assapor\u00f2 poi, staccandosi, baci\u00f2 Angela per farlo gustare anche a lei. Quindi, se lo scambiarono un paio di volte. Poi se lo divisero e lo ingoiarono. Dopo, a conclusione, si ribaciarono.
Angela, rivolta a me, \u201cAdesso possiamo salutarci davvero\u201d, venne a darmi un bacio sulla labbra e, alla madre, \u201cSono un po\u2019 sudata, vado a risciacquarmi ed esco, ciao Ma\u2019\u201d.
Rita mi esort\u00f2 a rivestirmi, erano trascorse pi\u00f9 di due ore e il tempo stimato, per me, per essere in sicurezza, era di due ore e mezza, non di pi\u00f9: aveva telefonato al cellulare di mia moglie, a mia insaputa, prima di chiamare me. Me lo disse soltanto in quel momento, a conclusione del nostro incontro.
Mi rivestii e lei, dopo, accompagnandomi alla porta, mi chiese se volessi un suo ricordo da portare con me.
\u201cSi\u201d, le risposi, \u201cvorrei portare te con me\u201d.
FINE<\/p>\n

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