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{"id":1889,"date":"2016-09-17T18:21:35","date_gmt":"2016-09-17T18:21:35","guid":{"rendered":"http:\/\/www.bestsexstory.com\/?p=1889"},"modified":"2016-09-17T18:21:35","modified_gmt":"2016-09-17T18:21:35","slug":"un-gioco-al-villaggio-vacanze","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.bestsexstory.com\/un-gioco-al-villaggio-vacanze.html","title":{"rendered":"Un gioco al villaggio vacanze"},"content":{"rendered":"

Quel villaggio vacanze era proprio intrigante, ma Nino non lo cap\u00ec fino in fondo prima di sapere che per la serata di arrivo, come spettacolo di benvenuto, sarebbe stato organizzato un gioco per adulti nell’anfiteatro.
Per tutto il giorno fantastic\u00f2 su quanto avrebbe potuto vedere, ma dovette infine ammettere che la realt\u00e0 superava la fantasia; giunta la sera, furono ammessi in anfiteatro soltanto gli uomini che avessero compiuto diciotto anni e not\u00f2 che le sedie erano disposte attorno ad un gruppo di lettini prendisole: sedici, in quattro file da quattro.
Non aveva ancora avuto modo di fare amicizia con nessuno, quel giorno, sebbene un paio di bonazzi l’avessero gi\u00e0 colpito: sfortunatamente, sembravano accasati con due che gli si mantenevano attaccati come una cozza allo scoglio.
La gente cominciava ad arrivare ed a prendere posto: tutti sembravano particolarmente eccitati, come se sapessero gi\u00e0 cosa sarebbe accaduto; infine, puntuali come non mai, gli animatori raggiunsero il palcoscenico e, dopo le presentazioni di rito, che a Nino sembrarono non finire pi\u00f9, annunciarono l’inizio di un gioco. Spiegarono che su ciascuno dei lettini avrebbe preso posto un maschio, di et\u00e0 compresa tra ventuno e ventotto anni, palestrato (doveva aver partecipato alle selezioni nazionali per il campionato di body building), vestito solo di un perizoma e con gli occhi bendati. Sarebbero poi stati scelti due concorrenti: nel caso in cui si fossero dichiarati disponibili pi\u00f9 di due spettatori, si sarebbe proceduto ad un regolare sorteggio; finalmente tutti sentirono lo scopo del gioco: i due concorrenti si sarebbero disputati il titolo di Succhiatore d’oro della settimana!<\/p>\n

In pratica, sorteggiato anche chi dei due avrebbe iniziato, i due concorrenti avrebbero avuto a disposizione dieci minuti ciascuno ed in questo tempo massimo avrebbero dovuto tirare un pompino al maggior numero possibile di maschi, facendo per\u00f2 in modo che, nel momento in cui il singolo stallone fosse ‘venuto’, uno degli animatori, quale componente della giuria, verificasse, staccata il concorrente la bocca dal cazzo fino a quel momento succhiato, che effettivamente il succhiato stesse sborrando.
Il concorrente che non stesse gareggiando sarebbe stato bendato, in modo tale da non sapere chi stesse rendendo oggetto delle proprie attenzioni il suo rivale.
Il premio per il vincitore era allettante: avrebbe potuto scegliere uno dei maschi l\u00ec presenti e fargli, o farsi fare, quello che voleva!
Naturalmente, molto dipendeva dai gusti del concorrente \u2013 attivo o passivo che fosse \u2013, ma pure dallo stato del maschio prescelto, il quale avrebbe potuto essere scarico per il lavoro appena fattogli: comunque, sarebbe rimasto a disposizione del concorrente vincitore per due ore, con la sola clausola che la prima ora sarebbe stata sul palcoscenico, per beare gli spettatori e ripagarli \u2013 almeno in parte \u2013 del fatto non avessero potuto anch’essi partecipare; la seconda delle due ore, il vincitore ed il prescelto avrebbero potuto ritirarsi e, se ancora in tiro, continuare il loro gioco da soli nella camera d’uno dei due.<\/p>\n

L’eccitazione cresceva visibilmente! Uno dopo l’altro, entrarono i sedici maschi da rendere oggetto delle attenzioni dei concorrenti ed erano come semidei greci, ciascuno di loro pareva una statua di Fidia: indossavano solo un perizoma che, per\u00f2, copriva a malapena il gonfiore del cazzo semiteso e delle palle rotonde e piene, e non anche l’invidiabile perfezione dei glutei che guizzavano camminando. Ognuno di loro prese posto; il pi\u00f9 anziano sembrava non superare i venticinque anni e ce n’erano biondi, bruni, castani, anche uno rosso e pure uno completamente glabro e con la testa rasata. Per tutti i gusti!
Il pubblico, evidentemente, li conosceva almeno in parte, poich\u00e9 aveva cominciato a gridare entusiasticamente, chiamando ora l’uno, ora l’altro per nome e manifestando apprezzamento per questo o quel particolare, anche se, effettivamente, c’era solo l’imbarazzo della scelta, poich\u00e9 erano tutti statuari e per tutti si poteva tranquillamente perdere la testa.
Nino not\u00f2 che su ogni lettino c’era un numero di gara, perch\u00e9 presto chi vi si fosse sdraiato non avrebbe avuto nulla addosso cui fissarlo; finalmente, si accomodarono e gli animatori poterono invitare il pubblico a farsi avanti per scegliere i concorrenti. Fu una calca immane: non v’era praticamente nessuno che si tirasse indietro ed anche Nino, cui almeno sette od otto dei tizi sui lettini piacevano da matti, si propose: si procedette all’inevitabile sorteggio.
La sorte fu dapprima benigna con un ragazzo di circa vent’anni, alto, bruno, muscoloso ma non palestrato, occhi verdi e pizzetto, il quale dichiar\u00f2 di chiamarsi Massimo; poi, con la fortuna che di solito bacia i principianti, fu la volta di Nino!<\/p>\n

I due concorrenti furono acclamati dalla folla, molti gridarono d’invidia per il ruolo che la fortuna aveva loro riservato e la sfida cominci\u00f2. Gli animatori fecero partire un grande cronometro a muro, a Nino furono bendati gli occhi e Massimo si avvent\u00f2 sul bonazzo steso sul lettino numero sette; gli tolse con foga il perizoma, che faceva gi\u00e0 fatica a contenere un membro che, moscio, era grosso quanto una salsiccia abruzzese, lo rimir\u00f2 solo un istante, carezz\u00f2 il torace del maschio e poi ingoi\u00f2 in un sol colpo quel cazzo superbo. La sua bocca doveva essere esperta, perch\u00e9 Nino sentiva il pubblico incitarlo e commentare con grida e schiamazzi quel vigoroso pompino.
Massimo leccava quell’asta nel frattempo diventata rigida e turgida, con un glande grosso come un’albicocca, passava alle palle gonfie, carezzava il pelo pubico ed il culo, per poi tornare ad ingoiarlo completamente; il tempo per\u00f2 passava ed il numero sette non ‘veniva’.
Massimo ebbe allora un’idea: poich\u00e9 era in costume da bagno, scost\u00f2 la bocca dal cazzo, si alz\u00f2, si gir\u00f2 di spalle e strusci\u00f2 il suo culo sul cazzo, appoggiandoselo infine sul buchino; poi, ad un cenno della giuria, che gli rammentava potesse trattarsi d’una mossa contraria al regolamento, si tolse e riprese il cazzo nella bocca, ma prima gli sussurr\u00f2: &#034Dai, che se mi ‘vieni’ ora, dopo ti faccio entrare pure l\u00ec dietro!&#034. Lo stratagemma funzion\u00f2, perch\u00e9, dopo altri cinque o sei colpi di lingua, mentre con la destra gli massaggiava le palle, il numero sette finalmente ‘venne’: a malincuore, Massimo scost\u00f2 il capo per far vedere il trofeo e tutti poterono ammirare quegli schizzi densi, caldi e bianchi inondare il torace del ragazzo, sgorgare da quel corpo come un nettare divino e perfino oltrepassare il lettino prendisole! Massimo indugi\u00f2 solo un attimo, fece quasi per leccarne un po’, ma poi pass\u00f2 ad un altro lettino, quello numero dodici.
Questa volta, cambi\u00f2 tattica: incominci\u00f2 con un bacio a cavatappi e contemporaneo massaggio del ventre del maschio sdraiato, facendogli sentire il contatto caldo del suo corpo, per poi passare a leccargli i capezzoli gi\u00e0 duri, la linea dei pettorali scolpiti, i muscoli dell’addome che sembravano il dorso d’una tartaruga, evitando il cazzo – che gi\u00e0, per\u00f2, s’era indurito come una lancia -, per continuare leccandogli l’interno della coscia, fino al piede, cos\u00ec mostrandogli il suo culetto inguainato dal costume e strofinando il proprio cazzo, anch’esso ben teso, contro quello del numero dodici. S’aiut\u00f2 anche col malandrino dito medio della mano destra, che cercava \u2013 e trovava ben disponibile, sprofondandoci per tutta la lunghezza \u2013, il buco del culo del numero dodici, tant’\u00e8 che questi ‘venne’ quasi subito. Scost\u00f2 il nuovamente il capo e la giuria constat\u00f2 stesse avvenendo una sborrata senza schizzo, con la sborra che fuoriusciva per\u00f2 copiosa e ricadeva da ogni lato sull’asta.
Massimo non perse tempo e si fiond\u00f2 sui fianchi del numero quindici: un biondino con una leggera peluria sul torace ampio e ben proporzionato, le braccia forti come querce, le cosce guizzanti come anguille ed un pacco sotto il perizoma che dire inequivocabile era poco.
Strapp\u00f2 via il perizoma e pass\u00f2 subito a leccare le palle gonfie, mentre il cazzo s’induriva visibilmente mano a mano che se lo metteva in bocca (davvero capiente ed abile, nulla da eccepire!); prima una palla, poi l’altra, pregustando il momento in cui il loro contenuto gli si sarebbe riversato in bocca. Con le mani avide ne carezzava il petto, le braccia, le natiche; l’indice della mano destra gli penetrava in bocca, quello della sinistra percorreva il solco del culo, soffermandosi appena fuori del buco, per finire sotto quella, delle due palle, che momentaneamente non fosse in bocca: il numero dodici era tesissimo e si vedeva lontano un miglio che gli piaceva da matti.
Massimo cap\u00ec che adesso poteva prendere tra le labbra quel glande turgido e cos\u00ec fece: scomparve dentro la sua bocca e lui cominci\u00f2 ad affondarselo tra le fauci, fino a quando si videro almeno venti centimetri ingoiati e la sua gola rigonfia nel tentativo di tenerlo tutto. Poi cominci\u00f2 a pompare, prima piano, poi sempre pi\u00f9 velocemente, con un ritmo attento, costantemente incrementato; il tempo, per\u00f2, passava e lui dava ogni tanto, con la bocca piena e senza osare lasciare la presa per il timore che potesse mandare tutto a monte, un’occhiata al cronometro.
Il pubblico incitava i colpi di bocca, scandendo il ritmo, ma gi\u00e0 qualcuno cominciava ad urlargli che si sbrigasse, perch\u00e9 i dieci minuti pattuiti stavano inesorabilmente finendo; Massimo acceler\u00f2 ancora il ritmo e l’espressione sul numero quindici era di godimento infinito: si vedeva il suo cazzo scomparire fino alle palle nella bocca dell’altro ragazzo e poi riapparire fin quasi alla punta.
Era un pompino da &#034Oscar&#034 ed alla fine Massimo ebbe la sua ricompensa: con un grido di piacere selvaggio, il numero quindici ‘venne’, appena in tempo perch\u00e9 l’attenta giuria, ma soprattutto il pubblico sempre pi\u00f9 eccitato, potessero vedere uno schizzo di sperma candido, copioso, denso ed invitante, che quasi ricadde sul petto del palestrato sdraiato sul lettino accanto… poi altri cinque o sei schizzi, via via meno prorompenti, che questa volta, per\u00f2, Massimo non pot\u00e9 trattenersi dal leccare subito dalle cosce, dal petto, dall’addome dello stesso numero quindici, ovunque altro fossero ricaduti: evidentemente, sapeva bene che per un quarto pompino non ci sarebbe stato tempo e, almeno, si ripagava della sua fatica!
Proprio in quel momento finirono i dieci minuti ed il pubblico esplose in un urlo di gioia, esprimendo il compiacimento per la buona riuscita della prima prova e l’ammirazione per il primo concorrente. Gli animatori comunicarono col megafono Massimo n’avesse totalizzati tre, convalidati e quindi utili ai fini della gara, ed ora toccasse a Nino, che, ancora un po’ stordito, veniva sbendato.<\/p>\n

S\u00ec, toccava proprio a lui. E come avrebbe fatto? L\u00ec, davanti a tutti, dopo una prova cos\u00ec brillante del primo concorrente… Un attimo solo di smarrimento, poi prevalse in lui un selvaggio piacere: in fondo, chi glielo avrebbe detto, il giorno prima, che avrebbe avuto a sua disposizione un’occasione cos\u00ec ghiotta con sedici maschi di quella specie superba che non attendevano che la sua bocca…!?!
Gli animatori diedero il via; essendo rimasto bendato, Nino non sapeva quali dei maschi erano stati gi\u00e0 scaricati: subito, per\u00f2, si accorse delle condizioni di relativo riposo in cui si trovavano i cazzi dei numeri sette, dodici e quindici e cap\u00ec che almeno per un po’ da quei generosi coglioni sarebbe uscito ben poco , cosicch\u00e9 era meglio rivolgersi altrove.
Poi ebbe come un’ispirazione: aveva capito dalle voci, e poi sentito confermare dalla giuria, che il precedente concorrente ne aveva spompinati tre; ma perch\u00e9 procedere, come dire, in sequenza?
Si fiond\u00f2 sul primo, sul numero uno, tolse il perizoma e subito incominci\u00f2 a leccare ed a succhiare quel bendidio, ma, dopo circa sei o sette colpi, anzich\u00e9 proseguire, si diede al numero due e us\u00f2 la stessa tattica: in pratica, uno dopo l’altro, i tredici maschi ancora carichi erano stati tutti iniziati e, davvero, Nino se n’era visto decisamente bene.
Cazzi di tutti i tipi, alcuni pi\u00f9 grossi degli altri, altri non troppo lunghi, ma tutti superbi, erano adesso tutti e tredici ritti, coi maschi cui erano attaccati che restavano in attesa, solleticati ed eccitati. Dopo la prima tornata, Nino continu\u00f2 con dieci, quindici colpi per cazzo, sempre senza mai fermarsi pi\u00f9 d’una decina di secondi, ma cambiando l’ordine e scegliendo a caso la mazza successiva: in questo modo, l’attesa dei maschi aumentava, acuita dalla suspence dovuta al fatto che non si sapeva a chi avrebbe continuato il lavoretto.
Il pubblico era in delirio per questo cambio di tattica: evidentemente, era una novit\u00e0 e Nino aveva avuto un colpo di genio. Quanto a lui, gli sembrava di stare in paradiso: era come succhiare contemporaneamente tredici cazzi stupendi ed aspettare da un momento all’altro che da uno o pi\u00f9 di essi sgorgasse quello sperma che da tanto agognava sentire copioso sotto il suo palato; peccato solo che avrebbe dovuto rinunciare ad ingoiarselo a sorsate, perch\u00e9 avrebbe dovuto far constatare alla giuria ch’era riuscito a far ‘venire’ i maschi che si fosse lavorato…
Era come un giocoliere di piatti, di quelli che si vedono al circo, che riescono a maneggiare contemporaneamente molti pi\u00f9 piatti di quanti potrebbero dedicandosi esclusivamente ad uno, giungendo a dare una spinta in pi\u00f9 mentre quella precedente stia esaurendosi.
In pratica, aveva tredici cazzi tutti in tiro ed il pubblico poteva vedere che la cosa piaceva ai maschi sui lettini, pi\u00f9 di uno dei quali, ormai, tentava di trattenere Nino nel momento in cui lui lo lasciava per andare a rifarsi la bocca con qualcun altro.
Poi Nino ebbe l’idea vincente: and\u00f2 dai maschi gi\u00e0 ‘venuti’ e lecc\u00f2 a fondo quei cazzi appena un po’ ammosciati ma ancora grondanti di sperma, mischi\u00f2 il seme di tutti e tre che riusc\u00ec a mettersi in bocca, poi di quel cocktail divino si inumid\u00ec la punta dell’indice e del medio e, da quel momento, a tutti gli altri maschi che spompinava metteva in bocca quelle dita cos\u00ec piene della sborra altrui. A quel gusto sopraffino, il numero tre venne subito, con una sborrata intensa, anche se senza schizzo, accompagnata da un gemito di piacere allo stato puro; il numero otto dopo pochi colpi, tenendosi quelle dita grondanti di sborra fino in gola, ma lui con schizzi intensi e veloci, come colpi di mitragliatrice: in realt\u00e0, il numero otto volle addirittura alzarsi in piedi e scaricarsi sulla faccia di Nino, inondandogli di bianca crema gli occhi, le guance rosse d’eccitazione, i capelli scuri, la bocca finalmente spalancata che poteva abbeverarsi e tentare di spegnere la sua sete, mentre la giuria certificava che, effettivamente, il maschio stava ‘venendo’, eccome!
Erano tre pari e Nino continuava a manovrare, uno dopo l’altro, i cazzi degli altri maschi, ficcando loro in bocca le dita grondanti dello sperma di quanti avessero goduto prima di loro. Mancava ancora qualche decina di secondi: fu la volta del numero quattordici, quello glabro e con la testa rasata, che sembr\u00f2 una fontana, tanto alti zampillarono gli schizzi di crema!
Nino tocc\u00f2 il cielo con un dito: aveva vinto!
Avrebbe potuto fermarsi, ma non capiva pi\u00f9 nulla: sotto le urla d’incitamento del pubblico, conquistato dalla sua tattica e visibilmente partecipe, continu\u00f2 a spompinare gli altri e finalmente sapeva che poteva anche infischiarsene di mostrare alla giuria l’esito delle sue fatiche.
Prima che il cronometro scandisse la fine della prova, pot\u00e9 farne godere altri due, stavolta senza staccare la bocca dai cazzi e bevendo avidamente, ingoiando tutto mano mano che sgorgava da quelle fonti sublimi quel nettare dolcissimo, caldo, denso, che gli riempiva bocca, gola, fin gi\u00f9 nelle viscere!<\/p>\n

Nota: l’autore di questo racconto si firmava Francesco, ma non posso esser sicuro che fosse il suo vero nome, n\u00e9 ho mai letto altri racconti che tradissero il suo piacevole stile (diversamente dal solito, ho dovuto apportare pochissime correzioni) ed una cos\u00ec fervida immaginazione, almeno se riferita a ci\u00f2 che potesse davvero accadere nei villaggi turistici italiani dell’epoca (primi anni duemila), od almeno pubblicamente!
Rileggendo i racconti che rendo nuovamente disponibili su Xhamster, provo sempre molta tenerezza al pensiero di quanto poco bastasse agli adolescenti della mia generazione (non necessariamente ad essi!) per divertirsi, eccitarsi e condividere le proprie fantasie erotiche: mancando app e social network, che avrebbero poi esasperato il concetto di condivisione ed esibizione dei corpi, francamente spesso fine a se stesso, i forum in cui si potesse parlare liberamente di s\u00e9 protetti dall’anonimato costituivano una preziosa risorsa per comprendersi meglio e non sentirsi troppo soli.
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